Pittura antica

Antonello da Messina, il prodigioso mistero va sciolto in Sicilia

Del resto, Antonello, appena giunto a Venezia e quando da poco aveva posto mano alla Pala di San Cassiano, già vien da Matteo Colacio annoverato tra i grandi prospettici: con una tempestività che sarebbe forza avvertir rabdomantica, se non ci interrogassimo – almeno – intorno all’eventualità che, una simile fama, preesistesse all’avventura lagunare: che, anzi essa fosse tra le motivazioni dell’invito
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“Tintoretto era quasi nano. Con un trucco prospettico allungò il proprio corpo”

Il pittore veneziano – sostiene lo storico dell’arte Erasmus Weddigen -, nel Miracolo di San Marco diventa regista-attore, inscenando lo schiavo torturato. La somiglianza fisionomica, infatti smaschera l’artista. La sua posizione supina, fortemente scorciata, e l’ombra che cerca di celare la zona dl bacino e, di conseguenza, parte delle gambe dell’uomo, avvalorano la tesi che l’autore abbia utilizzato la prospettiva per compensare un difetto fisico
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Antonello da Messina – C’è un codice erotico nel ritratto di ignoto marinaio

“Persona molto dedita a’ piaceri e tutta venerea”. Questa la definizione tranchant che Giorgio Vasari dà di uno dei massimi esponenti dell’arte italiana del Quattrocento, Antonello da Messina, protagonista di spicco nell’ambito dell’evoluzione della pittura di paesaggio e ritrattista abilissimo. Tra le opere più celebri del maestro siciliano è da annoverare questo Ritratto virile, conosciuto come Ritratto di ignoto marinaio, realizzato tra il 1465 e il 1472. Forse per la stessa ragione per la quale il sorriso enigmatico ha fatto della Gioconda un mito, l’espressione sorniona e intrigante del personaggio qui effigiato ha incuriosito da sempre gli studiosi e la gente comune
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Cimabue e Pisa

DUECENTO - Lavorò a lungo a Pisa, dove assorbì profondamente gli stilemi nati dalla fusione tra le novità bizantine e la matrice latina o tedesca. Elemento di collegamento fu Giunta, il pittore che, sulla linea teologica tracciata da Domenicani e Francescani, importò i sentimenti nei dipinti, osservando con sempre maggiore attenzione la realtà.
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