www.premionocivelli.it/artista/gianluca-morini
Gianluca Morini
A long journey through nothing new
Terzo, sezione fotografiat
Premio Nocivelli 2019
2019, Fotografia analogica
30×45 cm
“Venticinque anni fa i miei genitori decisero di lasciare il Brasile. Sono nato in una terra che sarebbe dovuta essere la mia, ma con cui invece ho sempre avuto un rapporto distante, freddo, relegato alla posizione di perpetuo turista. Quel sentimento di “saudade”, di qualcosa di perso, così sfumato e inspiegabile, si è spesso rivelato in varie forme mentre cercavo di dare forma alla mia quotidianità. A partire dall’anno scorso ho deciso di oltrepassare i confini della mia regione, la Lombardia, alla ricerca di analogie. Nel tentativo di dialogare con una terra a cui non ho mai sentito di appartenere, cercando di plasmare una qualche relazione con la mia routine, ho raccolto quei frammenti di esperienze visive, familiari o meno, che ho sentito potessero contribuire a creare una genuina percezione della mia realtà quotidiana, non più lontana e idealizzata, ma presente e in continuo cambiamento. Tutto ciò che rientrasse nella mia normalità, e che per molti, non è niente di nuovo”.
Iniziamo con una breve scheda anagrafica, come se leggessimo una carta d’identità. Sotto il profilo della produzione artistica puoi immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Mi chiamo Gianluca Morini, 23 anni vissuti nella fredda e nebbiosa Brianza. Studio tutt’altro, ma parallelamente a questo ho coltivato la passione per la fotografia per molto tempo, studiando e dedicandomi all’osservazione dei grandi autori contemporanei e non. Sono sempre stato vicino all’insegnamento neo-topografico e alla fotografia a colori americana degli anni 70, anche se il paesaggio italiano ha fatto sì che espressivamente tale influenza si rifacesse a quelle che sono le caratteristiche del nostro territorio. Inevitabilmente mi sono quindi avvicinato ad autori come Ghirri e Guido Guidi, che prima di me hanno cercato di dare una definizione a quello che è il paesaggio della provincia italiana, soprattutto al Nord.
Partendo dalle motivazioni della giuria sulla tua opera, puoi raccontarci in modo più personale i temi i contenuti della tua opera, descrivendo le modalità operative usate nella sua realizzazione?
Trovo che tutto questo lavoro sia nato come un tentativo di prendere contatto e consapevolezza in primis con quello che è il mio territorio, quello dove sono nato e cresciuto, per poi arrivare ad analizzare un concetto di Italia più distante, decisamente più stereotipato, concetto che spesso ho sentito di far mio. I miei non sono di qui, e arrivato a una certa età ho avuto la percezione che il mio rapporto con questo luogo fosse esclusivamente dovuto al fatto che ci sia nato, senza avere un vero e proprio coinvolgimento emotivo e culturale. Conseguentemente ho avuto il bisogno di prendere contatto con le cose, con gli elementi della mia routine, col concetto d’Italia che sentivo di avere.
Ho cercato di avvicinarmi alla fotografia di paesaggio degli anni 80, e quindi ho deciso di sviluppare tutto il lavoro su pellicola medio formato (6×9) e in alcuni casi utilizzando un piccolo formato. É un processo molto più lento e contemplativo, che ben si adatta a quella che è la mia ricerca.
Se potessi dare un consigli ad altri giovani artisti che stanno valutando di partecipare ad un concorso quale sarebbe?
Partecipare ai concorsi è una fase molto importante per qualsiasi artista. Permette di sottoporre il proprio lavoro a un gruppo di esperti totalmente estranei e quindi ricevere (si spera) giudizi utili. Il mio consiglio è provarci sempre, curare la fase di editing, presentare dei progetti che funzionino non solo sul piano visivo ma anche sul sequenziamento, soprattuto nei lavori concettuali, pensare all’esposizione, come disporre le foto/opere in uno spazio, che per me è la parte più difficile ma quella che spesso è vincente. E soprattutto non buttarsi giù se non si è scelti : c’è sempre un fattore soggettivo, delle linee guida che forse non si adattano al vostro lavoro, quindi provateci sempre.
sito internet e/o link instragram/facebook.
gianlucamorini.com
IG : gianluca_morin
Gianluca Morini, il giorno fu pieno di gelo, ma ora arriva la sera. Fotografare mondi lontani-vicini
Il giovane artista, terzo nella sezione fotografia del Premio Nocivelli 2019:"Trovo che tutto questo lavoro sia nato come un tentativo di prendere contatto e consapevolezza in primis con quello che è il mio territorio, quello dove sono nato e cresciuto, per poi arrivare ad analizzare un concetto di Italia più distante, decisamente più stereotipato, concetto che spesso ho sentito di far mio. I miei non sono di qui, e arrivato a una certa età ho avuto la percezione che il mio rapporto con questo luogo fosse esclusivamente dovuto al fatto che ci sia nato, senza avere un vero e proprio coinvolgimento emotivo e culturale. Conseguentemente ho avuto il bisogno di prendere contatto con le cose, con gli elementi della mia routine, col concetto d’Italia che sentivo di avere".