Studiosi delle università tedesche hanno scoperto che gli uomini di Neanderthal – nostri diretti cugini, con i quali condividiamo una piccola parte del patrimonio genetico – potrebbero aver cacciato coraggiosamente i leoni delle caverne europee ( Panthera spelaea ) per trarne carne e pelo.La ricerca è stata pubblicata in queste ora su Scientific reports di Nature. Il paleoantropologo di origine italiana, Gabriele Russo, dell’Università di Tubinga e i suoi colleghi hanno esaminato i resti di quattro leoni delle caverne dell’era glaciale rinvenuti in Germania. I segni sulle ossa di uno dei leoni, vissuto circa 48.000 anni fa, suggeriscono che sia stato colpito con una lancia con la punta di legno, un’arma nota per essere stata usata dai Neanderthal. Lo studio delle ossa delle zampe degli altri tre leoni, vissuti circa 190.000 anni fa, ha rivelato che furono macellati in modo da rimuovere gli artigli insieme alla pelliccia, forse per preservare la pelle per valore ornamentale. “Queste interazioni comprendevano non solo l’uso culturale delle parti del corpo dei leoni, ma anche la capacità di cacciarli”, ha spiegato Russo. “Inizialmente, questo comportamento era attribuito esclusivamente alla nostra specie, l’Homo sapiens “, ha aggiunto, sottolineando che non ci sono prove che gli esseri umani moderni o altri ominidi vivessero nella regione all’epoca in cui questi leoni furono massacrati.
“Durante il Paleolitico superiore, i leoni diventano un tema importante nell’arte paleolitica e sono più frequenti negli assemblaggi faunistici di origine antropica. – spiega lo studio – Tuttavia, la relazione tra ominini e leoni nei periodi precedenti è poco conosciuta e interpretata principalmente come competizione tra specie. Qui presentiamo nuove prove delle interazioni tra i leoni delle caverne e i Neanderthal durante il Paleolitico medio. Riportiamo nuove prove di lesioni da caccia sullo scheletro di 48.000 leoni delle caverne trovati a Siegsdorf (Germania) che attestano il primo caso diretto di uccisione di un grande predatore nella storia umana. Un’analisi comparativa di una foratura parziale a una costola suggerisce che la coltellata mortale è stata sferrata con una lancia di legno. Presentiamo anche la scoperta di falangi distali di leone risalenti ad almeno 190.000 anni fa provenienti da Einhornhöhle (Germania), che rappresentano il primo esempio dell’uso della pelle di leone delle caverne da parte dei Neanderthal nell’Europa centrale. Il nostro studio fornisce nuove prove su una nuova dimensione della complessità comportamentale dei Neanderthal”.
L’Homo neanderthalensis, noto come l’uomo di Neandertal, è un parente stretto dell’Homo sapiens che viveva durante il Paleolitico medio, tra 200.000 e 30.000 anni fa. Questo nome deriva dalla valle di Neander (Neandertal in tedesco), situata vicino a Düsseldorf, in Germania, dove furono scoperti i primi resti fossili.
Inizialmente, si credeva che i Neanderthal fossero meno intelligenti dei nostri antenati sapiens e che non ci fossero ibridazioni tra le due popolazioni. Tuttavia, ricerche recenti hanno cambiato questa prospettiva. I Neanderthal erano abili cacciatori, giunti in Europa prima dei sapiens, e possedevano una profonda conoscenza degli ambienti glaciali. Hanno anche prodotto esempi di pensiero simbolico, come dimostrato dalle incisioni rupestri trovate nelle grotte.
La scomparsa dei Neanderthal è ancora oggetto di dibattito. Potrebbe essere stata causata da una lenta ibridazione con i sapiens moderni, genocidio, competizione o selezione sessuale. La mancanza di materiale genetico conservato rende difficile la risoluzione di questo enigma.
Alcune teorie suggeriscono che il declino dei Neanderthal potrebbe essere stato influenzato dalla concorrenza con i sapiens, che avevano una cultura basata su tecniche commerciali avanzate e avevano più tempo libero per sviluppare specializzazioni non legate alla sopravvivenza, come la creazione di utensili complessi e l’arte.
Inoltre, è stata proposta la tesi che la mancata divisione dei compiti tra i sessi tra i Neanderthal potrebbe aver influito sulla loro estinzione. I sapiens erano più organizzati e potevano permettersi di assegnare alle donne compiti stanziali, mentre i maschi si concentravano sulla caccia e la fornitura di risorse, aumentando così le possibilità di sopravvivenza della prole.
Fino al 2006, si riteneva che non ci fossero ibridazioni tra Neanderthal e Sapiens. Tuttavia, uno studio del 2010 suggerisce che tali ibridazioni possano essere avvenute nel Vicino Oriente tra 80.000 e 50.000 anni fa, con una piccola percentuale di materiale genetico neandertaliano presente negli attuali esseri umani.
Un altro studio del 2020 ha suggerito che, circa 50.000 anni fa, durante la migrazione dei sapiens fuori dall’Africa, ci furono accoppiamenti fertili con popolazioni neandertaliane e denisoviane, che alla fine furono assorbiti e sostituiti da popolazioni tipicamente sapiens. Questi accoppiamenti hanno influenzato l’anatomia facciale, la pelle, i capelli, il sistema immunitario e quello nervoso degli esseri umani moderni.
L’Homo neanderthalensis coesisteva con l’Homo sapiens nell’ultimo periodo della sua esistenza e scomparve relativamente rapidamente, un evento ancora oggetto di studio scientifico attivo.
Lo studio sulla caccia dei leoni da parte dei Neanderthal è firmato da Gabriele Russo, Annemieke Milks, Dirk Leder, Tim Koddenberg, Britt M. Starkovich, M. Duval, J.-X. Zhao, Robert Darga, Wilfried Rosendahl & Thomas Terberger