[D]agli studi di Daniel Keren, ricercatore israeliano membro del dipartimento di Informatica dell’università di Haifa, nasce un computer in grado di individuare i falsi nel campo dell’arte. Le immagini delle opere vengono frammentate e analizzate geometricamente; i dati sono poi registrati e memorizzati dalla macchina, che risulta così capace, grazie al programma ideato da Keren, non solo di riconoscere due quadri (o sculture) diversi, ma di distinguere l’originale da una copia apparentemente identica.
Lo studioso ha dimostrato ad esempio che, dopo aver appreso i dati relativi agli “orologi” di Salvador Dalí, la macchina sa individuare gli altri quadri del pittore spagnolo anche se questo soggetto non compare. Com’è possibile tutto ciò? La macchina amplifica ciò che erano le tradizionali capacità dei conoscitori d’arte. Ogni pittore ha standard disegnativi, occupa gli spazi sempre allo stesso modo, dipinge i volti dei personaggi, secondo un canone proprio, che non varia anche se cambia il volto dell’effigiato. Ma anche gli accordi cromatici, gli accordi tonali prediletti e la direzionalità delle pennellate permettono di realizzare una banca dati in grado di segnalare difformità tecniche rispetto ai quadri di conclamata e storicizzata autografia. Un grande risultato, apprezzabile, oltre che per le ovvie implicazioni nel campo relativo ai beni culturali, per l’evoluzione della computer vision, che ha raggiunto traguardi sorprendenti, rendendo possibile l’obiettivo di aprire le porte a nuove applicazioni sempre più importanti per l’arte e la tecnologia.
Israele, un computer rivoluzionario riconosce le false opere d’arte
Dagli studi di Daniel Keren, ricercatore israeliano membro del dipartimento di Informatica dell’università di Haifa, nasce un computer in grado di individuare i falsi nel campo dell’arte.