Ha mosso grandi masse in costume adamitico, in giro per il mondo. Dalle Alpi al Messico, dall’Olanda ai deserti del Nord Africa. L’ultimo lavoro di Tunick si è svolto sui rilievi attorno al Mar Morto, in Israele.
“Sono qui per aumentare la consapevolezza rispetto alle acque che si stanno ritirando.” ha detto Tunick alla Cnn – “E per attirare l’attenzione sul disastro ecologico che sta accadendo”. Fotografo ed artista americano, Spencer Tunick si inserisce con modalità soft nella corrente performativa dell’arte contemporanea.
Egli ha contato soprattutto sull’impatto mediatico delle immagini che evocano, al contempo, un’idea di libertà trasgressiva che compie il popolo mettendosi a nudo e sfidando la convenzione dell’abito, e, nella somma di nudità che divengono indifferenziate, ricordi di stragi e di abomini che hanno segnato il Novecento.
Tra le immagini più rispettose dell’essere umano e dell’ambiente, quella della performance di donne e uomini, tra le nevi delle Alpi.
Tunick ha lavorato anche con decine di migliaia di comparse, sempre non retribuite, richiamate dal clamore del grande happening, dal tam-tam, dalla sfida rispetto al comune senso del pudore.