Un grande rilancio dell'autore bergamasco con la mostra alla Royal Academy of Arts. Dal prognatismo posturale del dialetto, che s'aggruma sul mento dei suoi soggetti bergamaschi e bresciani a una rude incapacità di tanti nobili di provincia di occupare l'abito con scioltezza; dalle cisti deturpanti al centro della fronte a certi strabismi estremi, mica corretti, nemmeno di un filino, rivelano la domanda e l'offerta di verità, a volte impietosa, come sanno esserlo i veri contadini. Il pittore è sempre armato dalla comunità in cui opera; bergamaschi e bresciani volevano vedersi com'erano e non come avrebbero potuto immaginarsi. Ed eccoli serviti.
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Negli anni estremi della propria vita, con i “Trionfi di Cesare” Mantegna realizzò, a modo suo e col colore, un colossale fregio ispirato dal fulgore di Roma imperiale, dove però la celebrazione dell’antico come Mito palesa l’incrinarsi della fede quattrocentesca nella possibilità dell’eterno ritorno
Come ricomporre i dipinti che decoravano uno straordinario armadio istoriato dal frate? Secondo uno studioso statunitense la chiave sta in un manoscritto d’area bresciana: l’artista si attenne scrupolosamente a tutte le raffigurazioni in esso contenute e alle scritte collocate sotto le miniature
Abbiamo indagato sulla struttura della Danae di Correggio evidenziandone una netta scansione musicale. Tutto parte da Leon Battista Alberti e dalla sezione aurea. Ecco però come l’artista sviluppò la collocazione delle figure seguendo tre diverse tipologie di rapporti ritmici
In buona parte i malati dipinti dai pittori del Cinquecento e del Seicento erano affetti da grande isteria, e questa diagnosi retrospettiva di una malattia nervosa allora misconosciuta e attribuita a cause soprannaturali è una prova nient’affatto trascurabile della perspicacia degli artisti. E durante il Seicento, in virtù dell’amore per gli accesi contrasti che contraddistinguono la forma mentis barocca, l’osservazione diverrà ancor più ravvicinata e inquietante, fino alla rappresentazione di un autentico orrore che sommuove il volto dell’effigiato e che giunge a contagiare sinistramente l’osservatore.
Nella Brescia del Seicento, Ottavio porta avanti il linguaggio del manierismo, in ritardo sull’arte del tempo, ormai evoluta verso il Barocco. E’ allievo di Antonio Gandino e, secondo la letteratura, anche del figlio di lui Bernardino; però, è la lezione del primo che influisce maggiormente sulla sua successiva produzione
Cosimo Rosselli (Firenze, 1439-1507) fu un pittore toscano, noto per il suo ruolo nella decorazione della Cappella Sistina in Vaticano, con pittori come il Perugino, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Pinturicchio.
Muziano, formatosi sulla scia di Romanino, come testimonia l’Assunta dipinta nella Parrocchiale del paese natio, lascia presto Brescia per recarsi prima a Padova, dove ha operato Sustris, poi a Venezia, dove entra in contatto con la tradizione di Antonello, e in seguito a Roma. Gratis quotazioni di Girolamo Muziano, prezzi, costi, valore, aste, stime, valutazioni, risultati d’asta gratis