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Iniziamo con una breve scheda anagrafica. Nell’ambito dell’espressione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Approdando nei primi anni Novanta su “Rinascenze”, dopo una ricerca ventennale partita negli ultimi anni ‘60. Sinceramente oggi questa mia pittura non saprei come e dove collocarla stilisticamente. Non so se questo sia un bene o un male; Strinati ed altri critici d’arte ritengono che i miei lavori possono essere collocati nella “fascia” surrealista/metafisica… ; ma anche lì non collimano determinate elementi espressivi… . Per cui lascio ai fruitori “l’ardua sentenza”… .
Ci può raccontare imprinting visivi, immagini artisticamente ossessive, che hanno preceduto e assecondato la scelta di intraprendere la strada formativa per diventare artista?
Se il mio stato interiore, ossessivo ed incontinente, mi ha portato e mi porta ancora a dover tirare fuori “cose e fantasmi” e se questi elementi si possono parametrare come “ imprinting visivi” , ebbene la strada è stata quella… Anche se in me sorge spontanea una domanda: esiste davvero una strada per divenire artista?!
La formazione vera e propria. Dove e su cosa ha particolarmente lavorato?
Occorre dare una duplice valenza ( A e B ) a questa domanda:
A) Trattandosi di soggetto avente una caratterialità e sensibilità alquanto particolare, e sfociando quest’ultima nella naturale ed incontinente intenzione di voler esternare quanto il proprio IO gli concedeva, la risposta in ordine alla formazione conettuale è questa : ho voluto lavorare da (dapprima in un garage) prevalentemente su di me e con l’aiuto Freud, Jung e Steiner…che mi sono stati davvero “vicino” ho potuto raggiungere una formazione adeguata alle mie esigenze di ricerca.
B) Trattandosi di soggetto complesso e tortuoso (a detta di molti) ho molto lavorato in attività di ricerca e sperimentazione attorno le arti visive e questo, tradotto in termini pratici, significa che ho voluto e dovuto studiare le varie tecniche espressive attraverso l’uso delle terre di affresco, dei colori acrilici, delle vernici sintetiche e/o alla nitro e ovviamente, tornando sempre dai miei amati olii… .
Tanto per aggiungere; mi sono stati vicino i miei Maestri quali il Caravaggio, Rubens, Tiepolo, Gericaut, Delacroix e non di meno i contemporanei, Burri, Annigoni, De Chirico… Tutto questo per poter raggiungere una certa padronanza espressiva e una conseguente, propria ed intenzionale, formazione stilistica.
Sono esistite, in quel periodo, infatuazioni espressive poi abbandonate?
Occorre sapere di quale periodo la domanda vuole riferirsi; comunque, rispondendo genericamente, nel mio caso non parlerei di “infatuazioni espressive abbandonate”; dopo un quarto di secolo profuso nella ricerca e sperimentazione (prima di approdare su “Rinascenze”), per cui ne sono passati quaranta e passa…; direi invece : “passaggi espressivi obbligati” e questo, proprio in ragione di una ricerca partita da istanze interiori esigenti e alquanto particolari. Quindi, la necessità di conoscere ed attraversare ogni possibile “pertugio” sperimentale è stata davvero un’esigenza!
Come si sviluppa e si conclude – nel senso stretto dell’acquisizione dei mezzi espressivi – il periodo formativo?
Nel senso stretto, si “sviluppa” attraverso le mie “pulsioni” le quali, se parliamo strettamente di pittura, per mezzo di pennelli, spatole ed ogni altra “diavoleria”. Insomma in compagnia di tutto ciò che mi ha consentito e mi consente ancora di immergermi nell’ignota MATERIA; sempre in attesa che questa ne divenga una mia CREAZIONE. Poi, quando avverti dentro – con velata soddisfazione – di non averne davvero più… concludo!
E con questa dinamica susseguente di eventi “creativi”- siano questi concettuali che pratici o in concorso d’insieme – ho attraversato diversi sviluppi e altrettante conclusioni che sono divenuti poi dei presupposti – nel tempo e negli spazi – per altri “sviluppi”ancora …
Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
Tutto e niente; non perché voglia rispondere in maniera generica o evasiva.Per quanto mi riguarda, non posso dire che sia “rimasto folgorato sulla strada per Damasco” a seguito di una visione di un’opera d’arte, sia anche cinematografica; o dopo aver letto o ascoltato un concetto filosofico, o dopo una letteratura in genere.
Al tempo stesso, invece, non nego il fatto che possono aver influito nella mia ricerca pittorica/concettuale; influito come “frammenti” esterni come alcuni tasselli di un puzzle. D’altrocanto viviamo immersi nell’informazione e nessuno ne è esente da incidenze o “inficiazioni”. Ma lo stesso non ricordo alcun elemento che possa essere divenuto un fattore preponderante e/o sostanziale.
Gli esordi come e dove sono avvenuti?
*COME : per provare a fare qualcosa di “diverso” che possa darti lenimento a quel senso d’insoddisfazione e d’inquietudine…
*DOVE : in casa / in un garage sotto casa…
Ci può descrivere le opere di quei giorni e far capire quanto e come le stesse – anche per opposizione – abbiano inciso sull’attuale produzione?
Se la domanda si riferisce ai primi momenti – nel senno del poi – sono state davvero orribili e “spietate” interpretazioni. “Misture”, composte da sostanze reagenti tra di loro (colori alla nitro con quelli sintetici): un’esplosione cromatica affascinante e al tempo stesso, effetti cromatici incontrollabili… . Peccato, comunque, che non ne ho conservata una.
Quanto abbiano inciso sull’attuale produzione, rispondo: nulla.
Ma se non ci fossero stati quei momenti – di quel “ragazzo” che non ha mollato! – non ci sarebbero oggi le mie “strane” storie…
Quali sono stato gli elementi di svolta più importanti dall’esordio ad oggi. Possiamo suddividere e analizzare tecnicamente, espressivamente e stilisticamente ogni suo periodo?
Certo che possiamo; lo fanno tutti! A parte le battute.., dunque, ELEMENTI DI SVOLTA :
Aver assunto – nel tempo – la consapevolezza che ci troviamo in un sistema sociale trainato in “arte” dal concetto che tutto può essere opinabile. E questa facoltà sussiste nella misura in cui si è davvero inseriti in un SISTEMA di cose ed eventi alquanto elementare chiamato DOMINIO. Questo termine – a mio parere – è già un elemento di svolta per coloro che amano o hanno amato la ricerca del proprio “sè” attraverso l’Arte.
E se, tradotto in “soldoni”, si arriva a concepire che ogni cosa avrà un senso e una valenza se a capo di questa si ha l’idea precisa e consapevole del proprio confine; del proprio “status” acquisito, ecco raggiunto un altro segnale di “svolta”! Sostengo che la consapevolezza di ritenerci emancipati non ci esime dal fatto di vivere da “raffinati” in un “regno animale” e quindi, necessariamente, oggi più che mai, la SVOLTA può essere legittimata da una serie di fattori i quali, paradossalmente, non sempre o quasi mai, sono stati il frutto di quanto si è voluto esprimere attraverso le proprie opere, per altro derivanti e legittimate da una ricerca. Bensì, di norma, scaturiscono da una serie di “contatti esterni” che poi, adempiuto le formalità di rito… , sfociano nel consenso esterno e quindi nel SUCCESSO: la svolta! Se invece, SVOLTA, vuole significarsi appropriazione di capacità ulteriori, sia queste in termini tecnico/espressivo che concettuale, posso solo dire che è stato un crescendo armonico, equilibrato e graduale. Naturalmente, considerando il tutto dal mio punto di vista…
Ci sono persone, colleghi, collezionisti, galleristi o critici ai quali riconosce un ruolo fondamentale nella sua vita artistica? Perché?
Provo molto rispetto per tutti coloro che mi hanno dedicato le loro attenzioni, e ne sono grato a diversi… . Ma sinceramente a NESSUNO posso riconoscere un ruolo fondamentale nella mia vita artistica.
Materiali e tecniche. Ci può descrivere, analiticamente, come nasce una sua opera del periodo attuale, analizzandone ogni fase realizzativa, dall’idea alla conclusione?
In questo periodo, dunque.., partiamo dal telaio in legno di abete: acquisto i listelli e poi li preparo da me. Di norma hanno uno spessore di cm 3,50 X 4 e una dimensione (di norma) di cm. 95 X 150: il mio rettangolo ideale. Acquisto a metraggio una stoffa di lino semi grezzo. Monto la stoffa sul telaio.Preparo la colla di coniglio e poi la passo per due volte, a distanza di un giorno, da una mano all’altra… . Successivamente, una volta asciutta la superficie, distendo sulla medesima un misto in percentuale di colla di coniglio, gesso di bologna e olio di lino “crudo”. Anche questa operazione viene eseguita in due volte, stessa procedura della precedente. Infine, una volta essiccata la superficie, si distende un velo di gesso di Bologna diluito a seconda e a finire… .
Quindi, una volta preparato il “supporto”o tela, collocata sul cavalletto utilizzo i colori ad olio per la dovuta “imbastitura” e questo vuole significarsi : esecuzione di “getto” dei tratti sostanziali ove in seguito avverrà, via via la stesura e definizione dell’opera, fino al compimento della medesima. Per quanto mi riguarda, non vengono utilizzati stampi, proiezioni immagini, cartonati di alcun genere in quanto, per mia viscerale necessità, tutto deve partire da dentro. In altri termini – dovuto proprio alla “pressione” che avverto dal mio immaginifico – nulla dev’essere ritratto dall’esterno.Sarà pure una mia fisima, ma sono troppo curioso di andare a scoprire cosa il mio intimo ha ancora da offrirmi.
Ecco svelata la ragione del fatto che preparo da me le mie tele.
Sarà pure come le preparavano già i miei antenati pittori del cinquecento, che offrivano alle loro CREAZIONI il meglio che si poteva in ordine ai supporti ove “appoggiare” i loro capolavori.
Inoltre, mi si chiede un’analisi di ogni fase creativo/ realizzativa; dall’idea alla conclusione (!).
Ritenendo assolutamente interessante la domanda, resto a vostra disposizione nel caso voleste inviare uno staff di operatori multimediali ; informandovi preventivamente che, mediamente, ci impiego 15/20 giorni per la realizzazione di un’opera 95X150 cm – che eseguo doverosamente ad olio. Quindi, per rendere esaustiva la domanda, occorrerà che le riprese vengano effettuate in loco, peraltro correlate dalle mie dovute concettualità e documentate, FASE PER FASE, fino al compimento dell’opera posta sul cavalletto.
Altrimenti, analiticamente parlando, non potrei farvi vivere in diretta le sensazioni che provo, istante dopo istante, mentre procedo al compimento di una mia opera e quindi, nemmeno a darvi prova di averla davvero vissuta… Ma, in ultima analisi, si può trovare una strada alternativa e cioè quella di osservare una mia sola opera nel suo insieme, qualsiasi essa sia, e dibatterne assieme a me e questo, sia nei suoi contenuti tecnici che concettuali.Sì, forse questa potrebbe essere davvero la strada giusta per conoscere nell’intimo la persona intervistata. O no!?
Progetti nell’ambito espressivo e tecnico?
Tanti!
Ha gallerie di riferimento? Dove possono essere acquistate le sue opere?
Non ho gallerie di riferimento e le mie opere – non molte per altro – le destino sempre quelli dagli “occhietti” attenti…
Orientativamente, quali sono le quotazioni o comunque i prezzi delle sue opere, indicando le commisurazioni?
Ultima mostra in Cina (Wuan): cm. 95 x 150 = 7.350 euro – pari a euro 150 a centimetro quadrato…
A parte lei – che diamo come autore da acquisire – può indicarci il nome di colleghi di cui acquisterebbe le opere nel caso fosse un collezionista?
Intanto ringrazio per la preferenza. Ma riguardo l’eventuale indicazione di colleghi pittori e via dicendo… ; confesso di non avere la mentalità del collezionista e quindi, potrei arrivare soltanto a darvi dei nominativi di colleghi pittori, per altro a me simpatici… , ma intuisco non sia questa la ragione della domanda…
Finito?
Peccato…
Maurizio La Bianca: sogni, fantasmi e labirinti che vengono dai templi antichi della Psiche
Dettagli di archetipi, lacerti rinnovati e mutati di quadri classici, proiezioni fantastiche fluttuano nei dipinti un una luce purpurea e dorata, entro strutture che rinviano a pale e a dipinti religiosi. Ma in luogo dei santi appaiono creature spirituali che animano il mondo, catturate dall'artista con una sensibilità intensa verso ciò che di ectoplasmatico si muove al di là delle apparenze della realtà