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Lindsay Seers, quella strana artista paranormale che fotografa con la bocca. Opere alla Tate. Il video


Lindsay Seers (nato nel 1966) è un’artista britannica, con doti particolarissime, ritenute, da alcuni, al limite del paranormale e una straordinaria memoria eidetica, capace di basarsi sulle immagini e di ripercorrerle in ogni punto, come se fossero fotografie o testi tratti integri da una biblioteca In campo fotografico, Linsay ha utilizzato il proprio corpo per produrre fotografie, inserendo nel fondo della bocca carte emulsionate che si impressionavano, dischiudendo le labbra. Nata sull’isola Mauritius in una famiglia navale, non parlò finché non aebbe sette anni, dopo la partenza della famiglia dall’isola. Durante questo periodo sua madre affermava che sua figlia possedeva una memoria eidetica (altrimenti nota come memoria fotografica) così vivida che non sentiva alcun bisogno di comunicazione verbale. Ha parlato per la prima volta dopo aver visto un ritratto fotografico di se stessa, che l’ha spinta a chiedere “Sono io?” Dopo aver imparato a parlare sembra aver perso la sua capacità di richiamo eidetico, e dall’età di nove anni si appassiona ossessivamente alla fotografia. I problemi della memoria continuavano a tormentare il suo lavoro in particolare dopo la perdita della sua sorellastra Christine Parkes con la quale collaborava spesso. Christine è stata coinvolta in un incidente con il motorino nel 2001 e successivamente è scomparsa a Roma. Non è mai stata, da allora, trovata.
Usare la bocca come una fotocamera appartiene alla tradizione pionieristica. La cavità della bocca di Linday è diventata il corpo della fotocamera e le sue labbra sono diventate l’apertura della fotocamera e l’otturatore. Questa procedura consiste nel coprirsi con un sacco nero a prova di luce, posizionare un piccolo pezzo di carta sensibile alla luce nella parte posteriore della bocca e poi posizionare uno scudo di gomma con una piccola incisione a spillo davanti a sé. Nel momento della cattura lei chiude le labbra o mette una mano sulla bocca, prima di tornare nel sacco per sviluppare l’immagine. Le immagini risultanti da questo progetto appaiono incorniciate dai suoi denti, macchiati di saliva e tinti di rosso dal sangue nelle sue guance. [Il suo lavoro Extramission 6 è stato acquisito dalla Tate nel 2009.