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Nel campo scoprono una stazione di posta romana poi trasformata in chiesa, quindi rasa al suolo. Com’erano organizzati i “motel” romani e le stazioni di servizio?


Vista sull’area degli scavi verso sud, verso Hellweg. @ Foto: LWL/L. Cramer

I resti di una stazione di posta risalente ai romani – con una fattoria che forniva la materia prima – e una successiva chiesa cristiana scomparsa, che fu costruita sui ruderi romani stessi, sono stati portati alla luce in Germania nella campagna di scavo 2023 e sottratti all’azione degli aratri che li consumavano progressivamente, grazie alle indicazioni di un archeologo volontario che aveva notato, in un campo agricolo, un’alta e anomala concentrazione di frammenti di calcare, a Est di Erwitte, una cittadina di 16mila abitanti abitanti della Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania.

Gli archeologi dell’Associazione regionale della Vestfalia-Lippe (LWL) hanno poi scavato e scoperto i resti di un’antica chiesa del X secolo. L’edificio in pietra lungo 30 metri ha una pianta precedentemente sconosciuta in Vestfalia.

Un’immagine scattata durante gli scavi archeologico del 2023. @ Foto: LWL

La scoperta è particolarmente inaspettata perché mancano completamente le fonti scritte relative a una chiesa in quest’area. Le prime notizie che parlano di un insediamento attorno al Bachaue risalgono all’XI secolo. Questi però menzionano solo la frazione di “Osthem”, ma nessuna chiesa.

“Abbiamo potuto dimostrare che la chiesa è stata ricostruita qui dopo la demolizione di una fattoria molto più antica”, riferisce il responsabile degli scavi Dr. Eva Cichy della sezione Olpe di Archeologia LWL. “Abbiamo scavi di edifici di posta intorno alla chiesa e sotto le fondamenta, che indicano insediamenti in questa posizione fin dall’Impero Romano”, ha continuato Cichy.

Il sistema di ospitalità lungo le strade romane
le mansiones e le loro controparti

Le antiche strade romane, famose per la loro solidità e efficienza, hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’Impero Romano. Queste arterie vitali non solo collegavano le terre remote dell’impero, ma offrivano anche una rete di ospitalità ben organizzata per i viaggiatori ufficiali. In questo articolo, esploreremo il sistema di ospitalità lungo le strade romane, con un’attenzione particolare alle “mansiones” e alle altre forme di ospitalità che si svilupparono lungo queste strade.

Le mansiones: ospitalità per dignitari e ufficiali

In età imperiale, le “mansiones” erano stazioni di posta gestite dal governo centrale romano. Queste strutture erano strategicamente posizionate lungo le strade romane e servivano principalmente a garantire un’adeguata ospitalità a dignitari, ufficiali e a coloro che viaggiavano per ragioni di stato. L’identificazione degli ospiti avveniva attraverso documenti simili a passaporti, assicurando che solo coloro con le giuste credenziali potessero beneficiare di tali servizi.

La parola “mansiones” deriva dall’etimo latino “mansus,” che significa “fermarsi” o “rimanere,” riflettendo il suo scopo principale di fornire un luogo di sosta temporanea lungo le strade romane.

Le mansiones non erano progettate per le legioni romane, che erano in grado di provvedere autonomamente sia all’alloggio che al rifornimento. Queste forze militari portavano con sé un intero convoglio di bagagli, noto come “impedimenta,” e costruivano il proprio campo, chiamato “castrum,” ogni sera a lato della strada.

Le cauponae: ospitalità per il viaggiatore comune

Per soddisfare le esigenze dei viaggiatori comuni, nacquero anche le “cauponae,” che potevano essere considerate delle aree di servizio lungo le strade romane. Queste strutture costituivano una rete privata di ospitalità e spesso sorgevano vicino alle mansiones. Tuttavia, a differenza delle mansiones, le cauponae avevano una reputazione inferiore, spesso considerate come luoghi equivoci e malfamati. Erano frequentate non solo da viaggiatori onesti ma anche da malfattori e prostitute, come indicato da graffiti rinvenuti tra le loro rovine.

Le tabernae: ospitalità di livello superiore

I patrizi romani generalmente evitavano le cauponae. Inizialmente, le leggi richiedevano che le case vicine alle strade offrissero ospitalità, dando origine alle “tabernae.” Questi non erano taverna nel senso moderno del termine, ma piuttosto ostelli. Con l’aumentare dell’importanza di Roma, le tabernae divennero più lussuose e acquisirono una reputazione che variava da buona a cattiva, a seconda del loro livello. Un esempio di un ostello rinomato era la “Taberna Caediciae” a Sinuessa, situata sulla via Appia, che offriva una vasta selezione di prodotti come vino, formaggio e prosciutti.

Le mutationes: stazioni di servizio per veicoli e animali

Un terzo sistema di “stazioni di servizio” lungo le strade romane era costituito dalle “mutationes” o stazioni di cambio. Queste strutture erano posizionate a intervalli di 12-18 miglia e offrivano servizi ai veicoli e agli animali. Qui, i viaggiatori potevano acquistare i servizi di carrettieri, maniscalchi e di equarii medici, veterinari specializzati nella cura dei cavalli.

Un esempio notevole dell’efficienza di questo sistema è dato dall’imperatore Tiberio, che riuscì a coprire in un solo giorno le 500 miglia che lo separavano da Mogontiacum, utilizzando una staffetta di carri e facendo uso delle mutationes.

In conclusione, il sistema di ospitalità lungo le strade romane era una rete ben organizzata che serviva a garantire un viaggio agevole e sicuro per coloro che attraversavano l’Impero. Le mansiones erano riservate ai viaggiatori ufficiali, mentre le cauponae erano disponibili per il viaggiatore comune, e le tabernae offrivano un’opzione di ospitalità di livello superiore. Le mutationes erano stazioni di servizio vitali per veicoli e animali, garantendo che l’Impero romano rimanesse collegato e funzionante attraverso la sua vasta rete stradale.