Vittorio Matteo Corcos (1859), il curioso delle donne: intellettuali, sexy, eleganti. Le opere

Egli fu affascinato dal mutamento del mondo femminile, in grado di manifestarsi, già alla fine dell'Ottocento, con quella maturità e poliedricità che troviamo poi nella donna del tardo Novecento. Pur osservando le donne appartenenti a un'élite, egli scolpì con morbidi colori la donna del secolo nuovo. E questa assoluta novità è ben evidente nelle opere che vedremo. Non solo belle. Non solo eleganti. Non solo sensibili. Ma intellettuali, nella quotidianità

Fu, per ricordare il titolo di un romanzo di Alberto Bevilacqua, un Curioso delle donne. Ma non nel senso che possiamo intendere. Vittorio Matteo Corcos (Livorno 1859 – Firenze 1933). Egli fu affascinato dal mutamento del mondo femminile, in grado di manifestarsi, già alla fine dell’Ottocento, con quella maturità e poliedricità che troviamo poi nella donna del tardo Novecento. Pur osservando le donne appartenenti a un’élite, egli scolpì con morbidi colori la donna del secolo nuovo. E questa assoluta novità è ben evidente nelle opere che vedremo. Non solo belle. Non solo eleganti. Non solo sensibili. Ma intellettuali, nella quotidianità.

Vittorio Corcos. Note biografiche
Nato a Livorno e iscritto da giovane all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Corcos sceglie Napoli come meta alternativa alla sua formazione toscana incontrandovi, fra il 1878 e il 1879, Domenico Morelli che lo convinse ad andare a Parigi dove l’artista si legherà al mercante Goupil – nel cui ambito gravitavano, in quegli stessi anni, Boldini e De Nittis – e inaugurerà la sua vena brillante e mondana in linea con le aspirazioni dei francesi a celebrare ogni aspetto della vita moderna. Assiduo nello studio di Léon Bonnat, frequentato anche da Toulouse-Lautrec, Corcos presenta suoi quadri ai Salons, si applica alla pittura en plein air dimostrando, in piccoli e preziosi paesaggi, un intelligente aggiornamento sugli sviluppi dell’arte europea contemporanea; non manca di partecipare alle serate del salotto De Nittis, artista ed amico dal quale ricava la levità atmosferica di certe sue vedute urbane e marine nonchè la grazia dei ritratti femminili che faranno la fortuna internazionale di Corcos quale inimitabile “peintre des jolies femmes” ricercato dal bel mondo di fine secolo ma anche da personaggi prestigiosi dei primi trent’anni del Novecento.
Nel 1887, dopo essersi convertito dalla religione ebraica a quella cattolica, sposa Emma Ciabatti vedova Rotigliano e si stabilisce definitivamente a Firenze, che abbandonerà solo per occasionali viaggi di lavoro a Londra e a Parigi. Nel clima dell’Italia umbertina, i soggetti affrontati da Corcos riflettono, grazie alla loro coinvolgente narrazione, le suggestioni letterarie del naturalismo e del simbolismo d’oltralpe; mentre le frequentazioni intellettuali della moglie introdurranno l’artista nel cenacolo del ‘Marzocco’, il giornale che operava fra il solenne declino di Carducci, l’osservatorio intimista del ‘fanciullino’ pascoliano, la sontuosa officina di Gabriele d’Annunzio.
Non mancano al catalogo di Corcos piccoli paesaggi, marine e quadri ispirati alla vita dei campi, declinati nello stile che includeva scene di vita rustica, gioiose o malinconiche, ambientate in scenari naturali di grande respiro anch’essi studiati sui modelli francesi di Millet e di Breton egualmente amati, in Toscana, dagli amici pittori Cannicci, Gioli, Tommasi, Cecconi, Signorini. Oltre che autore di un celebre ritratto di Carducci, assiduo frequentatore del salotto letterario di famiglia, Corcos fu autore di ritratti ufficiali retrospettivi (Giuseppe Garibaldi), di intense istantanee di personaggi contemporanei (Mascagni, Yorick, Lega,), di eleganti icone del suo tempo (Lina Cavalieri, Anna Morosini, Yole Biaggini Moschini) ma fu anche chiamato ad incarichi assai prestigiosi, come quelli relativi ai ritratti di Carlos e Amalia del Portogallo (1904), dell’imperatore Guglielmo II (1904), della regina Margherita (1922), della regina Maria José (1931). Si può ricordare, in margine a quella fortunata attività, ciò che dichiarava lo stesso Corcos a proposito del suo metodo rappresentativo: “In un ritratto quello che conta sono gli occhi; se quelli riescono come voglio, con l’espressione giusta, il resto viene da sé”.
Gli interessi letterari di Corcos si manifestarono, di pari passo, nella sua collaborazione al ‘Marzocco’ e alla ‘Tribuna’; in un volume di novelle (Mademoiselle Le Prince, Livorno 1901); nella sua partecipazione ai progetti editoriali di Pascoli (corrispondente della moglie, che il poeta chiamava la “gentile ignota”) il quale lo aveva accomunato a Nomellini e De Carolis nella pianificazione decorativa dei propri volumi. Nel 1913 Corcos donerà il suo autoritratto alla Galleria degli Uffizi .

[D]al 6 settembre al 14 dicembre 2014, Palazzo Zabarella di Padova ospitò la più completa antologica mai dedicata a Vittorio Corcos (Livorno 1859 – Firenze 1933).



L’esposizione, curata da Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, presentò oltre 100 dipinti, in grado di ripercorrere la vicenda del pittore livornese, attraverso un considerevole nucleo di capolavori, affiancati a numerose opere inedite, provenienti dai maggiori musei e dalle più importanti collezioni pubbliche e private, che attesteranno la crescente fortuna critica dell’artista, documentata anche dalla frequente esibizione di suoi dipinti in recenti iniziative nazionali.

V. Corcos, Ritratto di donna elegante, 1887
V. Corcos, Ritratto di donna elegante, 1887

La fama di Corcos era peraltro già notevole nella prima metà del secolo scorso. Ugo Ojetti, nel 1933, ebbe modo di scrivere: “Chi non conosce la pittura di Vittorio Corcos? Attenta, levigata, meticolosa, ottimistica: donne e uomini come desiderano d’essere, non come sono”, e Cipriano Efisio Oppo, nel 1948, “Una pittura chiara, dolce, liscia, ben finita: la seta, seta, la paglia, paglia, il legno, legno, e le scarpine lucide di copale, lucide come le so fare soltanto io, diceva Corcos”.

Il percorso ruotò attorno al grande capolavoro Sogni, l’opera più celebre di Corcos, proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Si tratta del ritratto, davvero particolare per l’epoca, di una ragazza moderna, Elena Vecchi. Grazie alla forza del gesto e dello sguardo, come alla suggestiva ambientazione, è diventato l’immagine più emblematica della cosiddetta Belle Époque di cui ben rappresenta l’atmosfera sospesa tra i sogni dorati e una sottile inquietudine. Esposto per la prima volta alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze 1896, il quadro aveva destato un “chiasso indiavolato” e provocato un acceso dibattito sul significato da attribuire a quell’intenso ritratto di giovane donna, ora definito “spiritualista” ora “realista”, ma infine universalmente ammirato per l’originalità della composizione e l’inquieto carattere della protagonista.

Sogni, 1896, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma
Sogni, 1896, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma

La prima sezione della mostra analizzò i luoghi che hanno visto scorrere l’esistenza di Corcos, gli amici e le importanti personalità che ha frequentato, tra cui l’Imperatore Guglielmo II di Germania, Giosuè Carducci, Silvestro Lega e molti altri, dei quali ha tramandato l’immagine ai posteri.

Un capitolo particolare fu dedicato a Parigi, città in cui visse dal 1880 al 1886 e che lo vide uno dei maggiori interpreti della cosiddetta pittura della vita moderna, assieme a Boldini e De Nittis.  Le istitutrici ai Campi Elisi del 1892, uno dei vertici dell’artista livornese, che raffigura una scena ambientata in una dorata giornata d’autunno in uno dei luoghi più affascinanti di Parigi, testimonia quanto Corcos abbia mantenuto costanti rapporti con la capitale francese, ma anche con l’Inghilterra, e come la sua pittura si evolva verso soluzioni sempre più raffinate in un continuo dialogo con la pittura europea.

Una serie di dipinti, alcuni di grandi dimensione, confermano come, anche dopo il 1900, Corcos continui a elaborare la fortunata formula del ritratto mondano, come nel Ritratto della Contessa Carolina Sommaruga Maraini del 1901, conservato alla Fondazione per l’Istituto Svizzero di Roma, o nel Ritratto di Lina Cavalieri (1903), la ‘Venere in terra’, come la definì d’Annunzio.
L’ultima sezione, La luce del mare, rivelò come i suoi soggiorni a Castiglioncello, a partire dal 1910, sembrano riportarlo all’osservazione della realtà e alle gioie della pittura en plein air. Esemplari sono In lettura sul mare (1910 ca.) o La Coccolì (1915), il ritratto della nipotina sorpresa sulla spiaggia.


https://www.youtube.com/watch?v=U1yHE6wmTNM
LE QUOTAZIONI INTERNAZIONALI DI CORCOS
http://www.sothebys.com/en/search-results.html?keyword=corcos
http://www.christies.com/LotFinder/searchresults.aspx?action=search&searchtype=p&searchFrom=auctionresults&entry=%22corcos%22
 

Condividi l'articolo su:
Redazione
Redazione

Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa