Indimenticabili l’esuberanza, l’irruenza di Natale Doneschi (Rezzato 1930, Virle Treponti 1998) che, nonostante l’incolore impegno in un’agenzia bancaria, piccolo mondo mortificante stimmatizzato nel libro autobiografico “Non sempre ho riso”, aveva vivacissima, cattivante comunicativa maggiormente palese durante “scampagnate” con gli amici alpini, in seno al sodalizio artistico annoverante fra altri i pittori Francesco Squassina e Giuseppe Foglio. Riflesso della sua personalità caratterizza pure la villetta familiare edificata con lunga, assidua applicazione, scegliendo colonne e altri antichi corredi marmorei che l’hanno resa riconoscibile e oltremodo accogliente.
Per qualche tempo Doneschi ha frequentato corsi di perfezionamento in scuole e associazioni artistiche cittadine, ma fondamentalmente è rimasto autodidatta, guidato da acuta capacità riflessiva e da vivida fede. Ritrattista, si è espresso sia con i colori a olio, sia con la sanguigna, e nel 1969 ha affrontato per la prima volta il giudizio del pubblico con una mostra dedicata a “I tetti di Brescia” ordinata presso l’Associazione Artisti Bresciani, in via Gramsci, della quale è stato membro del Consiglio direttivo. Solo nel 1978 si è replicato in personale esponendo nella Galleria “San Michele” condotta da Gianfranco Majorana. Ma al di là della apparizione di suoi dipinti in alcuni concorsi bresciani, di Padenghe o di Finale Ligure, la sua creatività va considerata coniugando le decorazioni condotte in edifici sacri o di associazioni d’arma provinciali. Nella parrocchiale di Concesio Pieve ha narrato l’esaltazione di Maria Madre della Chiesa celebrata da papa Paolo VI, in quella di Lumezzane Piatucco suo l’ornamento del presbiterio svolto in tredici grandi comparti; nella chiesa dell’Eucarestia di Botticino Sera ulteriore ornamentazione è ispirata al titolo delle sacre mura, mentre un trittico con la Risurrezione di Cristo orna cappella gavardese. Nel 1995 ha realizzato la Via crucis per la parrocchiale di S. Giovanni Battista in Rezzato, surrogando quella di Luigi Morgari trafugata nel 1993.
Soggetti d’argomento profano permangono nella casa degli Alpini di Prevalle e di Ciliverghe, nel Castello sede dell’agriturismo di Concesio. L’attività ornativa ha prodotto pure alcune opere su tela, come la pala di S. Lucia destinata a comunità brasiliana, quella di Siviano Montisola e d’una santella di Bagolino. Accanto all’autore dei dipinti citati si pone il grafico la cui espressività è riflessa in vari bollettini parrocchiali, nel manifesto diffuso nel 1988 per la terza giornata del volontariato, nelle tre cartelle: “Gioanì de Cia e altre stüpidade in quaranta vignette” (1977), “Papa Giovanni in dieci disegni” e “Il Figliol prodigo” (1978). Nei primi anni Ottanta Natale Doneschi si è cimentato pure con la puntasecca realizzando visioni di luoghi rivieraschi frequentati durante soggiorni estivi, ma è la sua pittura sanguigna, fedele al vero attenta al particolare e all’insieme che meglio riflette la sua vigoria intellettuale, la sua fede intensamente vissuta.
Natale Doneschi, pittore
Durante il giorno impiegato di banca con avversione alla professione, nelle ore libere pittore e disegnatore che ha percorso il volto della città e quello della fede