La scoperta: “I papiri di Ercolano rivelano il luogo esatto di sepoltura di Platone”. Le informazioni tra lettere bruciate. Ecco il punto

Ma le rivelazioni non si fermano qui. Attraverso l'analisi accurata dei testi e la comparazione con altre fonti antiche, i ricercatori hanno anche svelato dettagli sorprendenti sulla vita e sulle vicende di Platone. Dalle sue presunte esperienze come schiavo a Egina, fino alle sue opinioni sprezzanti sulla musica barbara, ogni nuova informazione apre finestre su mondi sconosciuti della storia antica.

La lettura di un manoscritto carbonizzato dall’eruzione del Vesuvio ha portato al recupero di fondamentali informazioni sul filosofo Platone, con l’indicazione del luogo in cui egli fu sepolto.

L’annuncio è stato dato in queste ore durante uno convegno di specialisti della Greek Schools, che si tiene alla Biblioteca Nazionale ‘Vittorio Emanuele III’ di Napoli, Sala Rari. Il progetto “GreekSchools” ha realizzato una nuova edizione della Storia dell’Accademia di Filodemo. Nelle nuove porzioni di testo lette emergono informazioni inedite sul grande filosofo greco

Il fulcro di questa avventura intellettuale è rappresentato da un frammento prezioso, il papiro ercolanense carbonizzato, custodito gelosamente nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Questo documento, sopravvissuto all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., è stato a lungo un enigma, un testo antico avvolto dal mistero e dalla carbonizzazione. Ma grazie agli sforzi congiunti dei ricercatori, il velo dell’oscurità si sta lentamente squarciando, rivelando un tesoro di conoscenza senza precedenti.

Il cuore pulsante di questa impresa è rappresentato dalla decifrazione e dalla ricomposizione della “Storia dell’Accademia di Filodemo di Gadara”. Questo testo, risalente al periodo tra il 110 e il 40 a.C., non solo traccia il percorso dell’Accademia platonica attraverso le ere, ma offre anche uno sguardo senza precedenti sulla vita e sul pensiero di Platone e dei suoi successori.

Ma non è solo il contenuto di questo antico manoscritto a catturare l’immaginazione dei ricercatori. È il processo stesso di riportare alla luce queste parole sepolte sotto secoli di cenere che affascina e ispira. Attraverso l’applicazione di tecniche all’avanguardia, come l’imaging ottico e l’analisi filologica, i ricercatori stanno gettando nuova luce su un periodo cruciale della storia della filosofia.

Uno dei risultati più sorprendenti di questo lavoro è stata la rivelazione del luogo di sepoltura di Platone. Contrariamente alle credenze precedenti, il grande filosofo non riposa in una tomba anonima, bensì nel giardino riservato all’interno dell’Academia ad Atene, accanto al sacro Museion. Questa scoperta non solo aggiunge un nuovo capitolo alla biografia di Platone, ma getta nuova luce sulle pratiche funerarie dell’antica Grecia e sull’importanza simbolica dell’Academia stessa.

Ma le rivelazioni non si fermano qui. Attraverso l’analisi accurata dei testi e la comparazione con altre fonti antiche, i ricercatori hanno anche svelato dettagli sorprendenti sulla vita e sulle vicende di Platone. Dalle sue presunte esperienze come schiavo a Egina, fino alle sue opinioni sprezzanti sulla musica barbara, ogni nuova informazione apre finestre su mondi sconosciuti della storia antica.

Inoltre, il progetto “GreekSchools” non si limita solo alla decifrazione di un singolo manoscritto. Esso rappresenta un tentativo ambizioso di sviluppare nuove metodologie per lo studio dei testi antichi, aprendo la strada a una comprensione più profonda della nostra eredità culturale.

Il manoscritto che racconta la storia dell’Accademia di Platone arrivò a Ercolano, probabilmente portato o prodotto lì da Filodemo di Gadara (circa 110 a.C. – circa 35 a.C.), un filosofo epicureo di origine greca nato a Gadara, in Giordania, e studente di Zenone di Sidone, ad Atene.

Verso il 75 a.C., Filodemo si trasferì in Italia e fu ospitato a Ercolano nella Villa dei Papiri, appartenente a Lucio Calpurnio Pisone, suocero di Cesare. Pisone divenne un amico stretto di Filodemo, che Cicerone descrisse nell’orazione In Pisonem come un “greco piuttosto libertino, suo compagno nelle dissolutezze”, forse a causa dei suoi Epigrammi, alcuni dei quali avevano contenuti erotici.

Filodemo contribuì notevolmente alla diffusione dell’epicureismo in Italia e insegnò a Sirone, che a sua volta fu maestro di Virgilio e Orazio.

Durante le esplorazioni del XVIII secolo, furono scoperti numerosi papiri nella biblioteca della Villa dei Papiri, sepolti sotto i materiali piroclastici dell’eruzione del Vesuvio. Questi papiri includevano frammenti delle opere filosofiche di Filodemo.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz