Le stilettate di Zana. Con Il naufragio della speranza di Friedrich. L’utopia dello Stato teocratico antartico

Qui finisce per sempre la summa di ogni fantasiosa trappola sognata, scritta, interpretata dal neorealismo italiano, quando, finita la guerra, si inventò qualsiasi cosa per stare a galla.

Il mare di ghiaccio (in tedesco Das Eismeer), conosciuto anche con il titolo Il naufragio della speranza, è un dipinto di Caspar David Friedrich, realizzato in un periodo compreso tra il 1823 ed il 1824 e custodito dalla Kunsthalle di Amburgo.
STILETTATE​
di Tonino Zana
Totò di nuovo battuto. Vendeva la Fontana di Trevi e sul Colosseo si stava adoperando a pescare due clienti dell’Angola, ma qui, da noi, in questi minuti sarebbe messo in fuorigioco da un generale in pensione e da un maresciallo, capi – secondo le accuse della Procura – di una truffa supersonica, che via web diventa marziana.
Le cronache narrano dello “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio” in grado di produrre documenti per espatriare, investimenti e titoli vari.
Almeno in 700 hanno abboccato, dai 200 ai mille euro ed è la punta dell’iceberg.
Totò rialimenterebbe una depressione per complesso di inferiorità rispetto a questa gabola. Che un Stato si inventi Teocratico, va bene, non ci può stare ma viene a starci, che si definisca Antartico subito di seguito al Teocratico, questo no, non va per suono, pronuncia per il sacro dubbio sull’origine di una falsità e infine S. Giorgio con Antartico è bestemmia laica, atea e biblica.
Qui finisce per sempre la summa di ogni fantasiosa trappola sognata, scritta, interpretata dal neorealismo italiano, quando, finita la guerra, si inventò qualsiasi cosa per stare a galla.
Oggi, in pieno terzo millennio, chi non dubita dell’Antartico Teocratico. “Amici miei” con scapellamento a destra o a sinistra, finisce in soffitta.
Andrebbe costituito l’archivio delle gabole, consultabile e un corso contro questi eccessi operativi della fantasia, un corso ad orecchio. Tipo: se senti o intravedi o avvisti Antartico avvisa il telefono azzurro, le Rsa italiane, e anche certe accademie nate sulla linea di una divisa e la benedizione di un prete.
Attenti, connazionali, avete sudato sette mila lire su settemila camicie, non finite di investirli negli stati antartici teocratici di San Giorgio o San Bartolomeo. Piuttosto metteteli sotto il cuscino e il materasso, dietro a una mattonella proprio come il grande Totò e Peppino De Filippo. Fermi lì, ogni tanto sicuri al tatto, almeno fino al prossimo Natale.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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