I francesi: "Non prestiamo la Gioconda all'Italia"

Il ministero francese. "Più fondamentalmente, questo quadro e' indissolubilmente legato all'immagine e alla reputazione internazionale del museo del Louvre, che accoglie ogni anno piu' di 8 milioni di visitatori, venuti dalla Francia e dal mondo intero, che non capirebbero se quest'opera venisse loro sottratta''.

leonardoLa Gioconda non sarà prestata nemmeno per un periodo brevissimo. Il capolavoro di Leonardo da Vinci risulta inamovile perchè costituisce il principale richiamo del Louvre e produce, come meccanismo fondamentale e punta di diamante, buona parte di quegli 8 milioni di visitatori che si recano nell’ex palazzo reale francese. Quindi nulla da fare per il comitato fiorentino che ne aveva chiesto il prestito per il 2013, con il fine di  festeggiare il centenario del recupero del dipinto da parte delle autorità italiane, opera che, a sua volta, era stata sottratta da un italiano, Vincenzo Peruggia. Motivazione del furto – secondo le dichiarazioni dell’ormai celebre “ladro del Louvre” – era il fatto che egli riteneva che la Gioconda fosse una preda di guerra e non – com’è vero – un acquisto compiuto dal re di Francia dopo la morte di Leonardo. Comunque sia, il quadro tornò a Firenze con Vincenzo Peruggia e qui fu recuperato. Per il Louvre staccarsi dal dipinto non è così semplice come pare. La saletta in cui è conservato il ritratto di monna Lisa Gherardini del Giocondo è meta di un incessante pellegrinaggio da parte del pubblico, che sfila rapidamente nella galleria italiana, senza prestare attenzione agli altri capolavori – anche di Leonardo – che stanno alle pareti, per raggiungere, in fondo alla galleria corridoio, il mitico quadro, protetto da una teca a prova di bomba. Il comitato aveva anche ipotizzano un prestito simbolico brevissimo. I francesi hanno tergiversato, facendo scadere l’anniversario del 2013 e hanno dato risposta negativa.


‘Sensibile al vostro desiderio di favorire l’accesso dei capolavori dell’umanita’ al piu’ grande numero possibile di persome – scrive il direttore generale Vincent Berjot a Vinceti, responsabile del Comitato – mi dispiace tuttavia di non poter dare un seguito favorevole alla vostra richiesta. Come voi stesso sottolineate, il prestito di quest’opera insigne avverrebbe ponendo moltissime difficoltà tecniche. Piu’ fondamentalmente, questo quadro e’ indissolubilmente legato all’immagine e alla reputazione internazionale del museo del Louvre, che accoglie ogni anno piu’ di 8 milioni di visitatori, venuti dalla Francia e dal mondo intero, che non capirebbero se quest’opera venisse loro sottratta”.
Attorno a questo evento meditiamo sugli errori ripetuti degli italiani. A partire dalla dimenticanza iniziale, quando gli Stati che componevano il nostro tessuto nazionale, per distrazioni, crisi e sottovalutazioni già endemiche – non furono in grado di offrire a Leonardo le condizioni per la permanenza in Patria. Sicché lui accettò l’invito ad espatriare, giunto da parte del re di Francia.
 
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