Il mistero dei “morti fantasma” nella Britannia del V secolo: dove sono i corpi? Nuovo studio rivela il segreto

Un nuovo studio archeologico ha portato alla luce una questione intrigante riguardo ai “morti mancanti” della Britannia del V secolo. Pubblicato nella rivista Antiquity e condotto da un team guidato da Emma Brownlee dell’Università di Cambridge e Alison Klevnäs dell’Università di Uppsala, lo studio ipotizza che molti corpi di quest’epoca potrebbero essere stati smaltiti attraverso pratiche funerarie invisibili, ovvero metodi che non lasciano tracce archeologiche. Queste pratiche includono l’esposizione dei corpi all’aria aperta o il loro abbandono in grotte e fiumi, comportamenti che avrebbero impedito il loro ritrovamento in contesti cimiteriali.

I “morti fantasma”: credenze e ipotesi

L’uso del termine “morti fantasma” per descrivere i defunti della Britannia del V secolo non è solo una metafora per la mancanza di resti archeologici. Esiste infatti la possibilità che le popolazioni dell’epoca interpretassero l’assenza fisica dei corpi come un segno di spiriti vaganti o di anime non in pace. Nelle culture antiche, soprattutto quelle legate al mondo rurale e pagano, la sepoltura del corpo era spesso considerata un passaggio fondamentale per garantire il riposo dell’anima.

La dispersione dei corpi o l’abbandono in contesti naturali, come grotte o fiumi, potevano essere interpretati come un destino incompleto per l’anima del defunto. In molte tradizioni, un corpo non sepolto correttamente o non trattato secondo i riti del tempo poteva dare origine a leggende su spiriti irrequieti o fantasmi. Questi spiriti vaganti, privi di una sepoltura formale, potevano essere considerati in cerca di pace o vendetta, contribuendo alla formazione di miti e credenze popolari.

Gli stessi ricercatori, pur concentrandosi sulle prove archeologiche, suggeriscono che le pratiche invisibili di smaltimento dei corpi riflettano un cambiamento culturale profondo, che potrebbe aver influenzato anche la percezione della morte e dell’aldilà. Se molte comunità non seppellivano formalmente i propri defunti, questo avrebbe potuto generare una cultura del timore per i “morti non sepolti”, aumentando l’idea di una presenza spirituale persistente.

Questa ipotesi rafforza il concetto di “morti fantasma”, non solo come un fenomeno archeologico, ma anche come una possibile realtà mitologica e spirituale per le comunità dell’Inghilterra del V secolo.

Cimiteri formali o abbandono dei corpi

Secondo lo studio, dopo il ritiro dell’esercito romano nel 410 d.C., la popolazione rurale dell’Inghilterra non seguiva più il costume di seppellire i defunti nei cimiteri formali. Ciò che emerge è che le usanze funerarie dell’Età del Ferro e del periodo romano, come la dispersione delle ceneri o l’abbandono dei corpi in luoghi naturali, sono probabilmente proseguite anche durante il passaggio al Medioevo.

Il team di ricerca ha analizzato resti umani trovati in grotte e fiumi in Inghilterra e Galles, datati tra il III e il VII secolo tramite il radiocarbonio. Questi risultati sfidano l’idea che tutti i defunti dell’epoca fossero sepolti nei cimiteri, sollevando nuove domande su come le popolazioni antiche trattassero i propri morti.

La scarsità di sepolture formali in regioni come il Kent ha portato alcuni studiosi a teorizzare che i coloni dopo il ritiro romano utilizzassero la cremazione, ma la ricerca suggerisce che non tutti i resti siano stati distrutti. Al contrario, è probabile che molte comunità continuassero a seguire pratiche funerarie che, pur non lasciando tracce visibili, erano profondamente radicate nel loro contesto culturale.

Usanze “invisibili”

Questa ipotesi non solo ridefinisce le nostre comprensioni sulla transizione culturale e demografica nella Britannia post-romana, ma apre anche nuove prospettive sulle migrazioni e sulle identità nel primo Medioevo. Le usanze invisibili potrebbero essere state più diffuse di quanto si pensasse, e la loro mancanza nei dati archeologici potrebbe aver distorto le nostre interpretazioni storiche.

Una pratica ricorrente non solo in Britannia

Il team di ricercatori fa notare che tali pratiche non erano un fenomeno isolato in Britannia. Simili modalità di trattamento dei defunti sono state osservate anche in altre parti d’Europa, come la Scandinavia durante l’epoca vichinga e la Polonia tra il III e il V secolo.

FONTI
Brownlee E, Klevnäs A. Where is everybody? The unburied dead in late Roman and early medieval England. Antiquity.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa