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Il paesaggio trasfigurato, le percezioni sensoriali mutate, il freddo degli esterni, il caldo degli interni; i suoni d’ovatta; il desiderio di abbracciarsi forte, sotto un piumone, occupando, con i nostri corpi, ogni angolo del mondo. La neve ha destato stupore in ogni epoca; ma ci furono tempi in cui, era vista come una sorta di dannazione del cielo. Per le culture dominanti era uno splendido diversivo. Per i lavoratori o i soldati un imprevisto negativo. Le prime immagini intense della gioia della neve vengono direttamente da Brueghel, dal Cinquecento, e dai fiamminghi. Ricordate i suoi Cacciatori nella neve? I cacciatori che tornano al paese, il maiale della trattoria, i merli e gli uccelli in volo, adulti e bambini che giocano gioiosamente su una spianata di ghiaccio, indossando i pattini.
Quella di Brueghel è certamente un’allegoria stagionale, quella dell’inverno, ma il pittore non si lasciò sfuggire il lato ludico e festoso della bianca coltre. Per i poeti petrarcheschi, il candore della neve era quello della donna amata e della sua pelle. Come Bianca neve… Biancaneve. Tutta la poesia o il tormento dei fiocchi, dei campi grigio-azzurri. Il vento tormentoso o la gioia di scoprirsi in due, isolati dalla realtà.
Bello e molto intelligente il testo francese a corredo del video. Ma se vi spiazza questa lingua straniera, togliete l’audio e guardate. In fondo c’è solo da guardare, con occhio estatico e gioioso.
Meraviglioso. La neve nella storia del cinema. Romantica, drammatica. Il video
Il paesaggio trasfigurato, le percezioni sensoriali mutate, il freddo degli esterni, il caldo degli interni; i suoni d'ovatta; il desiderio di abbracciarsi forte, sotto un piumone, occupando, con i nostri corpi, ogni angolo del mondo. La neve ha destato stupore in ogni epoca; ma ci furono tempi in cui, era vista come una sorta di dannazione del cielo. Per le culture dominanti era uno splendido diversivo. Per i lavoratori o i soldati un imprevisto negativo. Le prime immagini intense della gioia della neve vengono direttamente da Brueghel, dal Cinquecento, e dai fiamminghi. Ricordate tutti? I cacciatori che tornano al paese, il maiale della trattoria, i merli e gli uccelli in volo, adulti e bambini che giocano gioiosamente su una spianata di ghiaccio, indossando i pattini. Quella di Brueghel è certamente un'allegoria stagionale, quella dell'inverno, ma il pittore non si lasciò sfuggire il lato ludico e festoso della bianca coltre. Per i poeti petrarcheschi, il candore della neve era quello della donna amata e della sua pelle. Come Bianca neve... Biancaneve. Tutta la poesia o il tormento dei fiocchi, dei campi grigio-azzurri. Il vento tormentoso o la gioia di scoprirsi in due, isolati dalla realtà