Bambini poveri, personaggi dickensiani Il paternalismo della borghesia si incarnò dolcemente nelle opere di genere degli Induno, che ebbero subito uno straordinario successo. I segreti della loro pittura raccontati da Sergio Rebora
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Sono quelle che segnano - pur nella diversità di percorsi e d’intenti - lo speciale rapporto tra arte e moda. Lo sostiene Gianfranco Ferré in questa lunga intervista in esclusiva per Stile. “Amo dipinti e sculture segnati da un forte dinamismo. Ma anche i volti di Utamaro, le pulsioni cubiste e Dada, le figure di Giacometti e Modí...”
Il dottor Rau documentò attraverso la sua collezione sei secoli di grande arte, escludendo il maestro catalano colpevole di eccessi pittorici. Marc Restellini, co-direttore del Musée du Luxembourg, risponde alle domande di Stile
Si fa presto a dire “Rosso Tiziano”. Non è tanto questione di definizione. Certo, non è agevole raccontare quanto l’occhio ti rimanda. L’incasellamento nei rigidi codici dell’alfabeto risulta inadeguato; patetici gli sforzi di restituire la vertigine dei sensi secondo le pur illimitate combinazioni della scrittura.
James Beck polemizza con i “ricostruttori” in nome della leggibilità ad ogni costo e propone, in alternativa, facsimili virtuali - “In realtà” osserva Andrea Galeazzi “non è l’intervento in sé che viene escluso, ma si mette in discussione il principio che un’idea generica di leggibilità possa essere la motivazione dell’intervento stesso - “Il problema è di base: manca, in Italia, una comune cultura del restauro, ed il modo di rapportarsi al patrimonio artistico rimane un dilemma insoluto”
“Penso che ogni opera” afferma il grande collezionista “non debba essere interpretata quale oggetto singolo e indipendente, ma vada inserita in un preciso contesto, integrata con l’ambiente e lo spazio. Come nel Rinascimento, quando l’artista era insieme pittore, scultore ed architetto” - “Amo il Minimalismo perché cerca di coniugare la sapienza del fare ed un costante riferimento al pensiero alto della creazione” - “Rimpianti? Non aver capito in tempo il genio di Warhol e di Klein”.
Prosegue la nostra indagine sul futuro della storia dell’arte - Per Fernando Mazzocca, “la figura dello studioso completo è ormai un ricordo del passato. Oggi abbiamo specialisti sia in senso temporale-cronologico che in relazione ai diversi settori” - “La dimensione del virtuale comporta enormi vantaggi, ma il rischio è l’appiattimento della dimensione storica” - “Le mostre coinvolgono un pubblico sempre più vasto; rimane, in Italia, il problema di una quasi inesistente educazione, e di una sottovalutazione del ruolo dei musei".