Ossa umane lavorate e intagliate trovate durante il dragaggio del lago. Sacrifici di nemici o celebrazione degli antenati? La vicenda

Il luogo evidentemente era particolarmente sacro e poteva, nel passato, essere un punto di raccordo con il mondo ultraterreno. Appartenevano agli antenati di chi le aveva poi qui deposte, dopo averle lavorate, come ultimo punto di un viaggio di distacco dalla famiglia? Oppure erano ossa di nemici o di persone sacrificate e possono essere considerate come trofei da offrire alle divinità della profondità della terra e dell'acqua?
A sinistra parte della lunga imbarcazione antica si staglia sul terreno sabbioso del lago. A destra. le ossa che presentano lavorazioni e incisioni profonde @ Inah

L’Istituto nazionale messicano di antropologia e storia (Inah) ha compiuto una significativa scoperta archeologica sulle rive dell’isola di Janitzio, nello stato di Michoacán, Messico. Questa scoperta comprende una collezione di reperti di elevato valore storico e culturale. La notizia dei ritrovamenti è stata data, in queste ore, dall’istituto culturale stesso.

Nel corso del dragaggio delle acque sono emerse ossa umane lavorate, che risalgono al mondo pre-ispanico e per le quali si dovrà ricorrere a un accertamento con radiocarbonio per la datazione esatta. In un punto della riva, non lontano dalle acque, è stato portato alla luce un tepari, una barca tradizionale antica, lunga 14,80 metri. Questa imbarcazione è stato trovata coperta di sabbia terreno insieme al suo carico, principalmente costituito da legna da ardere presumibilmente trasportata da Erongarícuaro all’isola di Janitzio. Questo ritrovamento è stato segnalato per le sue dimensioni e per lo stato eccezionale di conservazione.

In risposta alla portata di questa scoperta, INAH e le autorità locali di Janitzio hanno avviato diverse strategie di conservazione per questi reperti. Questi sforzi includono operazioni di recupero archeologico e indagini dettagliate sui resti rinvenuti. Anche il Segretariato dell’Ambiente del Governo dello Stato di Michoacán ha promesso il suo sostegno per questi sforzi.

Tra i reperti recuperati ci sono una notevole collezione di ossa umane, principalmente femori, che mostrano un eccellente conservazione. Inoltre sono stati portati alla luce numerosi oggetti in ceramica e pietra lavorata o scolpita, depositati nel lago come offerte durante l’epoca pre-ispanica. Questi ritrovamenti forniscono preziosi spunti sulle pratiche culturali e rituali delle antiche civiltà che un tempo prosperavano in questa regione.

L’isola di Janitzio è situata nel lago di Pátzcuaro, nello stato di Michoacán, in Messico. E’ un’isola relativamente piccola, con una superficie di circa 1.2 chilometri quadrati. L’isola è abitata principalmente da indigeni Purepecha, noti anche come Taraschi, che conservano le loro tradizioni culturali e artigianali. Si trova nel centro-ovest del Messico, nel lago di Pátzcuaro, circondata da acque tranquille e paesaggi montagnosi. Janitzio è famosa per la celebrazione del Giorno dei Morti, durante il quale i residenti decorano le tombe dei loro defunti e illuminano l’isola con candele, creando un’atmosfera spettacolare e unica. Inoltre, è nota per la produzione di ceramiche e artigianato tradizionale, che riflettono la ricca cultura della regione. E’ evidente che l’intenso e particolare culto dei morti è collegato a sopravvivenze dell’antica religione.

E’ difficile stabilire perché le ossa fossero manipolate – alcune di esse presentano, oltre alle tacche, bruniture e lucidature che sembrano frutto di interventi elaborati se non complessi,- e poi sepolte sulla riva o gettate nel lago. Il luogo evidentemente era particolarmente sacro e poteva, nel passato, essere un punto di raccordo con il mondo ultraterreno. Appartenevano agli antenati di chi le aveva poi qui deposte, dopo averle lavorate, come ultimo punto di un viaggio di distacco dalla famiglia? Oppure erano ossa di nemici o di persone sacrificate e possono essere considerate come trofei da offrire alle divinità della profondità della terra e dell’acqua? E’ difficile comprendere se esista un particolare linguaggio dietro al numero diverso di tacche – più o meno tra una decina e una quindicina – tracciate, una parallela all’altra, nell’osso o se i segni avessero una funzione decorativa come vittoria sull’ordinario corso della morte.. Secondo alcuni esse identificavano un gruppo umano, secondo altri potevano essere una sorta di preghiera. Studi accurati di questi materiali – anche sotto il profilo genetico e mineralogico – potranno aprire un varco di significato nel mistero. Ciò che questi reperti raccontano è che il lago doveva essere – come dicevamo – una delle porte d’accesso al mondo degli dei inferi.

In collaborazione stretta con la comunità di Janitzio, sono in corso sforzi per preservare reperti archeologici, inclusi altri barche-tepari identificati. Sono inoltre in discussione piani per istituire un museo comunitario sull’isola di Janitzio, mirato a migliorare la comprensione locale e dei visitatori del ricco background storico della regione.

INAH è attivamente impegnato con le comunità lungo il Lago Pátzcuaro per promuovere una cultura di conservazione del patrimonio culturale. L’istituto ha fatto appello agli abitanti della regione affinché segnalino eventuali materiali al Centro Michoacán di INAH.

La proposta di istituire un museo comunitario sull’isola di Janitzio promette non solo di aumentare il turismo e le opportunità educative per i locali, ma anche di servire come un duraturo testimonianza dell’importanza di salvaguardare il patrimonio culturale. Questa iniziativa potrebbe potenzialmente diventare un modello per altre comunità messicane desiderose di preservare e condividere i loro legami storici.

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Redazione
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