Il sorriso nell'arte. Chi è il personaggio biblico che sorride e perchè?

Daniele era profeta ebreo, che visse sino all'epoca di Ciro e che scrisse il libro della Bibbia che prende il suo nome. Fu deportato tra i primi a Babilonia, autore del libro omonimo. Il contemporaneo Ezechiele, nella Bibbia stessa, lo indica come una persona straordinaria, dotata di santità mentre Matatia, morendo, ne indicava idealmente la figura per provare l'aiuto di Dio a quanto gli sono fedeli. Perchè? Perchè condannato a morte per calunnia e destinato ad essere sbranato dai leoni, fu salvato da Dio e dal re. Potrebbe essere considerato il compensatore degli errati giudizi, assai frequenti, della giustizia umana


In alcune opere d’arte sacra è possibile vedere un personaggio, dotato di un rotolo, che sorride apertamente e il cui volto irradia gioia. Così appare, ad esempio, nel portale romanico della chiesa di San Giacomo di Compostela. Daniele preannuncia l’avvento di Cristo. E’ colui sul quale Dio ha provato che la giustizia divina è più potente di quella umana e che il Cielo ci manda il suo aiuto.
Daniele era profeta ebreo, che visse sino all’epoca di Ciro e che scrisse il libro della Bibbia che prende il suo nome. Fu deportato tra i primi a Babilonia, autore del libro omonimo. Il contemporaneo Ezechiele, nella Bibbia stessa, lo indica come una persona straordinaria, dotata di santità mentre Matatia, morendo, ne indicava idealmente la figura per provare l’aiuto di Dio a quanto gli sono fedeli. Perchè? Perchè condannato a morte per calunnia e destinato ad essere sbranato dai leoni, fu salvato da Dio e dal re. Potrebbe essere considerato il compensatore degli errati giudizi, assai frequenti, della giustizia umana. Era già giovanissimo quando manifestava una grande, vera giustizia, finalizzata a individuare la verità e a non trasformare calunnie e invidie in condanne. Egli fu, nonostante la giovane età, uno dei giudici chiamati a giudicare la casta Susanna, che era stata indicata come fedifraga nei confronti dell’amato marito perchè non aveva ceduto alla libidine di due potenti vecchioni. giovanissimo egli si segnalò per l’avvedutezza nel giudicare, districando una calunnia contro Susanna (XIII); venne assunto a corte e, per aver interpretato i sogni del re, ricevette cariche importanti, fino ad essere uno dei tre ministri che comandavano i satrapi. Nella sua vita entrò, ad un certo punto, la mortale ingiustizia. Ma fu salvato
Daniele, 6
12Allora quegli uomini accorsero e trovarono Daniele che stava pregando e supplicando il suo Dio. 13Subito si recarono dal re e gli dissero riguardo al suo decreto: «Non hai approvato un decreto che chiunque, per la durata di trenta giorni, rivolga supplica a qualsiasi dio o uomo all’infuori di te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni?». Il re rispose: «Sì. Il decreto è irrevocabile come lo sono le leggi dei Medi e dei Persiani». 14«Ebbene – replicarono al re -, Daniele, quel deportato dalla Giudea, non ha alcun rispetto né di te, o re, né del tuo decreto: tre volte al giorno fa le sue preghiere».
15Il re, all’udire queste parole, ne fu molto addolorato e si mise in animo di salvare Daniele e fino al tramonto del sole fece ogni sforzo per liberarlo. 16Ma quegli uomini si riunirono di nuovo presso il re e gli dissero: «Sappi, o re, che i Medi e i Persiani hanno per legge che qualunque decreto emanato dal re non può essere mutato».
17Allora il re ordinò che si prendesse Daniele e lo si gettasse nella fossa dei leoni. Il re, rivolto a Daniele, gli disse: «Quel Dio, che tu servi con perseveranza, ti possa salvare!». 18Poi fu portata una pietra e fu posta sopra la bocca della fossa: il re la sigillò con il suo anello e con l’anello dei suoi dignitari, perché niente fosse mutato riguardo a Daniele. 19Quindi il re ritornò al suo palazzo, passò la notte digiuno, non gli fu introdotta nessuna concubina e anche il sonno lo abbandonò.
20La mattina dopo il re si alzò di buon’ora e allo spuntare del giorno andò in fretta alla fossa dei leoni. 21Quando fu vicino, il re chiamò Daniele con voce mesta: «Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare dai leoni?». 22Daniele rispose: «O re, vivi in eterno! 23Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male».
24Il re fu pieno di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa. Appena uscito, non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli aveva confidato nel suo Dio. 25Quindi, per ordine del re, fatti venire quegli uomini che avevano accusato Daniele, furono gettati nella fossa dei leoni insieme con i figli e le mogli. Non erano ancora giunti al fondo della fossa, che i leoni si avventarono contro di loro e ne stritolarono tutte le ossa.
26Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano tutta la terra: «Abbondi la vostra pace. 27Per mio comando viene promulgato questo decreto: In tutto l’impero a me soggetto si tremi e si tema davanti al Dio di Daniele,
perché egli è il Dio vivente,
che rimane in eterno;
il suo regno non sarà mai distrutto
e il suo potere non avrà mai fine.
28Egli salva e libera,
fa prodigi e miracoli in cielo e in terra:
egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni».

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