Pompeo Batoni, la rosa centifolia lascia presagire la sontuosità del sesso della modella. Il più bel fiore
Sontuosa, aulentissima centifolia. La regina delle rose, inventata dai giardinieri di Fiandra, per due secoli beniamina dei maestri della natura morta. Ne tiene un esemplare tra le dita grassottelle della mano destra, la protagonista della tela di Pompeo Batoni che qui mostriamo. Con la sinistra, la fanciulla sorregge un canestro traboccante di corolle, tutte splendide, tutte mirabili, seppur umilmente recline al cospetto di Sua Maestà. Il più bel fiore però è un altro. Il più bel fiore è un piccolo seno vezzoso, che vellica ignudo il profluvio di petali, e tallisce come un virgulto marzolino. Poc’anzi, le stoffe grevi della veste sono scivolate dalle spalle della giovinetta, giù, sempre più giù, fino a derapare in larghe, morbide crespe immote. Batoni realizza quest’opera a Roma nel 1744
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