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Dodici persone arrestate, tra cui il presunto basista, senza il quale, dicono gli investigatori, la banda non avrebbe potuto fare razzia nel museo di Castelvecchio, a Verona, rubando autentici capolavori, peraltro difficilmente smerciabili, considerata la notorietà. Intercettazioni telefoniche e il tam tame del mercato clandestino che segnalava, in Moldavia, l’avvio della ricerca di clienti a cui cedere lo scottante bottino, hanno portato gli investigatori nello Stato che un tempo faceva parte dell’impero sovietico. Ora resta da affrontare – ma sarebbe questione di ore o di giorni – il recupero di sei Tintoretto, un Rubens, un Mantegna, un Pisanello, uno Jacopo Bellini e un Giovanni Bellini, più altre sei di autori meno noti, ma di grande rilievo, per un valore stimato attorno ai 20 milioni di euro. Alcuni arrestati sarebbero finiti in contraddizione e avrebbero ammesso la partecipazione al furto avvenuto il 19 novembre scorso dal museo di Castelvecchio, a Verona.
In manette, con l’accusa di essere stato il perno dell’azione, la guardia a cui era affidata la sorveglianza degli spazi museali,quella sera.
Furono rubati: La Madonna della quaglia del Pisanello; San Girolamo penitente nel deserto di Jacopo Bellini; la Sacra famiglia con una santa di Andrea Mantegna; Ritratto di giovane con disegno infantile e Ritratto di giovane benedettino di Giovanni Francesco Caroto; Madonna allattante, Trasporto dell’arca dell’alleanza, Banchetto di Baltassar, Sansone e Giudizio di Salomone di Jacopo Tintoretto; Ritratto maschile della cerchia di Jacopo Tintoretto; Ritratto di ammiraglio veneziano della Bottega di Domenico Tintoretto, Dama delle licnidi di Peter Paul Rubens; Porto di mare di Hans de Jode; Ritratto di Girolamo Pompei di Giovanni Bellini
Dodici arresti per il furto dei capolavori di Castelvecchio Verona. Tra poche ore il recupero dei quadri
Dodici persone arrestate, tra i quali quello del presunto basista, senza il quale, dicono gli investigatori, la banda non avrebbe potuto fare razzia nel museo di Castelvecchio, a Verona, rubando autentici capolavori, peraltro difficilmente smerciabili, considerata la notorietà. Intercettazioni telefoniche e il tam tame del mercato clandestino che segnalava, in Moldavia, l'avvio della ricerca di clienti a cui cedere lo scottante bottino, hanno portato gli investigatori nello Stato che un tempo faceva parte dell'impero sovietico. Ora resta da affrontare - ma sarebbe questione di ore o di giorni - il recupero di sei Tintoretto, un Rubens, un Mantegna, un Pisanello, uno Jacopo Bellini e un Giovanni Bellini, più altre sei di autori meno noti, ma di grande rilievo, per un valore stimato attorno ai 20 milioni di euro.