Nel mistero del limbo. Scoperte rare tombe di neonati gallo-romani. I doni, il corredo, l’anello, le tegole. La storia

Vicino alle sepolture, venivano rotte stoviglie di ceramica, il cui contenuto era offerto ai defunti e agli dei. Inoltre, per proteggere i piccoli defunti, venivano deposti oggetti "apotropaici" per garantire protezione nell'aldilà, come perle, monete e fusi. In un caso, una tazza di ceramica in miniatura è stata posta sulla testa di un bambino
Un fotocollage con le immagini degli scavi. A sinistra: il muro al quale erano protettivamente addossate le sepolture neonatale o perinatali., Al centro un anello di Bronzo inserito nella tomba di un piccolo defunto. A destra: sepoltura di un neonato in un vaso di ceramica @ Fouquin e Maestracci, Inrap

di Redazione

Stile Arte è un quotidiano di arte e archeologia, fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

Presso casa o – più raramente, almeno fino alla nascita del Cristianesimo – in appositi spazi cimiteriali, i corpi nei neonati o dei bambini morti alla nascita erano oggetto di amore, anche in quell’epoca, periodo nel quale la mortalità perinatale e infantile erano percentualmente altissime.

Nuove scoperte, avvenute in questi giorni in Francia, forniscono un contributo alla comprensione del lutto del mondo gallo-romano rispetto ai piccoli defunti, che venivano accompagnati alla dimora estrema con rituali compositi e complessi. Non sepolture sommarie e rapide. Ma veri e propri funerali, per i quali si compivano più azioni rituali concatenate.

In alcuni casi, nella fosse, veniva fatto scivolare un anello, come costante protezione da parte di un adulto amato; in altri venivano posti piccoli giochi di ceramica. Ciò che è peculiare, nello spazio scoperto ora dagli archeologi francesi, presso il muro di rifondazione della città, uno spazio di sepoltura infantile altamente organizzato.

Come sappiamo, i bambini, in epoca romana non erano oggetto di cremazione, ma venivano inumati, e, per contenerne i piccoli corpi, venivano utilizzati, piuttosto spesso, contenitori di ceramica o tegole come culle. Assai frequentemente i piccoli defunti erano sepolti in casa o nelle immediata adiacenze, affinché continuassero ad essere oggetto d’attenzione da parte della madre. Con il tempo, le abitudini parvero cambiare.

La storia
Dal febbraio 2024, su prescrizione dello Stato (DRAC Borgogna-Franca Contea), gli archeologi dell’Inrap hanno avviato una serie di scavi presso la Place du Maréchal Leclerc ad Auxerre. Questi lavori sono finalizzati alla futura sistemazione paesaggistica della piazza e rappresentano i primi scavi nel centro storico della città. L’obiettivo è ripercorrere l’evoluzione urbana di questo quartiere dalla sua fondazione in epoca romana fino al XIX secolo.

Auxerre è una città francese di 38.791 abitanti capoluogo del dipartimento della Yonne nella regione della Borgogna-Franca Contea. Siamo nella Francia centro-settentrionale. Della città gallo-romana – che si chiamava Autessiodurum -rimangono resti visibili con il tempio di Febo , un anfiteatro, monumenti pubblici e statue. Le tracce discrete della romanità sono molto presenti e numerose.

Scavo di sepolture perinatali del Primo Impero. © Loïc Gaëtan, Inrap

La rifondazione di Autessiodurum
Tra i reperti più significativi rinvenuti durante lo scavo in corso vi è il recinto fortificato (castrum) del IV secolo, una testimonianza della rifondazione della città romana di Autessiodurum. Questo castrum segna la transizione della città di Auxerre al rango di capoluogo. La fortificazione è situata sopra un’area funeraria dell’Alto Impero (I-III secolo), precedentemente sconosciuta, che si distingue per diverse peculiarità rispetto alle necropoli ad essa contemporanee.

 

Una popolazione particolare e gesti associati
Le necropoli, secondo le antiche regole, erano situate fuori dalle città. Ai margini di queste aree sepolcrali si trovavano spesso zone dedicate ai bambini molto piccoli, nati morti o deceduti entro pochi mesi dalla nascita, il cui tasso di mortalità era molto alto in quel periodo. Gli scavi di Auxerre hanno esplorato una di queste aree specifiche, in uno stato di conservazione eccezionale. Ciò ha permesso agli archeologi di osservare le pratiche destinate a questa popolazione particolare.

Vicino alle sepolture, venivano rotte stoviglie di ceramica, il cui contenuto era offerto ai defunti e agli dei. Inoltre, per proteggere i piccoli defunti, venivano deposti oggetti “apotropaici” per garantire protezione nell’aldilà, come perle, monete e fusi. In un caso, una tazza di ceramica in miniatura è stata posta sulla testa di un bambino.

Varietà delle pratiche funebri
La necropoli mostra una grande varietà di pratiche funebri all’interno dello stesso spazio. La maggior parte dei defunti era sepolta in posizione fetale, sebbene alcuni fossero distesi sulla schiena. I contenitori utilizzati per i più piccoli presentavano una grande diversità: piastrelle (imbrex), ceramica, bare di legno, corteccia d’albero, casseforme in pietra, tessuti e altri involucri flessibili. In alcuni casi, i corpi erano semplicemente coperti con frammenti di anfora per proteggerli. In un’istanza, una pietra incisa con una rosetta è stata riutilizzata per segnare una tomba. Le sepolture potevano comprendere fino a otto fasi, a testimonianza della complessità delle procedure funebri e della notevole attenzione dedicata.

Densità e sovrapposizione delle tombe
La necropoli di Auxerre è caratterizzata da un’altissima densità di sepolture e dalla loro sovrapposizione, che ha permesso di studiare un gran numero di tombe e pratiche funebri associate ai bambini piccoli tra i secoli I e III. Sono stati osservati fino a cinque livelli di tombe, un fenomeno unico nel contesto gallo-romano, dove solitamente si preservava l’integrità delle tombe. Tuttavia, ad Auxerre, alcune tombe distruggono altre, probabilmente a causa della limitazione dello spazio o dello status dei bambini molto piccoli, non sempre considerati come individui distinti.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz