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[U]n cassone ligneo come ammonimento contro le tentazioni peccaminose. Tra il Gotico e il Rinascimento era consuetudine ornare gli arredi delle case signorili con scene dal significato allegorico, volte ad esortare i proprietari ad evitare condotte immorali e preservare l’indissolubilità del vincolo coniugale.
Tra i mobili conservati nella Casa del Podestà di Lonato, nel bresciano – Fondazione Ugo da Como -, si annovera una cassapanca del XV secolo, il cui lato frontale presenta un ornamento ancorato alla cultura tardo-gotica e riecheggiante la decorazione degli arazzi. Contro uno sfondo cupo e privo di profondità si stagliano uccelli dal piumaggio candido, – che indicano il simbolo cristologico del pellicano -, intenti a lanciarsi contro lepri impaurite.
Il messaggio che si cela dietro questa rappresentazione allude alla sfera nuziale: può infatti essere interpretato come un monito a vincere le passioni peccaminose – attraverso la purezza della religione – e riversare le proprie energie nel legame matrimoniale, ma senza giungere agli eccessi dei piccoli animali che sono considerati popolarmente inclinati a una sessualità frenetica. Essendo animali molto prolifici, il coniglio e la lepre sono tradizionalmente considerati simbolo di eccesso erotico e, spesso di lascivia, e, a partire dall’epoca umanistica, appare nelle raffigurazioni amorose quale emblema di voluttà. In altri casi i coniglietti piccoli e bianchi alludono invece alla fecondità, fertilità e alla nascita.
Nell’iconografia religiosa l’animale mantiene un’accezione negativa. In alcune scene di san Gerolamo nel deserto, ad esempio, alluderebbe alle passioni e alle tentazioni demoniache contro cui deve lottare l’eremita. Agli uccelli – creature del cielo, simili ad angeli – è invece affidato il compito di stanare le “malvagie” lepri.
Quasi tutte le culture hanno assegnato ai volatili connotazioni positive: il mondo classico li considerava metafora dell’anima che abbandona il corpo al momento della morte; Euripide li definiva “messaggeri degli dei” e, nell’antica Roma, i sacerdoti traevano auspici dal loro volo. La cultura cristiana ha ereditato l’originaria simbologia e si è spinta oltre: secondo alcuni esegeti, l’immagine dell’uccello sarebbe addirittura un’allegoria di Gesù.