[S]tavolta, Gualtiero Marchesi sceglie di lasciar parlare l’immagine. Come è avvenuto in altre occasioni, egli idea un’autonoma opera d’arte. Utilizza un piatto, bianco con un quadrato nero – omaggio affettuoso a Malevich -, fatto realizzare appositamente per la situazione. Vi pone, al centro, una mozzarella. “Dal punto di vista compositivo, considero questo il mio capolavoro” dichiara, provocatorio ma non troppo. C’è, qui, tutta la filosofia creativa dell’artista Marchesi. Nell’esaltazione, ad un tempo, della forma e del contenuto. Nell’inno elevato all’essenzialità. Nella rispettosa attenzione al respiro della materia, alla possibilità che la stessa esprima l’intrinsecità del proprio valore assoluto.
Gualtiero Marchesi, la forma assoluta
Stavolta, Gualtiero Marchesi sceglie di lasciar parlare l’immagine. Come è avvenuto in altre occasioni, egli idea un’autonoma opera d’arte. Utilizza un piatto, bianco con un quadrato nero - omaggio affettuoso a Malevich -, fatto realizzare appositamente per la situazione.