Da Mirò a Carrà. La mostra "La forma della seduzione. Il corpo femminile nell'arte del '900"

Alla Gnam di Roma, fino al 5 ottobre, una selezione di circa 130 opere di grandi artisti, provenienti dalle collezioni della galleria

Joan Mirò  Barcellona 1893-Palma di Majorca 1983  Femme à la blonde aisselle coiffant sa  chevelure à la lueur des ètoiles (serie  Costellations), 1959 ca.  pochoir su carta, cm 36x43  1998, dono di Arturo Schwarz
Joan Mirò
Barcellona 1893-Palma di Majorca 1983
Femme à la blonde aisselle coiffant sa
chevelure à la lueur des ètoiles (serie
Costellations), 1959 ca.
pochoir su carta, cm 36×43
1998, dono di Arturo Schwarz

[box type=”note” ]
La forma della seduzione. Il corpo femminile nell’arte del ‘900
a cura di Barbara Tomassi
5 giugno – 5 ottobre, 2014
Galleria nazionale d’arte moderna – Roma
Informazioni e biglietteria – Tel: +39 06 32298221
Mail – s-gnam@beniculturali.it
Orari: da martedì a domenica ore 10.30 – 19.30
(l’ingresso è consentito fino a 45 minuti prima della chiusura)
Biglietti
Integrato Galleria/Esposizioni temporanee:
intero: € 12,00
ridotto: € 9,50 riservato a:
cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra i 18 e 25 anni
docenti delle scuole statali dell’Unione Europea
[/box]
[googlemap src=”https://maps.google.it/maps?q=Gnam+Viale+delle+Belle+Arti+131+-+00196+Roma&ll=41.917236,12.482164&spn=0.003827,0.005761&safe=active&fb=1&gl=it&hq=Gnam+Viale+delle+Belle+Arti+131+-+00196+Roma&hnear=Gnam+Viale+delle+Belle+Arti+131+-+00196+Roma&cid=3238839085887848744&t=h&z=18&iwloc=A” width=”700″ ]


[L]a Galleria nazionale d’arte moderna presenta una rassegna dal titolo La forma della seduzione. Il corpo femminile nell’arte del ‘900, che comprende una selezione di circa 130 opere, provenienti dalle collezioni della Galleria. Il percorso si articola in cinque sezioni dedicate a particolari aspetti della seduzione esercitata dal corpo femminile così come molti artisti, spesso diversissimi tra loro, l’hanno interpretata, convergendo verso una prospettiva “deformante” che ne esprime la forza travolgente e per certi aspetti eversiva. Si innesta qui la provocatoria lettura che della seduzione ha offerto il sociologo francese Jean Baudrillard, secondo il quale essa non appartiene alla sfera della natura, ma a quella dell’artificio ed insieme a quella del segno e del rituale.
Amedeo Modigliani  Livorno 1884-Parigi 1920  Nudo sdraiato, 1918-1919  olio su tela, cm 76x116  1962, acquisto alla Marlborough Gallery
Amedeo Modigliani
Livorno 1884-Parigi 1920
Nudo sdraiato, 1918-1919
olio su tela, cm 76×116
1962, acquisto alla Marlborough Gallery



La prima sezione, dal titolo “le belle apparenze“, presenta opere in cui il nudo femminile, quantunque esaltato da linee morbide e sinuose, e da pose languide e accoglienti, proprie della rappresentazione “classica” del tema, viene ormai già declinato nel linguaggio inquieto delle avanguardie, in fuga da norme e convenzioni, alla ricerca semmai di trasgressione e provocazione, che in Modigliani, autore di raffigurazioni femminili tra le più sensuali e, appunto, seducenti, e nelle modelle fotografate in pose provocanti da Man Ray trovano esiti dirompenti.

La seconda sezione, intitolata “seduzione/sedizione“, introduce alla eclissi del corpo, alla progressiva destrutturazione, nell’arte, della figura. Nelle opere, tra gli altri, di Gino Severini,Giuseppe CapogrossiCarlo CarràRenato GuttusoManzùVictor BraunerEric HeckelJoan MiròEnrico Prampolini, il genere artistico del nudo femminile viene riformulato secondo logiche diverse dal naturalismo. Ora l’arte ha come fine la continua sperimentazione che persegue servendosi del geometrismo, del monumentalismo, del dinamismo e della scomposizione cubista. Gli autori di area surrealista, ben presenti nella rassegna grazie al fondo donato al museo da Arturo Schwarz nel 1998, offrono spesso un’immagine fortemente deformata della sessualità femminile. Infatti, la leggibilità della realtà è intaccata dall’interferenza dell’inconscio, conducendo all’autodistruzione ed alla cancellazione del corpo così come tradizionalmente l’arte l’aveva raffigurato, sino alla sua deformazione ai limiti del mostruoso.
Man Ray  Philadelphia (USA) 1890-Parigi 1976  Nudo, positivo del 1981, da negativo del  1930-1934 ca.  solarizzazione, cm 33x22  1998, dono di Arturo Schwarz
Man Ray
Philadelphia (USA) 1890-Parigi 1976
Nudo, positivo del 1981, da negativo del
1930-1934 ca.
solarizzazione, cm 33×22
1998, dono di Arturo Schwarz



La terza, dedicata all'”oggetto del desiderio“, attesta come la seduzione assuma le forme di particolari anatomici sessuali, ma anche di oggetti-feticcio. Si parte dalla rappresentazione di parti anatomiche femminili, spesso decontestualizzate, per giungere agli oggetti comuni investiti di implicazioni erotiche: dalla bambola di Hans Bellmer, alla donna-scarpa di Salvador Dalì, all’Objet mobile di Max Ernst.

La sezione “la bella e la bestia” allude all’incontro, e alla sovrapposizione dell’elemento umano con quello animale, o comunque non umano. E’ una confusione che ha sempre attratto e spaventato, e che nel gioco della seduzione esercitata dal nudo femminile, offre molteplici approdi: dall’inconscio e dall’automatismo di Surrealisti come Breton e Masson al simbolismo di Picasso.
Alberto Viani  Quistello 1906-Mestre 1989  Nudo (Cariatide), 1951-1952  gesso, cm 119x68x61  1953, acquisto alla XXVI Biennale di  Venezia
Alberto Viani
Quistello 1906-Mestre 1989
Nudo (Cariatide), 1951-1952
gesso, cm 119x68x61
1953, acquisto alla XXVI Biennale di
Venezia



La bella addormentata“, infine, è il titolo dell’ultima sezione, che allude all’attrazione esercitata dal corpo femminile abbandonato nel sonno, fra vulnerabilità e passività. Il tema, trattato sin dall’antichità, raggiunge in molte delle opere qui presentate un effetto straniante, come nei nudi trattati con linearità arcaizzante da Modigliani o nelle ninfe dormienti di Giorgio De Chirico.

Condividi l'articolo su:
Redazione
Redazione

Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa