Non è una comproprietà, come la intendiamo tradizionalmente. Ma una nuova forma di investimento azionario che crea, in questo caso, un rapporto tra un’opera realmente prodotta – intendiamo dire che può essere toccata ed è dotata di materia – e una copia digitale della stessa, che viene frazionata fotograficamente.
Ogni pezzettino fotografico ricavato da un’immagine digitale dell’opera materiale viene immesso sul mercato Nft, dopo una certificazione digitale che lo rende unico e irripetibile. Qualcuno – in questo caso una società che si chiama Particle – ha acquistato un dipinto di Banksy, inteso come oggetto reale. Un quadro, insomma, come lo intendiamo tradizionalmente, che è stato comprato da Particle, all’asta, per 12,9 milioni di dollari. Il quadro in “carne e ossa – cioè composto di materia tangibile – è “Love Is in the Air”. Un’opera del 2005. Quella che vediamo qui sopra.
E quel “qualcuno che l’ha comprata” – in questo caso Particle, nata da una convergenza di investitori ed esperti del mercato dell’arte, come Loïc Gouzer, l’ex capo dell’arte contemporanea di Christie’s – ha ricavato, poi, un’immagine del quadro acquistato, frazionandola digitalmente in 10.000 particelle certificate. Sì, qualcosa di simile alle tesserine di un puzzle gigantesco, formato, in questo caso, da 10 mila “tessere”. Una tessera è diversa dalle altre. E’ una porzione di immagine unica. Se un super-collezionista decidesse di rastrellare sul mercato tutte le particelle certificate del puzzle digitale egli potrebbe ricomporre – teoricamente, ma ciò sarà, di fatto, molto improbabile – l’immagine intera del quadro di Banksky.
E veniamo alle cose pratiche. Dal 10 gennaio al 14 gennaio 2022, la società Particle consentirà ai collezionisti di acquistare una particella digitale del quadro di Banksy per circa 1.500 dollari l’una. Dopo il frazionamento e l’acquisito iniziale, le particelle entreranno nel mercato secondario attraverso le piattaforme NFT. I collezionisti potranno decidere di tenere la propria particella o venderla ad altri collezionisti. E, in questo caso, il su e giù seguirà un po’ le regole della Borsa tradizionale. Se in tanti vogliono acquistare un titolo, il titolo sale. Se in tanti lo vendono contemporaneamente, il valore si abbassa.
E chi si terrà, invece, il quadro concreto di Banksy quello che definiremmo, appunto, con termini popolari, il quadro “in carne e ossa”? La versione fisica di Love Is in the Air sarà consegnata alla Particle Foundation, il braccio senza scopo di lucro dell’azienda Particle. La Fondazione conserverà l’opera materiale di Banksy e farà girare il dipinto per il mondo, in mostre, affinchè i collezionisti possano vedere, dal vero, il punto reale a cui si riferisce il pezzo di immagine virtuale che loro possiedono. L’operazione di “pellegrinaggio” del quadro, farà crescere il valore dell’opera , valore che si riverbera sui frammenti nft. Teniamo conto anche del fatto che tutti i successi acquisiti autonomamente dal pittore Banksy – che è ormai un classico del contemporaneo – si ripercuoteranno positivamente sulle nft.
Le royalty – qualcosa di simile ai diritti d’autore – ricevute nella rivendita di Particelle (come tutte le NFT, le Particelle sono allegate a un contratto intelligente che garantisce che una parte del valore di rivendita venga restituito al creatore della NFT) saranno parzialmente utilizzate per finanziare Particle Foundation. E la fondazione tratterrà anche l’1% di Love Is in the Air Particles per agire, come spiega un comunicato stampa, “come un frammento protettivo e garantire che nessuna persona possa immaginare di rivendicare il possesso del dipinto fisico”.