L'”Uomo d’oro” del IV secolo era forse una donna-guerriera. Cosa porta verso la revisione di genere

Ok, sembra fatto apposta, in un momento in cui si celebra la fluidità di genere. Ma nel passato remoto, specie a livelli di nobili famiglie di guerrieri, il ruolo delle giovani donne prevedeva anche posizioni di comando e di azione, con educazione alla guerra e alle armi.

E mentre gli abiti e il corredo aureo del cosiddetto Uomo d’oro del Kazakistan – così chiamato perché coperto da abiti coperti dal prezioso metallo – tornano, dopo le mostre, nel Paese d’origine, gli studiosi chiedono che siano, in effetti riconosciuti, i dati acquisiti che porterebbero a un mutamento di genere del personaggio. Ragazza, principessa, giovane donna, da poco uscita dall’adolescenza. Queste sono le nuove verità che si formalizzano, sommando quelli che sono ben di più di indizi.

Uno dei tumuli funeraria di Esik @ Foto di Firespeaker, licenza Commons Wikimedia

Il Kurgan di Esik, in cui questa giovane figura è stata trovata, è un tumulo funerario del Kazakistan  sud-orientale, nei pressi della città di Esik.

La sepoltura, che risale al III o al IV secolo a. C. ha un’altezza di sei metri e una circonferenza di sessanta. I reperti sono in mostra nella città di Astana. Nel corredo funebre furono collocati anche oggetti femminili, L’archeologa Jeannine Davis Kimball, in base ai reperti ritrovati in altre tombe, ha ipotizzato trattarsi di una sciamana guerriera. Ma è anche possibile ipotizzare che essa appartenesse alla famiglia reale.

Ricerca

Il tesoro dell’Uomo d’oro del Kazakistan è di inestimabile valore per la comprensione della storia antica delle steppe eurasiatiche. Scoperto nel 1969 nel tumulo di Issyk, vicino ad Almaty, in Kazakistan, questo antico sepolcro ha rivelato uno dei più straordinari e misteriosi reperti archeologici della regione. Sebbene tradizionalmente si sia ritenuto che i resti appartenessero a un giovane principe guerriero, recenti studi suggeriscono la possibilità che si tratti di una donna, sollevando ulteriori questioni sulla struttura sociale, culturale e politica delle antiche popolazioni della regione.

Il contesto di ritrovamento

Durante gli scavi, gli archeologi kazaki trovarono uno scheletro umano co corazza d’oro e con oltre 4.000 ornamenti dello stesso prezioso metallo. L’individuo era vestito con un elaborato abito cerimoniale, che includeva un elmo conico decorato con figure di animali stilizzati, fibbie, collane, anelli e un cinturone, tutti realizzati in oro. La ricchezza e la complessità degli ornamenti indicano che la persona sepolta aveva un alto rango nella società.

Il sito del ritrovamento includeva anche una vasta gamma di oggetti funerari, come armi (una spada corta, o akinakes, e una lunga), vasellame, utensili e altri oggetti di uso quotidiano. Questi oggetti non solo evidenziano il rango elevato dell’individuo, ma offrono anche uno spaccato della vita quotidiana e delle pratiche funerarie dei Saka.

Ragioni per considerare che potesse essere una donna

  1. Analisi antropologiche e osteologiche: Le recenti indagini fotografiche dei resti scheletrici hanno suggerito che le caratteristiche ossee potrebbero condurre a una ragazza. L’osservazione delle ossa pelviche e craniche, tipicamente utilizzate per determinare il sesso biologico, pur su materiali fotografici, ha indicato caratteristiche più compatibili con un corpo femminile. Ulteriori analisi, come la morfologia dentale e l’indagine del DNA antico, potrebbero fornire prove più definitive. C’è da capire se il Paese sia pronto ad affrontare indagini di laboratorio che porterebbero a una revisione di genere del proprio simbolo nazionale.
  2. Ruoli di genere nelle culture nomadi: Le culture nomadi delle steppe eurasiatiche, come i Saka (o Sciti), non erano rigidamente patriarcali. Le donne potevano ricoprire ruoli significativi e persino partecipare ad attività guerriere. Esistono testimonianze storiche di donne guerriere tra i popoli nomadi, talvolta chiamate “amazzoni”. La presenza di donne in posizioni di comando o come leader spirituali non era rara, e la tomba potrebbe riflettere tale realtà.
  3. Iconografia e simbolismo: Alcuni studiosi hanno suggerito che la ricchezza dei simboli animali e l’iconografia presente sugli ornamenti d’oro potrebbero avere un significato rituale o religioso associato a figure femminili di alto ruolo, come sacerdotesse o sciamane. La presenza di figure di animali come cervi, tigri e cavalli potrebbe riflettere una funzione sacrale o un’identità totemica legata a una figura femminile. Gli ornamenti animali sono spesso associati a credenze sciamaniche e potrebbero indicare una connessione con il mondo spirituale.
  4. Testimonianze storiche: Erodoto e altri storici antichi menzionano la presenza di donne in ruoli di potere tra le tribù scite. Inoltre, ritrovamenti simili in altre parti delle steppe hanno confermato la presenza di tombe di donne guerriere riccamente adornate. Questi ritrovamenti includono anche esempi di donne che detenevano oggetti tipicamente associati ai guerrieri maschi, come armi e armature, sottolineando il loro ruolo attivo nella società.
  5. Il corredo Il corredo presenta numerosi oggetti femminili. fra cui specchi e perline

Implicazioni culturali e storiche

Se l’Uomo d’Oro fosse effettivamente una donna, questo contribuirebbe a fornire altre prove per una revisione significativa della comprensione delle società nomadi dell’antica Asia Centrale. Indicherebbe una maggiore fluidità dei ruoli di genere e una possibile presenza di figure femminili in posizioni di potere sia politico che spirituale. Questo rispecchierebbe una complessità sociale dove le donne potevano essere leader, guerriere e figure centrali nei rituali religiosi.

Inoltre, il ritrovamento suggerirebbe che le donne potevano avere un ruolo prominente anche nella trasmissione del sapere e delle tradizioni culturali. La presenza di oggetti di lusso e simboli religiosi nella tomba potrebbe indicare che la persona sepolta non solo aveva un alto rango, ma era anche depositaria di conoscenze sacre o rituali.

La vita dei Saka

I Saka erano una delle molte tribù nomadi che abitavano le steppe dell’Asia Centrale. Questi popoli erano noti per la loro abilità nella guerra e nella cavalcatura, così come per il loro stile di vita itinerante. La loro società era complessa e organizzata, con una gerarchia ben definita e una forte enfasi sul valore guerriero.

Le loro tradizioni funerarie, come dimostrato dal tumulo di Issyk, erano elaborate e riflettevano la loro credenza in una vita ultraterrena. Le tombe dei Saka erano spesso ricche di oggetti di valore, armi e ornamenti, indicando una visione della morte come una continuazione della vita terrena in un altro mondo.

Afferma lo studioso  Leman Altuntaş: L'”equipaggiamento femminile” include uno specchio, perline, un filatoio per la lavorazione della lana e un mestolo. L’alto copricapo conico, decorato con rami di lamina d’oro e germogli, è un riferimento al rituale della fertilità. Janine suggerisce che non si tratti solo di un guerriero, ma di una sacerdotessa. Secondo lei, il genere è stato deliberatamente travisato per soddisfare gli stereotipi. Un’affascinante scuola di pensiero collega la Donna d’Oro a Tomiris, una regina della tribù dei Massageti che scacciò l’esercito invasore dell’imperatore persiano Ciro il Grande”.

“Le ossa sono state riscoperte solo di recente in un istituto forense, conservate in una scatola di cartone con una nota scarabocchiata che recita “L’Uomo d’Oro, possa riposare in pace”. Le ossa sono in pessimo stato. – afferma Altuntas – Sono state conservate in una scatola di cartone per 50 anni e sono state esposte a tutti i tipi di batteri e virus, compresi quelli moderni. Sembra difficile fare un’analisi sana al momento. Molti archeologi affermano che ciò non può essere escluso, data la natura rudimentale dello studio dei resti e la somiglianza di alcuni dei manufatti di Issyk a quelli trovati nei tumuli funerari femminili sciti nell’area degli Urali meridionali della Russia”.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa