Autore: Morgan Zangrossi
Titolo opera: Senza Titolo
Anno: 2015
Tecnica e materiali: Tecnica mista – Assemblaggio componenti hardware su supporto ligneo e plexiglass, ricoperti di ruggine vera e doratura
Misura: cm 50x50x6
Nota esplicativa: Questo mio lavoro vuole rappresentare proprio la difficoltà che ha la maggior parte della gente a percepire oltre, mostrando quello che si cela sotto una superficie spesso anonima, piatta o ordinaria, spingendo a considerare quanto possa essere sbagliato un giudizio dato in maniera affrettata. La regolarità degli involucri è squarciata per rivelare un’interiorità complessissima, fatta di percorsi tormentati, di ripensamenti; saldature come cicatrici, circuiti come sogni infranti, assemblaggi come esperienze di vita che ci permettono di essere quello che siamo. Gli spazialismi di Fontana e i meccanismi di Pomodoro hanno ispirato la mia mente e guidato la mia mano, portandomi a questi risultati.
Biografia
Morgan Zangrossi è nato a Rovigo, nel 1974, vive e lavora a Gavello (RO). E’ un artista materico che usa oggetti informatici e multimediali ormai in disuso per rappresentare la sua poetica; pezzi di computer rotti o obsoleti vengono nobilitati da Zangrossi, che inserendoli nelle sue composizioni e ricoprendoli di ruggine, li eleva al pari dei classici oggetti da lavoro, li permea della sacralità che solo l’invecchiamento dà. La vita di questo artista polesano è stravolta, in età adolescenziale dalla disabilità e dal dolore, che gli negano la possibilità di vivere come i suoi coetanei, ma che affinano la sua sensibilità verso le cose belle e l’arte. Lui cresce creando, sperimentando, studiando i grandi artisti dell’arte moderna e contemporanea da cui prende ispirazione per le sue creazioni. Dal 2012 inizia a esporre sia in Italia che all’estero, in personali e collettive di prestigio, nel 2015 è finalista nel Premio “La Quadrata”.
Sito web & Links:
www.morganzangrossi.it
www.facebook.com/morganzangrossi.it?fref=ts
Morgan Zangrossi
E’ un artista materico che usa oggetti informatici e multimediali ormai in disuso per rappresentare la sua poetica; pezzi di computer rotti o obsoleti vengono nobilitati da Zangrossi, che inserendoli nelle sue composizioni e ricoprendoli di ruggine, li eleva al pari dei classici oggetti da lavoro, li permea della sacralità che solo l’invecchiamento dà. La vita di questo artista polesano è stravolta, in età adolescenziale dalla disabilità e dal dolore, che gli negano la possibilità di vivere come i suoi coetanei, ma che affinano la sua sensibilità verso le cose belle e l’arte.