Giovanni Baglione – Splendori, miserie e quotazioni del pittore diffamato dal Caravaggio

Baglione aveva cercato di adeguare il suo pennello post-rinascimentale alle nuove suggestioni caravaggesche, ma i suoi tentativi di imitazione o di reinvenzione non erano particolarmente riusciti, anche a causa di una commistione tra personaggi della tradizione iconografica antica e l'urgente verità descrittiva di matrice caravaggesca, che entravano in comica, grottesca opposizione. La sua pittura Divino Amore e Amor Profano è una risposta assai impacciata e comica all'Amore vincitore del Caravaggio.



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Una dellle musei di Giovanni Baglione
Una delle musei di Giovanni Baglione

Giovanni Baglione ( Roma , 1566 – Roma, 1643 ) è un pittore italiano e storico dell’arte del primo barocco. Allievo di Francesco Morelli, ha operato principalmente a Roma, inizialmente in stile manierista . Fu tra i più accesi antagonisti del Caravaggio che, esasperando la ricerca di verità già presente nella pittura lombarda del Cnquecento, aveva aperto la strada al puro naturalismo moderno.

Baglione aveva cercato di adeguare il suo pennello post-rinascimentale alle nuove suggestioni caravaggesche, ma i suoi tentativi di imitazione o di reinvenzione non erano particolarmente riusciti, anche a causa di una commistione tra personaggi della tradizione iconografica antica e l’urgente verità descrittiva di matrice caravaggesca, che entravano in comica, grottesca opposizione. La sua pittura Divino Amore e Amor Profano è una risposta assai impacciata e comica all’Amore vincitore del Caravaggio (Amor vincit omnia).
 
L'Amour Divin et l'Amour Profane (1602-1603) - huile sur toile, 179 × 118 cm. Staatliche Museen, Berlin.
Giovanni Baglione, L’amor sacro e l’Amor profano, (1602-1603) – olio su tela , 179 × 118 cm. Staatliche Museen, Berlin

 Amor Vincit Omnia è un dipinto a olio su tela (156x113 cm) realizzato tra il 1602 ed il 1603 dal pittore italiano Caravaggio. È conservato nel Staatliche Museen di Berlino.

Amor Vincit Omnia è un dipinto a olio su tela (156×113 cm) realizzato tra il 1602 ed il 1603 dal pittore italiano Caravaggio. È conservato nel Staatliche Museen di Berlino.

Quando, nel 1603, fu esposta la Resurrezione di Giovanni Baglione alla Chiesa del Gesù, il dipinto fu accolto assai freddamente dagli altri pittori, quand’anche con un certo disprezzo. Trai detrattori più accesi c’erano  Caravaggio, Orazio Gentileschi, Ottavio Leoni e Onorio Longhi, i quali, per sottolineare la debacle del collega e la sua inclinazione ad essere ossequioso nei confronti dei potenti composero due poemetti satirici che hanno per oggetto lo stesso Baglione e il suo amico e collega pittore, Tommaso Salini.
Con un linguaggio volgare, i poemetti satirici rivolgevano accuse pesanti a Giovanni Baglione e Tommaso Salini: il primo veniva tacciato di incompetenza e di essere addirittura il vituperio della pittura, mentre Salini – soprannominato “l’angelo custode” di Baglione – era accusato di essere una malalingua, di parlare male di tutti gli artisti eccetto Baglione e, in buona sostanza, di essere il suo tirapiediIn seguito alla distribuzione di questi versi, sempre nel 1603, Giovanni Baglione sporse denuncia per diffamazione ai danni – appunto – di Caravaggio, Orazio Gentileschi, Ottavio Leoni e Onorio Longhi. Dopo questo processo, Baglione abbandonò il caravaggismo per tornare alla “maniera propria”.
Le sue opere principali sono affreschi nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Nella chiesa di Santa Maria dell ‘Orto, le sue raffigurazioni di scene della Vita della Vergine e di San Sebastiano sono ancora visibili. Dipinse anche una Ultima Cena nella chiesa di San Nicola in Carcere di Roma, a Santo Stefano nella cattedrale di Perugia , a Santa Caterina nel Duomo di Loreto e del transetto di San Giovanni in Laterano , San Filippo, Offerta dei vasi Fatta da Costantino Silvestro (1600). La serie di dipinti raffiguranti le nove muse – acquistati a suo tempo da Maria de ‘Medici –  è ora nel Museo di Belle Arti di Arras . Papa Paolo V ordinò Cavaliere dell’Ordine dell’Ordine di Cristo per il suo lavoro nella Basilica di San Pietro
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