Dipingere un paesaggio – Come preparare il fondo, quando fermarsi

Ora ci soffermiamo sulla preparazione della tela per un paesaggio e, al tempo stesso, su un bozzetto che, per quanto scarno può essere considerato un'opera finita. La pittura in fondo muta nella misura in cui l'artista decide di fermarsi. Fermare il lavoro. Lasciare che finisca di asciugare e che decanti nella nostra mente è indispensabile per ottenere opere interessanti, per meditare attorno a ciò che abbiamo prodotto e decidere se procedere con i colori, in altre sedute, o se bloccare l'immagine a quel punto


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Ora ci soffermiamo sulla preparazione della tela (tramite questo link potrai scegliere la tela che preferisci in base alle tue esigenze) per un paesaggio e, al tempo stesso, su un bozzetto che, per quanto scarno può essere considerato un’opera finita. La pittura in fondo muta nella misura in cui l’artista decide di fermarsi. Fermare il lavoro. Lasciare che finisca di asciugare e che decanti nella nostra mente è indispensabile per ottenere opere interessanti, per meditare attorno a ciò che abbiamo prodotto e decidere se procedere con i colori, in altre sedute, o se bloccare l’immagine a quel punto.

Il bozzetto ottenuto dal collega nel video, utilizzando soprattutto colori magri, scarnificati ulteriormente con l'uso di una pezza di cotone
Il bozzetto ottenuto dal collega nel video, utilizzando soprattutto colori magri, scarnificati ulteriormente con l’uso di una pezza di cotone

Sconsigliamo sempre di produrre un paesaggio in una sola seduta, a meno che ciò che si voglia raggiungere è un abbozzo, una struttura scarnificata. Proseguire mettendo colore su colore – a meno che esso sia gettato a corpo, come malta – significa, dopo un po’, ottenere un non colore nato dalla somma di tutti quelli che abbiamo dipinto.

Il non colore. Una sorta di grigiastro-marrone praticamente irreversibile. E’ questa la pena che spesso devono subire i neofiti che, avendo osservato che l’impostazione e lo sviluppo della propria opera sono buoni, decidono di proseguire, ottenendo la distruzione cromatica del quadro. Facciamo solo due esempi per spiegare quanto la decantazione – anche solo di poche ore -sia stata ritenuta necessaria nella pittura tradizionale anche da parte degli artisti più rapidi ed efficaci, come Monet e Tiziano. Monet. al di là di Impression soleil levant e di poche altre tele,non finiva immediatamente il quadro, ma lo abbozzava, lasciava che la prima stesura asciugasse per almeno ventiquattro ore e tornava nello stesso luogo, alla stessa ora per finirlo. Gli ultimi ritocchi venivano poi dati in studio poichè i quadri, all’esterno, hanno luminosità e cromatismi che sono diversi rispetto a quelli che assumono in un ambiente interno, per il quale sono prodotti. Tiziano attendeva anche alcuni mesi per riprendere in mano una tela sia perchè la sua produzione a catena lo spostava su altri dipinti che per la necessità che il quadro si assestasse ampiamente e, con esso, le idee del pittore.

> Colori ad olio. Quali scegliere? Le risposte le puoi trovare in questo articolo

Qui presentiamo un saggio interessante di pittura con i colori magri che possono accelerare notevolmente le operazioni di presa dal vero e che possono avvicinare il nostro lavoro a quello di Corot e dell’Ecole de Barbizon, il gruppo di pittori che precede gli impressionisti e che pone le basi per la pittura en plein air, all’aria aperta, di fronte al paesaggio o allo scorcio da riprodurre. L’opera, rapidamente prodotta, segue la regola del tonalismo, cioè di un tono, quasi monocromo, che caratterizza la stesura cromatica. (cfr il significato di tonalismo, cliccando il nostro link interno
Per colori magri o olio magro si intende uno o più colori spremuti da tubetto che vengano diluito abbondantemente con solvente, fino ad ottenere un prodotto semi-liquido. Per i colori a olio (qui puoi trovare i colori e le marche consigliate dalla nostra redazione) suggeriamo, anziché l’essenza di trementina, di eliminare l’eccesso di olio con l’acquaragia, consentendoci di preparare un ottimo fondale secco, direttamente sull’imprimitura bianca, come vedremo nel filmato. Sconsigliamo invece vivamente l’uso di olio di lino, come additivo. I colori dei tubetti sono oleosi al punto più elevato di gestibilità, al punto migliore di lucentezza.Quindi aggiungere olio significherebbe scivolare su un unto insopportabile. Prendiamo i colori che abbiamo deciso di scegliere per il fondale – meglio marrone, verde e una piccola punta di blu -, li mettiamo su una tavolozza o in un piccolo contenitore e diluiamo, fino ad ottenere una soluzione acquosa che ci permetterà di stendere sull’imprimitura bianca della tela una pittura che diventerà secca rapidamente. Una regola per la pittura tradizionale. Si proceda dal magro del fondo -cioè con colori diluiti e non coprenti – al grasso delle ultime pennellate. In questo video possiamo osservare quanto sia importante anche l’asportazione del colore con un panno di tela o l’apposizione di sfumature attraverso le dita. Tecniche che utilizzavano anche i pittori ottocenteschi, in particolar modo vicini a Corot e agli artisti di Barbizon. Se osserviamo il lavoro di Corot che presentiamo in questa pagina, notiamo immediatamente che il grande artista dell’Ottocento è intervenuto con stoffa e dita sulle chiome degli alberi del boschetto.

>  Corso gratis di pittura. Quali colori e materiali scegliere. 

Un dipinto di Corot. Esso si basa su una preparazione simile a quelal che vedremo nel filmato, completato da una seconda e forse da una terza stesura, con un minimo apporto di colore
Un dipinto di Corot. Esso si basa su una preparazione simile a quella che vedremo nel filmato, completato da una seconda e forse da una terza stesura, con un minimo apporto di colore. L massima finitura cromatica con olio grasso riguarda il bovino in primo piano, mentre il resto del dipinto è sfumato sia per l’uso di un colore privato d’olio che attraverso le dita e una pezzuola di colore. Egli ha fornito così, per il fondale, una prospettiva aerea

Dicevamo che il bozzetto, realizzato in buona parte con pittura magra, può essere poi accresciuto in dettagli. Ma già ottenere questo effetto è un ottimo risultato sotto il profilo concettuale.

COLORI A OLIO E TECNICHE

[C]i avete contattato in molti,  neofiti delle pittura ad olio ma anche professionisti; la domanda è comune: quali sono i colori ad olio migliori in circolazione? Quali si adattano meglio al mio livello di pittura?

Ma, prima di “addentrarci” nella materia, vediamo a chi possono servire i colori a olio

Pittura figurativa tradizionale

  1. Ai pittori di paesaggio
  2. Ai pittori di nature morte
  3. Ai ritrattisti
  4. A chi ha bisogno di velature trasparenti e lucide per rifinire gli acrilici
  5. A chi si vuole avvicinarsi in modo classico all’astratto, preferendo la materia “elastica” dell’olio essiccato ad altre soluzione materiche
  6. A chi vuole esercitarsi con copie d’autore
  7. A chi intende raggiungere i massimi effetti di verità

Pittura contemporanea

  1. A chi vuole mantenere, nell’astratto nella sintesi, una matericità che appartiene alla tradizione
  2. A chi vuole completare acrilici, che sono più spenti, con interventi vivificanti
  3. A chi crede che le tecniche miste consentano il massimo dell’espressione tecnica

 

I colori ad olio, per quanto siano di più complessa gestione, non possono mancare nello studio di un artista, accanto agli acrilici.

I LIMITI DEI COLORI A OLIO

Essi, nonostante costituiscano per antonomasia la pittura, richiedono tempi di asciugatura che sono piuttosto lunghi, specie se essi sono dati “a corpo” – cioè in strati spessi, come accadeva spesso nella pittura di Van Gogh – mentre l’essiccazione dell’acrilico è rapidissima e può essere assimilata a quella della tempera. L’untuosità dei materiali richiede un certo ordine da parte del pittore per evitare di sporcare gli abiti e gli ambienti in cui opera. Questi materiali esigono poi un certo esercizio compiuto con qualche prova in quanto, offrendo, con diluizioni performanti e uso dei pennelli di forma e ampiezze variabili, esiti diversificati, impongono la maturazione d’esperienza che consenta di sfruttare appieno le numerose possibilità offerte dal prodotto. Nel caso di una pittura realista o iperrealista essi richiedono tempi maggiori di attesa per le stesure successive e la capacità di fermarsi al momento giusto, ma sono indispensabili, anche solo come finitura, per rendere l’effetto del “vero”. Uno dei maggiori errori compiuti dai neofiti con i colori a olio è quello di raggiungere un buon risultato in una frazione della prima seduta e di voler andare oltre, nel completamento. Questo comporta spesso il crollo di qualità del quadro. Il colore a olio richiede all’artista, nell’ambito della pittura tradizionale, di evitare eccessive sovrapposizioni, a quadro ancora bagnato, poichè l’effetto è quello dello spegnimento del colore. Per le stesure successive sarà necessario attendere 24-48 ore – dipende dallo strato di materia – affinchè la parte superficiale della pittura sia asciutta e sia possibile procedere con stesure superiori.
Ogni stesura superiore avrà invece tempi sempre inferiori poiché la quantità di colore generalmente impiegata è più lieve. Un caso a sé riguarda la cosiddetta pittura alla “prima”. Essa prevede che il quadro ad olio sia steso in una sola seduta, di getto. Ma i colori, in questo caso non vengono mischiati sulla tela, quanto giustapposti – messi, cioè uno accanto all’altro, più come tasselli di un mosaico che come pennellate tout court – per evitare mèlange che portano sempre a un colore indefinito, vicino al grigio tortora. La seconda stesura dovrà sempre avvenire quando ormai il quadro non appiccica. E la prova si affronta manualmente. Per chi non vuole attendere, esistono prodotti additivi, chiamati essiccativi o essiccanti, in grado di accelerare notevolmente l’asciugatura. Li vedremo poco più avanti, nell’articolo.

LA SCELTA DEI MATERIALI
Ecco un nostro elenco con le migliori marche e relativi pregi. Abbiamo provato ad uno ad uno ciascun prodotto, per potervi offrire una resoconto puntuale. Potrete così indirizzare la scelta nei confronti di un prodotto che sia in linea con le vostre esigenze tecniche e che rispetti il vostro budget. E’ certo il fatto che, specialmente nella pittura tradizionale – figura, paesaggio, veduta, natura morta – la qualità dei colori è determinante per l’esito del quadro. Come un pianoforte di livello per un concertista. La qualità dipende molto dalla purezza dei pigmenti utilizzati e del medium – l’olio di lino – nonché dalle modalità di incorporazione del medium nell’olio stesso.
Questi colori non virano, con il tempo, nonostante il naturale assestamento cromatico, che crea invece una fusione elegante dell’opera, in ogni sua parte. E si avvicinano maggiormente alle ricette tramandate dai pittori antichi. Terre e ossidi venivano infatti stemperati nell’olio di lino. La concentrazione del pigmento è direttamente proporzionale alla durata del tubetto e alla brillantezza del colore. Pertanto potrà sembrare di conseguire risparmi, con prodotti già molto diluiti. Ma questi ultimi si consumano prima.

IL COLORE DI QUALITA’
Il colore di qualità si presta ad una più ampia gamma di effetti, proprio in virtù alla concentrazione della materia prima. I costi variano appunto in base alla purezza, Può essere allungato, sulla tavolozza, secondo gli effetti che vogliamo ottenere. Essenza di trementina, principalmente, come diluente. Oppure un tocco minuscolo di acquaragia, che noi preferiamo poiché consente, se usata senza eccessi, di ottenere una più rapida asciugatura della prima stesura, anche se induce una lieve attenuazione della brillantezza. L’acquaragia può essere molto utile se operiamo all’aria aperta, davanti a un paesaggio che intendiamo catturare con una certa rapidità e che rifiniamo in studio o con un ritorno al posto in cui abbiamo impostato l’opera, senza lasciar trascorrere un tempo eccessivo.
Evitiamo invece di aggiungere olio di lino. I colori in tubetto, sotto il profilo del medium, contengono già olio a sufficienza. Aggiunte ulteriori provocano una mestica infatti molto unta, scivolosa difficilmente gestibile con scioltezza. E i tempi di essiccazione diventano infiniti. Ma ognuno deve sperimentare la diluizione secondo le inclinazioni personali. L’effetto è quello di un dentifricio al quale è stato aggiunta acqua. Anche la pennellata diventa difficilmente controllata e controllabile.
Come ben sappiamo, i tubetti di colori ad olio furono prodotti nella seconda metà dell’Ottocento e questa soluzione favorì notevolmente l’esercizio della pittura all’aperto. In precedenza ogni pittore acquistava i pigmenti – polveri – e produceva il colore, aggiungendo l’olio di lino, secondo le proprie esigenze. I colori in tubetto avevano il grosso vantaggio d’essere trasportati e utilizzati con comodità, mentre nel passato remoto gli oli erano collocati in vasetti, che potevano essere perfetti contenitori, se utilizzati in studio, ma che risultavano intrasportabili. Proprio per renderli pronti all’uso, i produttori trovarono proporzioni tra pigmenti e medium che consentisse al pittore di non portare con sé altro olio di lino, ma una sola boccetta con diluente. In commercio esistono ancora, soprattutto per i restauratori, colori in polvere che coprono una nicchia di mercato e che sono più adatti a chi opera in termini “terapeutici” su un quadro o su un affresco, più che a chi voglia raggiungere un risultato formale, espressivo o narrativo.


Colori a olio: ecco le recensioni:

MAIMERI: Olio puro. Una soluzione di alta qualità. Questo prodotto, infatti è definito puro in quanto il colore non è mescolato con altre sostanze. Si tratta di olio più pigmento e nulla più, se non un minimo apporto di additivi per migliorare la qualità del colore. Caratteristica principale, infatti, è l’attenzione e la fedeltà del colore. Un prodotto studiato per il risultato cromatico migliore possibile. Clicca qui per visualizzare e acquistare i colori Maimeri

 

Maimeri 0398100 – Set Tubi Olio Classico,10 Colori Assortiti. Prezzo: 42 euro (più spese spedizione)

 


FERRARIO: Van Dyck. Una gamma con uno dei migliori rapporti qualità/prezzo. Ideale per chi è alle prime armi ma, data la qualità del prodotto, molto utilizzata anche dagli esperti del settore. Purezza, intensità delle tinte e impasto untuoso sono  le caratteristiche principali.  Clicca qui per visualizzare e acquistare i colori Ferrario

 

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OLD HOLLAND: un prodotto per puristi. Old Holland produce ancor oggi i suoi colori utilizzando le tecniche e le formule tradizionali. Uno dei marchi più ricercati dagli artisti fin dalla nascita della pittura ad olio. Il prezzo non è certamente adatto alle tasche di tutti ma si tratta pur  sempre della “Ferrari” dei colori ad olio.  Clicca qui per visualizzare e acquistare i colori Old Holland

Old Holland: classico set: Olio Colori 34 x 40 ml


WILLIAMSBURG: una linea e un prodotto che si fregia di essere stato creato dagli artisti stessi, per la migliore resa possibile. Ogni tonalità risulterà diversa nell’impasto, che può essere più o meno granuloso o più o meno oleoso, in quanto appositamente studiata per la resa cromatica migliore Clicca qui per visualizzare e acquistare i colori Williamsburg

 WINSOR & NEWTON:  la giusta via di mezzo. Il prezzo è alla portata e la qualità offerta è sicuramente di medio/alto livello. E’ la linea Winsor & Newton, utilizzata dalle accademia. Buona  qualità dei colori, ad un prezzo abbordabile Clicca qui per visualizzare e acquistare i colori WINSOR & NEWTON

Portapennelli.  Ideale per dare ordine e organizzazione ad accessori artistici e non solo come pennelli penne matite pennarelli pastelli.  Questo contenitore aperto è molto utile perchè mantiene le setole di ogni pennello distaccate, tiene ordine sulla scrivania e risulta uno strumento che ci permette di trovare subito il pennello che cerchiamo. Qui vi proponiamo Artina Porta pennelli Ø 14,5cm – spazio per 49 pennelli colori matite penne – per artisti pittura accademia belle arti, disponibile a 9,99 euro. Acquistalo qui

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con questa vernice finale,

UN PICCOLO SEGRETO DEL MESTIERE

Quando avete finito di dipingere – e dovete lavare i pennelli e altri utensili o dovete smacchiare rapidamente il pavimento, il muro o un abito – anzichè utilizzare l’acquaragia, che può essere fastidiosa e lascia aloni, intervenite con acqua calda nella quale è stato sciolto detersivo verde al limone prodotto per i piatti. Il rapporto tra detersivo e acqua è quello che utilizziamo quando dobbiamo lavare padelle molto unte. Poichè il legante è l’olio di lino, il detersivo lo rimuoverà perfettamente con il colore in esso disciolto. Sciacquate poi con acqua calda e passate uno straccio sulle setole, che resteranno molto morbide ed elastiche e che aumenteranno la durata del pennello stesso.

DOVE FAR ASCIUGARE I QUADRI A OLIO

E’ rimasto tra gli aneddoti – basati su una vicenda vera – l’incidente occorso a un grosso quadro di Velazquez. Approfittando di una bella giornata di sole e di vento, il maestro aveva chiesto che i suoi assistenti ponessero il quadro, al quale stava lavorando, all’esterno affinchè fosse accelerata l’asciugatura superficiale. Naturalmente il quadro doveva essere sistemato “in piedi”, in una zona luminosa, ma non direttamente colpito dai raggi solari – per evitare surriscaldamento e la possibile colatura del colore – poichè tutti i pittori sanno che se si appoggia a terra l’intero dipinto, pur verso l’alto, su di esso rotoleranno, in breve, polvere, insetti e peli, catturati dalla viscosità del colore. Si procedette allora poggiando il quadro su un lato, dandogli la giusta inclinazione, affinché non cadesse avanti. Ma un colpo di vento colpì la tela, che si trasformò in una sorta di vela. L’opera volò e cadde in avanti, subendo danni a causa della sporcizia che si era mischiata al colore. Rimuovere sassolini, spighe, fili d’erba, insetti, capelli, peli, crini, polvere grossa significa rovinare le linee dell’opera. Quindi. Bene all’esterno, a una certa altezza, nelle prime ore dopo la stesura. Poi all’interno, in un ambiente ben aerato e lontano da tutti. Mentre l’uso del phon funziona per accelerare l’asciugatura di tempere e acrilici – che normalmente, peraltro non ne necessitano – l’asciugacapelli agisce in modo insignificante sui quadri a olio.  Anzi. Calore intenso e flusso d’aria tendono a scompensare l’unione tra pigmento e olio di lino. Pertanto, al di là di tutto: esterno non polveroso nelle prime ore, in caso di bel tempo. Se l’esterno è molto umido, per pioggia o nebbia, l’esposizione risulterà completamente inutile. Per togliere peli, capelli e fili d’erba dal quadro bagnato è assolutamente sconsigliato usare unghie o dita, che spandono il colore, mentre si consiglia una pinzetta da make-up, sottile e precisa.

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LA DURATA DEI QUADRI A OLIO SENZA RILEVANTI MUTAMENTI DI COLORE

Le opere ad olio non devono essere costantemente colpite dai raggi del sole, che possono essere fonte dell’indesiderato schiarimento dei pigmenti. Per quanto riguarda la tela, il film pittorico può essere danneggiato da ambienti umidi e, ancor maggiormente, da luoghi in cui si passa frequentemente dal freddo umido al riscaldamento eccessivo. La tela si stringe e si dilata. Questo movimento diviene causa del distacco del colore.
La vernice finale è un ottimo aiuto per la conservazione cromatica del dipinto, poichè funge – oltre che da elemento uniformante che tende a colmare, nella pittura tradizionale, depressioni e rilievi del colore –  da protettivo e, lievemente, da filtro solare. I colori in vendita hanno indicazioni sulla durata presunta del colore stesso, prima che inizi un mutamento cromatico, pur lieve.
*** ottima resistenza ai fenomeni luminosi corretti: minimo 150 anni nel caso in cui il quadro sia stato collocato lontano da una forte fonte solare diretta o sia illuminato da appositi faretti che non mutano i pigmenti;
**  buona resistenza alla luce: minimo 75 anni nel caso in cui il quadro sia stato collocato lontano da una forte fonte solare diretta o sia illuminato da appositi faretti che non mutano i pigmenti;
*   scarsa resistenza alla luce: minimo 25 anni nel caso in cui il quadro sia stato collocato lontano da una forte fonte solare diretta o sia illuminato da appositi faretti che non mutano i pigmenti;
I colori evanescenti (alcune aniline, il bitume genuino, il minio, i colori fluorescenti), invece, vengono in genere catalogati con un pallino nero.

ESSICCATIVI PER COLORI A OLIO

C’è chi aggiunge alla mestica acquaragia che smagrisce il colore, eliminando parte dell’olio e diminuendo notevolmente i tempi di asciugatura. Ma il rischio è che si crei una lieve patina o che il colori muti lievemente. Chi invece intende giungere a tempi più brevi di essiccazione, senza il rischio di mutamenti cromatici imprevisti, può utilizzare gli essiccativi (qui puoi trovare i prodotti migliori in commercio a un prezzo più che onesto).

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COS’E’ LA VELATURA AD OLIO E COME SI OTTIENE

La velatura è una tecnica artistica di finitura del quadro che consiste nel porre uno strato sottilissimo di colore molto diluito sul sottostante dipinto, ormai asciutto, per ottenere effetti di trasparenza, semitrasparenza, per creare l’effetto traslucido o per mutare il colore sottostante. Essa, per quanto si dica praticata già, pur episodicamente, dai pittori egizi e dell’antica Roma, caratterizzò inizialmente la pittura fiamminga e si legò al colore ad olio, che fu utilizzato, nei Paesi Bassi, a partire dal Quattrocento, mentre, in Italia, per i dipinti da cavalletto, si faceva ancora uso di tempera grassa.Come ottenere, oggi, una velatura? Noi diamo la vernice finale al dipinto, attendiamo che asciughi per poter lavorare su una superficie “plastificata” o “vetrificata“. Quindi prendiamo pochissimo colore e lo diluiamo, sulla tavolozza, con liquido dello spray della vernice finale. Ed ecco un colore trasparente ma fortemente aggrappante. Per ottenere il liquido dallo spray, basta schiacciare il diffusore, scaricando in un punto della tavolozza il flusso aeriforme, a distanza ravvicinata, per una decina di secondi. Il mercato offre già anche colori trasparenti, che sono contrassegnati da un quadratino bianco sull’etichetta.

 

COME DARE LA VERNICE FINALE

Nel Novecento gli artisti tesero a utilizzare sempre meno la vernice finale, per ottenere un aspetto più materico e rozzo dell’opera. La vernice, infatti, tende a uniformare la superficie e ad esaltare il colore. Ai tempi di Turner, la vernice finale veniva data, ai dipinti a olio, nella sede in cui l’opera sarebbe stata collocata o negli spazi espositivi. Per questo è rimasto, nella terminologia artistica, il sostantivo vernissage, che significava, originariamente, verniciatura e che oggi è un incontro chic di inaugurazione di una mostra d’arte. Le operazioni di verniciatura avvenivano uno o due giorni prima dell’apertura ufficiale della mostra. E a questi delicati lavori, oltre agli artisti,  era ammesso un pubblico selezionato di intenditori. Con vernissage si intese così un’inaugurazione tra pochi eletti; e, successivamente, assunse la connotazione di festa d’inaugurazione. La stesura della vernice finale, a quei tempi, non era compito del pittore, ma di operai specializzati che lavoravano esclusivamente con vernici trasparenti, acquisendo, in questo campo, un’assoluta abilità. Il quadro doveva essere asciutto da qualche mese per evitare che i diluenti sciogliessero parti di colori del dipinto. Il prodotto veniva steso con rapidità. E capitava spesso che questi artigiani fossero così abili da consentire all’artista qualche ritocco finale, disperato, che poi loro sapevano coprire.

Oggi esistono più tipologie di vernici finali, che si dividono, comunque, in vernici a pennello e vernici spray.

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Le vernici finali a pennello richiedono una perfetta asciugatura del dipinto. Il rischio è infatti che si sciolga anche una piccola parte del colore, che si unisce alla vernice stessa, la quale non è più totalmente trasparente e non più totalmente incolore. Sotto il profilo dei risultati tecnici, la vernice finale a pennello è indicata a restauratori, iperrealisti, copisti e a tutti coloro che intendono mettere una cura massima – diremmo classico-accademica – nella realizzazione dell’opera

Le vernici finali spray sono molto comode e permettono d’essere spruzzate anche 24 ore dopo aver finito l’opera e anche se questa non è perfettamente asciutta. L’importante è che il quadro non sia messo verticalmente. Lo spray va dato, dopo aver scosso vigorosamente la bomboletta per un minuto, a una trentina di centimetri di distanza dalla tela. Evitiamo l’ambiente chiuso. Meglio all’aperto, ma in una giornata senza vento. Oppure mettiamoci in un luogo aerato, ma senza correnti d’aria, che si porterebbero via tutta la materia volatile. Ricordiamoci poi, se intendiamo tenere il quadro in piedi, durante questa operazione, di non spruzzare troppa vernice, per evitare istantanee colature e formazione di grumi. Dobbiamo produrre un’emissione regolare e piuttosto rapida. Poi appoggiamo il quadro in posizione orizzontale, in un luogo dove non ci siano vento e polvere. E aspettiamo. Possiamo dare un’altra mano dopo qualche ora.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa