di Gualtiero Marchesi
La mia ricerca sulla forma, e sulle capacità di costruzione formale del colore, assume stavolta le sfumature del giallo. La perfezione del circolo, il fascino della concentricità si affidano a due diverse tonalità di questa cromia per sua stessa natura ambigua, misteriosa, persino – in qualche caso – sottilmente angosciante. In qualche caso, ma non qui: qui, il disco morbido e bonario della polenta si adagia a ricevere su di sé in placidezza la piccola, flava luna piena della fonduta al formaggio di montagna. Nessuna inquietudine da girasoli o da campi di grano vangoghiani; nessun ruggito inesorabilmente timbrico da Fauve; nessun tormento dell’anima da pittore espressionista. Il giallo è risolto, senza dubbio. L’enigma è svelato. Del resto, come dubitarne? L’affabilità della materia, l’essenzialità assoluta della composizione, non potevano che guidare verso plaghe serene, e sereni orizzonti.
Gualtiero Marchesi, la soluzione del giallo
La mia ricerca sulla forma, e sulle capacità di costruzione formale del colore, assume stavolta le sfumature del giallo. La perfezione del circolo, il fascino della concentricità si affidano a due diverse tonalità di questa cromia per sua stessa natura ambigua, misteriosa, persino - in qualche caso - sottilmente angosciante. In qualche caso, ma non qui: qui, il disco morbido e bonario della polenta si adagia a ricevere su di sé in placidezza la piccola, flava luna piena della fonduta al formaggio di montagna. Nessuna inquietudine da girasoli o da campi di grano vangoghiani; nessun ruggito inesorabilmente timbrico da Fauve; nessun tormento dell’anima da pittore espressionista. Il giallo è risolto, senza dubbio. L’enigma è svelato. Del resto, come dubitarne? L’affabilità della materia, l’essenzialità assoluta della composizione, non potevano che guidare verso plaghe serene, e sereni orizzonti.