Arte contemporanea

4000 prodotti realizzati in feltro imitano un supermercato. L'opera di Sparrow. Video

New York l'ha accolta con tutti gli onori per una mostra che ha portato nella grande Mela un intero supermercato con prodotti finti, realizzati in stoffa di feltro. Il supermarket come involontaria galleria d'arte. Sarebbe piaciuto a Warhol che cantò la zuppa Campbell e la Coca Cola, come le nuove opere della modernità, superando ogni visione individuale dell'artista, a favore di una visione collettiva, legata al mercato. Protagonista di questa operazione neo-Pop è Lucy Sparrow, artista britannica di Bath che lavora, principalmente, alla creazione di opere che suscitano risposte emotive caratterizzate dall'idea di delizia e di gioia. Il lavoro di Lucy è stato spesso descritto come infantile a causa dei colori primari luminosi che utilizza e dei piccoli tocchi che aggiunge a quasi tutto quello che fa. Ogni oggetto in feltro si prospetta peraltro come un'opera d'arte autonoma che viene venduta a prezzi molto contenuti - qualche manciata di sterline - sul suo sito
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Alberto Burri: fiamma, cellophan e dita. Nel filmato come modellava le sue opere

Burri raramente ricorreva all’uso della pittura e del pennello, prediligendo la lavorazione della superficie per mezzo di cuciture, combustioni e lacerazioni, per citare alcune delle sue tecniche. Ciò che si può affermare è che egli utilizza materiale di scarto o lavorazioni di tipo edilizio e artigianale per produrre opere d'arte. E veniamo al filmato che lo vede alle prese con la fiamma e il cellophan che egli modella, una volta fuso, con le dita. Questi lavori risalgono soprattutto agli anni Cinquanta. Nel 1954 realizza piccole combustioni su carta. Continua a utilizzare il fuoco anche negli anni successivi, realizzando Legni (1956), Plastiche (1957) e Ferri (1958 circa).
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Nicola Fornoni – Corpocontrocorpo, l'accettazione dell'altro con il linguaggio dell'amore

Ho pensato molto a questa situazione vivendola in prima persona ed è stata come catapultarsi all'interno di se stessi. L'artista: "Guardare all'interno del corpo e della mente. Le pulsioni sessuali, erotiche (l'Es) non possono essere sotterrate, ogni corpo, ha bisogno di uno sfogo, di trovare l'altra parte della mela. Ho performato con una ragazza a Ferrara, nel giardino della casa di Ludovico Ariosto
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Enrico Benetta –

La mia pittura, sembrerà strano, ma è nata dall’amore a prima vista che ho nutrito nei confronti del carattere tipografico Bodoni, che è diventato immediatamente una specie di impronta digitale per me. Il primo approccio alla tela, che è divenuto la mia cifra identificativa, avviene dunque con la riproduzione di questo “alfabeto”, sul quale intervengo poi in un tempo successivo con la sovrapposizione di segni più liberi e istintivi, una scrittura calligrafica, che sembra un ricamo, più ariosa e leggera
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