Immagini e ricostruzione fotografica del periodo più oscuro di Michelangelo Merisi, dalla nascita all'apprendistato nella bottega milanese di Simone Peterzano. Il futuro artista venne alla luce a Milano, ma fu trasferito, da bambino, a Caravaggio, presso la casa del nonno amatissimo, che fu per il bambino una guida straordinaria. Nella cittadina bergamasca frequentò, a livello parrocchiale, le scuole fino all'età di 14 anni. Poi tornò a Milano, dove inizò la formazione artistica
Il palazzo degli Sforza Colonna nel centro del paese di Caravaggio. Qui risiedeva Costanza Colonna, protettrice del pittore. L’edificio venne realizzato dopo l’infeudazione di questo ramo degli Sforza, unendo l’antica sede del Comune (alla nostra sinistra) a Palazzo Aratori, (alla nostra destra, a partire dal balcone) che apparteneva a un prozio e poi al nonno materno di Michelangelo Merisi
Lo scalone d’accesso alla sala di palazzo Sforza Colonna, a CaravaggioIl salone di palazzo Sforza Colonna, a Caravaggio, oggi sede del Comune, come cinquecento anni fa, prima della trasformazione in abitazione privataLa parte del palazzo in cui abitava il nonno di Michelangelo Merisi, Gian Giacomo Aratori, agrimensore e consulente dei marchesiL’arco gotico, antico accesso al palazzo della famiglia materna di CaravaggioLa zona in cui risiedevano i Merisi, famiglia di impresari edili e di muratori (il papà di Michelangelo aveva una micro-impresa e lavorava a Milano). In questa zona del paese sorgeva l’osteria del nonno paterno del pittore. Il papà e il nonno Merisi morirono presto e Caravaggio preferì sempre la linea materna che, peraltro, aveva un’estrazione sociale superiore
Dopo la cessione del palazzo ai marchesi Sforza, Gian Giacomo Aratori abitò, con la propria famiglia, in questa zona, a porta Folcero. Qui fu accolto, in età prescolare anche il piccolo MichelangeloPertinenze rustiche di casa Aratori, in cui crebbe Michelangelo Merisi, accanto al nonno maternoLa chiesa francescana di san Bernardino, situata tra il paese e il noto santuario mariano di CaravaggioL’interno della chiesa francescana, affrescata dal caravaggino Fermo Stella, uno dei numerosi pittori originari del paese, luogo che avrebbe dato al mondo numerosi artisti, impresari edili e muratori. Le immagini di questo edificio furono certamente osservate dal piccolo Michelangelo MerisiUn particolare degli affreschi di Fermo Stella in San Bernardino. Non può sfuggire l’attenzione di Fermo Stella nei confronti dell’espressività estrema in pittura. Un tratto che, trasformato in rilevamento drammatico, avrebbe caratterizzato il percorso di MerisiLa basilica della Madonna di Caravaggio fu riedificata, a causa di un cedimento strutturale, a partire dall’anno della nascita di Michelangelo Merisi. Il nonno materno, Gian Giacomo Aratori, era uno degli amministratori del santuario mariano. Un cugino paterno del pittore era titolare della principale impresa impegnata nei lavori di riedificazione del tempioLa cupola della basilica mariana e l’originaria cella campanaria, inglobata nel nuovo edificio. Il santuario fu un cantiere per tutto il periodo di permanenza di Michelangelo Merisi, a CaravaggioIl ribollire delle polle d’acqua sorgiva attorno al santuario. La presenza di molta acqua nella zona rendeva particolarmente produttivi i terreni della zona
Simone Peterzano stipulò un contratto con la madre di Merisi. Caravaggio non entrò a bottega come “garzone alla pari”, ma come un vero e proprio allievo, che pagava una retta ingente. Per sostenere le spese – 1583-1588 – Lucia Aratori vendette una casa come questa, nel centro del paeseIl quartiere di Milano, oggi, dopo la trasformazione novecentesca, in cui trascorse i primi anni di vita Michelangelo Merisi, prima del suo ritorno dal nonno, nel paese d’origine. A poca distanza dall’edificio in cui abitò nella primissima infanzia c’era lo studio-abitazione di Peterzano, il maestro di Merisi. Sulla stessa via si affacciava anche la strada stretta che portava alla casa che Caravaggio, poco più che diciottenne, prese in affitto