Gian Luca Spanu è stato tra i finalisti del Premio Nocivelli 2015. Ecco l’opera presentata e la testimonianza dell’autore.
Il disegno, la pittura e la scultura sono le mie forme di comunicazione con il mondo: mi permettono di esprimere le mie emozioni e i miei stati d’animo, o semplicemente rappresentare quello che mi colpisce, rappresentano un bisogno fisiologico irrinunciabile e mi galvanizza l’idea di non sapere quale sarà il risultato finale e quali sensazioni potrà suscitare il mio lavoro nel fruitore.
Nei miei Banaker non c’è un progetto predefinito: tutto il processo creativo è molto istintivo e legato alle sensazioni che provo in quel momento. Banaker è la sintesi di due parole: banalità e kermesse!
Nato nel 1970 in Germania, fin da piccolo sono stato assecondato nelle mie inclinazioni artistiche e nella scelta del percorso formativo che si è concluso nel 1993 con il conseguimento del diploma di laurea in scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Poiché “ l’Arte come fatica di mente” vuole che il corpo sia ben nutrito ho lavorato come autista e soccorritore di ambulanza e magazziniere dal 1996 al 2014. In questo arco temporale ho dedicato alla pittura e al disegno ogni momento libero.
Non avendo mai incontrato un moderno che mi facesse da mecenate, un bel giorno di novembre del 2014 ho presentato le mie dimissioni a lavoro e mi sono buttato a capofitto nella realizzazione di un sogno.
Gian Luca Spanu
+39 333 72 66 401 spanugianluca@yahoo.it
www.spanu6.it www.facebook.com/SPANU6L
SONO APERTE LE ISCRIZIONI AL PREMIO NOCIVELLI 2016. AD ESSO POSSONO ADERIRE ARTISTI CHE ABBIANO UN’ETA’ SUPERIORE AI 18 ANNI. NUMEROSE LE OPPORTUNITA’ OFFERTE DA QUESTO CONCORSO CULTURALE, CONSIDERATO TRA I PIU’ IMPORTANTI D’ITALIA. PER INFORMAZIONI E/O ISCRIZIONI, CLICCA SUL LINK, QUI SOTTO
www.premionocivelli.com
Gian Luca Spanu, condividere il sogno della pittura
L'artista,tra i finalisti del Premio Nocivelli '15: "Il disegno, la pittura e la scultura sono le mie forme di comunicazione con il mondo: mi permettono di esprimere le mie emozioni e i miei stati d’animo, o semplicemente rappresentare quello che mi colpisce, rappresentano un bisogno fisiologico irrinunciabile e mi galvanizza l’idea di non sapere quale sarà il risultato finale e quali sensazioni potrà suscitare il mio lavoro nel fruitore".