Lo strano cappello di Acutius, padre fondatore di Gussago. Da lui il paese prese il nome

Il nome del"padre della patria" gussaghese appare anche in una lapide dedicatoria trovata nel 1823 a Castegnato e in altre iscrizioni del territorio bresciano. E da altri fonti risulta che Lucius Acutius Primus fosse Flamen divi Iuli, cioè sacerdote destinato al sacrificio e al culto di Cesare e dell'imperatore


di Federico Bernardelli Curuz
Mentre la frazione Ronco – autonomista – sostiene la propria discendenza dall’antico cavaliere romano Sesto Valerio Poblicola, proprietario di una grande villa, in loco, Gussago rilancia le proprie radici illustri giocando tutto su un personaggio vissuto attorno al 100-150 dell’era volgare, Lucius Acutius Primus.
Da Acutius secondo gli esperti di toponomastica, deriverebbe il nome di Gussago. Podere acutianus, questo territorio. E l’aggettivo acutianus il cui none darebbe divenuto, nel tempo, ‘Cusàa, quindi Gussago. Le ricerche sulla famiglia Acutii portano, nel territorio bresciano almeno a Gussago e ad Aguzzano, nella bassa.
Il nome del”padre della patria” gussaghese appare anche in una lapide dedicatoria trovata nel 1823 a Castegnato e in altre iscrizioni del territorio bresciano. E da altri fonti risulta che Lucius Acutius Primus fosse Flamen divi Iuli, cioè sacerdote destinato al sacrificio e al culto di Cesare e dell’imperatore.

Così è ora facile rivedere il “gussaghese” Acutius, durante le cerimonie, con il copricapo a punta – come il pungiglione di un’ape – e i capelli intrecciati da un filo di lana, secondo la tradizionale rappresentazione dei sacerdoti del Divo Giulio, ben rappresentati nell’altorilievo dell’Ara Pacis (nell’immagine qui sopra), a Roma.
Gli antichi facevano derivare la parola flamen da filum, il filo di lana che il sacerdote doveva portare nell’acconciatura dei capelli e dal verbo flare – soffiare sul fuoco -. Il flamen Divi Iulii indossava l’apice obbligatorio e la corona di quercia romana come segno del suo ufficio. Al flamen spettava anche valutare il diritto di asilo e di occuparsi dei poveri. La gens Acutia – alla quale apparteneva Lucius Acutius Primus – era una gens plebea romana, presente nella vita pubblica dalla Repubblica fino all’impero. Il primo membro illustre della gens fu Marco Acutio, tribuno della plebe nel 401 a.C..
I primi Acutii erano senza cognomen, ma nel I secolo d.C. fu adottato il cognomen Nerva. Ai tempi del cavaliere bresciano, la famiglia doveva essere particolarmente potente, anche grazie ai discendenti di Acutia, moglie di Publio Vitellio il Giovane, il cui nipote, Vitellio divenne imperatore nel 69. Se la toponomastica moderna – nella ricerca dell’origine del nome “Gussago” – converge su Acutianus derivante dal nome personale Acutius, altre versioni, oggi superate dalla concordanza, accennavano al possibile nome di capo militare disceso colle orde di Brenno dalla Gallia nel IV secolo avanti Cristo.
Il Guerrini ritenne dapprima che il nome significasse “gorgo di fiumi” ma poi dovette ammettere che studi più recenti e più sicuri sulla toponomastica in generale, e su quella bresciana in particolare, gli avevano invece insegnato che la categoria di nomi locali con la desinenza in ago o aco e in igo o icu ha remotissime origini celtiche o galliche – come pensa l’Olivieri – e deriva da nomi personali, che talvolta sono nomi celtici o gallici, e talvolta nomi latini ma arcaici. Non è però totalmente da escludere la sovrapposizione. E cioè che il toponimo originasse da una felice convergenza di nomi di persona e di peculiarità territoriali, come, in questo caso, gorghi e meandri, che caratterizzavano il territorio gussaghese.
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa