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Le stilettate di Zana. Con Ambrogio Lorenzetti. Che fare per i centri storici ora disabitati



Effetti del Buon Governo in città, 1338-1340, Sala della Pace, Palazzo Pubblico, Siena
STILETTATE
di Tonino Zana
Ieri sono uscito e ho scoperto la sparizione dei vicini di casa, tranne la straordinaria signora Martina. Sulla mia sinistra, tutto chiuso e in vendita, sulla destra qualche arrivo non ancora definito. In una via con 200 persone soltanto 15 anni fa, oggi siamo una ventina.
Intanto, i centri storici vengono abbandonati, nessuna riforma comunale per incentivare il ritorno nel cuore pulsante di una comunità, appunto il cuore e in fondo, nei villaggi di ville vere e finte con verde e orti veri e finti vige un’assoluta sintesi della solitudine. Ogni tanto, per sicurezza a non essere disturbati – ma da chi? – si tira su una bella siepe ad altezza di regista da pallacanestro e via con le parole crociate. Si curano piscine domestiche e si lasciano vergini fino ad ottobre. Prima dell’inverno si piange un ritorno all’estate quando si riaprirà la piscina. Per dire di una incontentabilità perenne e però, adesso, maggiorata.
Il mio non é un colpo di sole, solamente la considerazione di una somma di avvertimenti. Mi chiedo: possibile che nei quartieri e nei paesi, preti, docenti, operai, sindacato e mecenati non si rendano conto di una necessità e non costituiscano un gruppo permanente di osservazione per comprendere e anticipare quel togliersi la vita avanzante in mille modi?
Dovremo assistere alla crescita per definire il capitombolo della cima sulla base e dichiarare una rivolta per essere stati rivoltati? Non so, magari è una personale disperazione. E se magari no, allora dobbiamo darci una svegliata oppure dormiremo non beatamente, di nuovo, da vivi, e, nello stesso tempo, da morti.