Milan restores the drawings of Leonardo da Vinci contents of the Castello Sforzesco in Milan. The plaster are in fact appeared new images, like that of a tree trunk and rocks. These were the basis of the room, then painted with images of branches and leaves. The direct link to the site of the restoration.
MILANO – “Mediamente sono state individuate sette stratificazioni di scialbatura, ma, in qualche parte, sono presenti un numero assai più cospicuo di strati, fino a tredici”. Così scrive nella sua relazione l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, a Milano per eseguire lo straordinario restauro della Sala delle Asse, nella quale fonti documentarie certe testimoniano il lavoro di Leonardo da Vinci , che fu pittore alla corte di Ludovico il Moro dal 1482 al 1499.
Questo significa che, sotto un certo numero di strati di pitture, sulle pareti c’è ancora l’intonaco sul quale ha lavorato il grande genio di Leonardo, alla cui mano si deve – per comune ammissione – la pittura murale detta “Monocromo”, che rappresenta una grossa radice, incastrata nella roccia, alla base di uno dei molti alberi frondosi che ornano la Sala delle Asse: un gigantesco, sorprendente trompe l’oeil.
Di questo intonaco, afferma l’OPD, sono recuperabili ampie aree e anche le analisi sulla volta, finalizzate a ricostruire l’impianto compositivo originale, danno “risultati assai interessanti”, lasciando sperare nel recupero di consistenti parti di decorazione originale. “Già a luce radente, sotto gli strati di scialbo e pittura recente, si individuano notevoli resti di intonaco originale. L’attività di rimozione a campione di questi strati di scialbo ha permesso di rinvenire importanti resti di disegno preparatorio su tutte le pareti”, dichiara infatti l’OPD.
“L’avvio di questi lavori è di assoluta importanza per Milano e di grande rilevanza per tutta la comunità scientifica internazionale – ha detto l’assessore alla Cultura, Filippo Del Corno – . Leonardo sarà l’artista simbolo dellì Expo 2015, a lui saranno dedicati un Polo al Castello Sforzesco e una grande mostra a Palazzo Reale, ed è quindi strategico iniziare e completare il restauro del Monocromo e arrivare ad Expo con la sala il più possibile vicina alla sua originaria realizzazione, frutto del disegno e della mano del grande artista italiano”.
I lavori di restauro, infatti, riguardano anche il cosiddetto Monocromo, pittura preparatoria della decorazione della Sala, realizzata da Leonardo in carboncino e, quindi, in un solo colore. “La pittura leonardesca risulta rivestita da una pesante patina formata da materiale di deposito”, afferma l’OPD , ma “i saggi di pulitura hanno dimostrato che la patina è facilmente rimovibile e che le stesure di colore del disegno sono resistenti all’operazione”.
L’inizio dei lavori è stato preceduto da due anni di studio che hanno portato non solo alle scoperte materiali di cui sopra, ma anche ad alcune novità storiche di notevole rilevanza: oltre ad avere acquisito molte informazioni sulle vicende della Sala nei secoli meno noti – dal XVI alla metà del XIX – recentemente l’archivista incaricato delle ricerche, Carlo Catturini, ha scoperto il vero nome della sala nell’epoca di Ludovico il Moro, che non era “Sala delle Asse”, come definita da Beltrami, bensì Camera dei Moroni: un evidente riferimento encomiastico a Ludovico Sforza, che era detto il Moro non solo per l’incarnato scuro, ma anche per il lavoro di valorizzazione della produzione della seta, che si basava su estensive colture del gelso (in latino, appunto, morus).
Per il momento, le prove di scopritura fin qui realizzate sono state svolte principalmente con mezzi meccanici (bisturi e martelline), ma la particolare tenacia e aderenza che caratterizza gli strati di pittura sovrapposti, soprattutto quelli più interni, richiederà l’utilizzo di altre metodologie, quali ablatori ad ultrasuoni, strumentazioni laser e prodotti chimici.
Fin dall’inizio il progetto del restauro della Sala delle Asse è stato sostenuto da A2a, cui si è aggiunto poi il contributo di Arcus, Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo costituita nel 2004 con atto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, che ha il compito di sostenere e avviare progetti riguardanti i beni e le attività culturali.
Data la complessità del progetto di restauro e considerata l’alta probabilità che a seguito di queste ricerche le conoscenze sul soggiorno milanese di Leonardo risultino rivoluzionate, è parso subito essenziale che non solo si dovesse applicare al restauro delle pitture la tecnologia più elaborata, ma anche che la comunicazione del restauro stesso dovesse avvenire con le metodologie più avanzate. Per questo si è predisposto un comune progetto di comunicazione multimediale con HOC-LAB del Politecnico.
E’ POSSIBILE, CLICCANDO QUI SOTTO, SEGUIRE OGNI FASE DEL RESTAURO. Leonardo da Vinci, the direct link to the site of the restoration.
http://www.saladelleassecastello.it/?page_id=133
Il collegamento ha un triplice scopo: fornire informazioni sulla Sala e il suo restauro; offrire informazioni approfondite agli addetti ai lavori; consentire a tutti di “seguire” il restauro. Segno distintivo del collegamento sono i “racconti multimediali”, che introducono il lettore alla complessità dell’opera. I racconti sono fruibili via web, smartphone, tablet e sono allo studio versioni per Youtube e App interattive. Brevi interviste informali ai protagonisti del restauro, accompagnate da immagini e video aggiornati mensilmente, veicoleranno il procedere dei lavori. Una ricca bibliografia e documenti saranno a disposizione degli esperti.
IN SINTESI, QUI SOTTO, LA STORIA DELLA SALA DELLE ASSE
http://it.wikipedia.org/wiki/Intrecci_vegetali_con_frutti_e_monocromi_di_radici_e_rocce
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Monocromo di Leonardo nella Sala delle Asse, restauri al via, qui il collegamento
Salva questo articolo sulla tua pagina. Ti sarà possibile seguire costantemente l’attività di restauro, scoprire in presa diretta le novità. Il Monocromo di Leonardo e gran parte della Sala non saranno più visibili al pubblico fino al 1° maggio 2015. Si lavora sul tronco e sulle rocce disegnate dal maestro, da cui si dipartivano i rami che poi esplodono nella volta