Iros Marpicati. Classico della modernità nel Novecento nelle radici esistenzialiste. Gare 82

Nato nel 1933 a Ghedi, nella campagna a Sud di Brescia, fu presto messo a bottega da un maestro d’arte: aveva undici anni quando approdò in contrada Santa Chiara in città allo studio di Emilio Pasini, pittore di modi vaporosi e frizzanti, di sprezzature vive e crepitanti. Da lì passò all’Accademia Carrara di Bergamo dove studiò tre anni, allievo del grande Achille Funi, che sempre ripeteva ai suoi allievi: «Quando avrete imparato l’anatomia del corpo umano, avrete imparato la geometria della vita»

 
IROS MARPICATI, A cura di Gianito Pellarini
 
[F]orse già nel suo nome, strano e poetico, sospeso tra misteriosa sacralità egizia e il volo di un uccello, ereditato invece da un avvocato amico di famiglia, c’erano i segni di una predestinazione: quella che avrebbe presto iniziato Iros Marpicati ai misteri dell’arte. Ascendenti familiari non difettavano: un nonno – Francesco – poeta e decoratore, e uno zio – Cirillo – altrettanto dotato, premiato per ornato e decorazione dalla Scuola di Arti e Mestieri Moretto. Tutta la famiglia del resto fu subito sensibile a recepire, incoraggiare e nutrire l’attitudine per il disegno e la pittura che Iros rivelò fin da bambino.
Così Iros, nato nel 1933 a Ghedi, nella campagna a Sud di Brescia, fu presto messo a bottega da un maestro d’arte: aveva undici anni quando approdò in contrada Santa Chiara in città allo studio di Emilio Pasini, pittore di modi vaporosi e frizzanti, di sprezzature vive e crepitanti. Da lì passò all’Accademia Carrara di Bergamo dove studiò tre anni, allievo del grande Achille Funi, che sempre ripeteva ai suoi allievi: «Quando avrete imparato l’anatomia del corpo umano, avrete imparato la geometria della vita».

Paesaggio Industriale 2016, 175×144

 

In seguito frequentò – e vi si diplomò – il liceo artistico di Brera: un privilegio che allora toccava a pochi ragazzi della provincia. A Milano intraprese anche gli studi di architettura al Politecnico, poi abbandonati perché la passione per la pittura non lasciava spazio ad altro. Nel 1957 – a Milano, nella galleria Spotorno – tenne la sua prima personale; l’anno precedente aveva già vinto il primo premio del bianco e nero alla nona edizione del Premio Suzzara e nel 1957 – alla decima edizione della medesima manifestazione – fu premiato nuovamente. Fu di questo periodo l’incontro – fondamentale par la storia d’artista di Iros – con Mario De Micheli; il celebre critico metterà in risalto la genialità di Marpicati e gli dedicherà pagine critiche appassionate.
Un secondo significativo incontro fu quello con un altro critico di prestigio: Giorgio Kaisserlian. Marpicati dipinge da oltre sessant’anni e a tutt’oggi ha esposto in 112 mostre (22 personali e 90 collettive). In anni recenti Marpicati è stato ospitato, per rassegne personali, in spazi di grande prestigio quali ad esempio la Casa del Mantegna a Mantova, il MIIT (Museo Internazionale Italia Arte) a Torino, il Chiostro del Bramante a Roma, la Fondazione Stelline e l’Università
Bocconi a Milano.
ARCHIVIO IROS MARPICATI c/o galleria Gare82,
Brescia www.gare82.net / info@gare82.net Tel.: +39 3482669339.
La galleria Gare82 è l’unica autorizzata dal Maestro Iros Marpicati ad autenticare e archiviare le opere dell’artista.
Mostre collettive, Indice delle presentazioni.

La bambina coricata 1997, 140×130

La pietà 1995. cm 130×160

L’illusione della fuga 2008. TM su Schoeller intelaiato, cm 120 x 140

Paesaggio inospite 2010. TM su Schoeller, cm 170 x 130


Frammento di paesaggio 2012. TM su Schoeller, cm 130 x 100

 

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Maurizio Bernardelli Curuz
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