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Le opere di Brancusi furono tassate perchè considerate ferraglie




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Constantin Brancusi nasce il 19 febbraio 1876 a Hobita, Judet di Gorj, in Romania , e muore il 16 marzo 1957 a Parigi. Nonostante un periodo molto difficile, nel quale le sue opere non venivano capite ed apprezzate – perchè recuperavano linee essenziali, biologiche, primitive  –  è divenuto, poi, uno degli scultori che hanno maggiormente influenzato il Novecento. Si ritiene, infatti, che egli abbia portato l’astrazione della scultura, fino a una strutturale e levigata asciuttezza, a un punto che non era stato mai raggiunto da nessuno, prima di lui, aprendo poi la strada alla scultura del surrealismo e del minimalismo.
Nella prima mostra a New York, 1913, le sue opere furono ridicolizzate. Si disse che più che sculture, quelle apparivano come grosse uova sode. Ma le incomprensioni con gli statunitensi non finirono lì. Nel 1926-27 le autorità doganali del Paese del Nuovo mondo bloccarono l’importazione di una scultura in bronzo di Brancusi perchè non erano in grado di capire se quella fosse davvero un’opera d’arte o un pezzo di metallo. Le opere d’arte godevano di un regime fiscale agevolato, fino all’esenzione delle tasse doganali, mentre ai prodotti industriali d’importazione veniva applicata un’alta tassa. I solerti funzionari ritennero che “Uccello nello spazio” – un oggetto rastremato e allungato – di Brancusi non fosse una scultura così applicarono a quel pezzo, la tassazione industriale, pari a 230 dollari. Ciò aprì le porte al processo “Brancusi contro gli Stati Uniti”. Un contenzioso che giunse in tribunale e che, attraverso una sentenza, a favore dell’opera dello scultore franco-rumeno, pronunciata il 26 novembre 1928, stabilisce per legge, la definizione di arte. Il tribunale riconobbe che la scultura di Brancusi, intitolata “Bird in Space”, non rappresenta un volatile in chiave realistica, ma che l’arte non è più o non è solo realismo; e che l’artista può operare secondo registri di astrazione.  
La vita
Il suo intenso processo formativo si svolge, a partire da una giovanissima età, nella Scuola di Arte e mestieri di Craiova e in seguito all’Accademia di Bucarest. Qui l’artista apprende i fondamentali della scultura accademica che, per quanto lontani da una sensibilità già orientata al moderno, gli consentiranno di giungere a un progressivo processo di astrazione, basato comunque sulla conoscenza delle regole e delle tecniche dell’arte tradizionale. Dopo aver lavorato a Monaco e a Vennia, nel periodo compreso tra il 1899, intraprende un avventuroso viaggio a piedi che lo condurrà fino a Parigi, capitale artistica del mondo, dove potrà finalmente liberarsi dagli stereotipi compositivi e plastici della scultura realistica o simbolista. A questo passaggio contribuisce la visione del non finito di Medardo Rosso e le opere di Auguste Rodin e Antonin Mercié, che osserva secondo un canone inverso, guardando cioè alla struttura e all’inespresso, già configurato, seppure in nuce, dagli illustri predecessori. Laa comunità artistica parigina è estremamente ricettiva e aperta al nuovo. I primi incontri importanti sono con Modigliani – che già effettua, sia nel campo della scultura che in quello pittorico, una sintesi primitivista -, con il musicista Eric Satie e comn Marcel Duchamp, che sarà protagonista dell’invenzione rivoluzionare del ready made. Ma più che approdare all’opera sovversiva, Brancusi interessa di imboccare la strada percorsa da Modigliaani, con l’intento di arrivare al cuore della foresta degli archetipi. Suo intendimento è di arrivare a mitiche forme madri, lontane matrici della produzione artistica, non tanto attraverso un’opera archeologica, quanto con il fine di recuperare, per una modernità ormai distante dal proprio nucleo antropologico, i valori primari dell’esistenza e della forma. L’estetica di matrice primitivista è ben delineata dalla produzione che si estende tra il 1914 e il 1918. Probabilmente influenzato dalle ricerche primitivistiche di Derain, lo scultore inizia a interessarsi al lavoro della pietra. La figura accovacciata di Derain aveva esposto molto scalpore era incisa in un rozzo materiale e presentava un’estrema geometrizzazione e sintesi. Diversi artisti in quegli anni si stavano indirizzando alla pietra, un materiale intagliato e scolpito direttamente, eliminando la tradizione del modellato, del bozzetto, considerata anche come una prova d’abilità, poiché questo materiale non offre all’artista nessuna possibilità d il tornare indietro o di correggere l’errore.
Dopo la prima guerra mondiale accentuò nelle sue opere il gusto per l’astrazione, alla ricerca della forma-tipo, della forma genitrice. Nel 1937 tornò in Romania, dove eseguì sculture per il giardino pubblico di Târgu Jiu, e fu in India, dove progettò un tempio della meditazione per il maragià di Indore. Tra i suoi allievi si può annoverare Isamu Noguchi.
NEL FILMATO UN VIAGGIO TRA LE OPERE DI Constantin Brancusi

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