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Fu vittima di un delitto rituale di 5300 anni fa. La “Scientifica” scopre ora chi era. Infanzia lontana. Fieno. Otto colpi. Movente


Le paludi erano luoghi spaventosi, punto di incontro tra gli uomini e le ombre inquiete dell’Aldilà. Le nebbie dense che si squarciavano all’improvviso, i rumori che fluivano tra le canne senza che se potesse conoscere l’origine rafforzavano l’idea estrema di un mondo in cui la certezza del passo cedeva il posto a un realtà fluttuante. E’ in luoghi come questi che avvenivano omicidi rituali. Sacrifici di donne e uomini effettuati per chiedere grazie agli dei che se ne stavano nascosti tra le canne o per placarne la furia. I corpi – che si trovano spesso mummificati naturalmente dalla natura del terreno e dall’acqua – sono numerosi e una branca dell’archeologia ne studia origine e diffusione, cercando di comprendere più approfonditamente il movente all’origine della tragica fine.

Il teschio dell’uomo della palude. CREDIT: STEPHEN FREIHEIT., FISCHER ET AL., 2024, PLOS ONE, CC-BY 4.0 (HTTPS://CREATIVECOMMONS.ORG/LICENSES/BY/4.0/)

Nei giorni scorsi – il 14 gennaio 2024 – la rivista on line Plus one ha pubblicato uno studio scientifico dedicato a Vitrupp Man, lo scheletro di un uomo trovato con il teschio fracassato in una palude-torbiera della Danimarca.. Furono otto i colpi inferti probabilmente con asce o pietre all’indirizzo della vittima. E le prove raccolte dai ricercatori porterebbero a pensare che potesse essere una sorta di schiavo o un prigioniero di guerra, proveniente dalla Scandinavia. Terre non vicinissime.

“Vittrup passò da raccoglitore ad agricoltore prima di essere sacrificato in Danimarca” affermano gli autori dello studio, Anders Fischer dell’Università svedese di Göteborg e colleghi. – L’analisi del DNA, degli isotopi e delle proteine rivela l’ascendenza genetica e la migrazione di questo essere umano. Nacque lungo la costa scandinava prima di trasferirsi in Danimarca, dove è stato successivamente sacrificato”.

Visse circa 5300 anni fa. La datazione al radiocarbonio indica un arco temporale compreso tra il 3300 e il 3100 a.C.

“La natura frammentata dei resti, compreso un teschio fracassato, indica che fu ucciso durante un sacrificio rituale, una pratica comune in questa regione in questo periodo”. dicono gli studiosi. – Dopo che uno studio sul DNA ha scoperto che la firma genetica dell’Uomo di Vittrup era distinta dagli scheletri di uomini danesi a lui contemporanei, Fischer e colleghi hanno avuto l’idea di raccogliere e far convergere sul tavolo investigativo ulteriori prove per ricostruire la storia della vita di questo individuo dell’età della pietra, con una risoluzione senza precedenti. Hanno ricostruito, studiando gli elementi contenuti nei denti, i luoghi in cui egli è nato, è vissuto, si è mosso.

“Gli isotopi di stronzio, carbonio e ossigeno dello smalto dei denti dell’uomo Vittrup – affermano i ricercatori – indicano un’infanzia trascorsa lungo la costa della penisola scandinava. A conferma di ciò, l’analisi genetica ha trovato una stretta relazione tra l’Uomo di Vittrup e le popolazioni mesolitiche provenienti dalla Norvegia e dalla Svezia. Ulteriori analisi isotopiche e proteiche dei denti e delle ossa indicano uno spostamento nella dieta dal cibo costiero (mammiferi marini e pesci) nei primi anni di vita al cibo di fattoria (comprese pecore o capre), una transizione avvenuta nella tarda adolescenza.

La ricostruzione del sacrificio in palude @ Anders Fischer (contents) and Niels Bach (drawing), CC-BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)

Questi risultati suggeriscono che Vittrup Man trascorse i suoi primi anni in una società di cacciatori raccoglitori del nord prima di trasferirsi in una società agricola in Danimarca. Non è chiaro il motivo per cui questo individuo si sia trasferito, anche se gli autori suggeriscono che potrebbe essere stato un commerciante o un prigioniero che si è integrato nella società locale. Rimangono misteri sull’Uomo di Vittrup, ma questa comprensione dettagliata della sua storia geografica e alimentare fornisce nuove intuizioni sulle interazioni tra le società mesolitiche e neolitiche in Europa.

Gli autori aggiungono: “Per quanto ne sappiamo, questa è la prima volta che la ricerca è riuscita a mappare la storia della vita di un abitante del Nord Europa con un livello di dettaglio così elevato e in una distanza di tempo così elevata”.

L’indagine svolta dall’équipe di Anders Fischer fornisce un’ulteriore conferma a un’ipotesi che stiamo formulando da tempo. E cioè che i sacrifici rituali umani riguardassero  soprattutto schiavi, prigionieri di guerra appartenenti ad altre etnie e che si rivolgessero invece a membri della propria comunità solo in casi molto particolari, come la consumazione di reati gravi che ponevano l’individuo al di fuori della comunità stessa.
Probabilmente i sacrifici di donne e uomini avvenivano dopo periodi di detenzione e si svolgevano – in quest’area e in questa epoca – nei pressi delle paludi – dove i cadaveri venivano poi abbandonati. E’ anche probabile che si trattasse di esecuzioni che univano il lato cultuale – sacrificio agli dei –  alla punizione giudiziaria dell’individuo, per gravi reati commessi o nell’ambito di faide o guerre.

Lo studio completo in Plus one