Tatuaggi, arte da Biennale. L'antologia dei tatoo che sfruttano la forma delle natiche. La donna-piovra

Il tatuaggio transitò dalle sentine delle prigioni e dalle navi per diventare, in una progressiva ritualizzazione rispetto all'idea di un pensiero contestatore, segno diffuso e alla moda, soprattutto negli ultimi anni. La pratica è così vasta e collegata alla street art - come occupazione di segni di spazi neutrali rispetto a significanti - da essere considerata degna di entrare a pieno titolo nella grandi mostre d'arte contemporanea, Biennale compresa. Qui siamo all'estremo, divertente, e irridente. Il gioco del tatuaggio a livello di natiche
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Conosci il significato di questo quadro-sogno di De Chirico? Osservalo, fai un'ipotesi, guarda la soluzione

C’è, in questo quadro del 1936 – appartenente alla serie dei Bagni misteriosi -, l’eco di tanta pittura antica, di un’iconografia che, tra Medioevo e Rinascimento, raccontava di fontane della giovinezza, di anguste vasche battesimali, di atroci supplizi per i condannati senz’appello all’eternità dell’inferno. C’è, poi, l’omaggio a maestri più recenti: Klinger, su tutti, in quel suo affiancare remote visioni e immagini di contemporaneità che aveva emozionato Giorgio de Chirico, il quale aveva analizzato con uno scritto "Accordo", un’incisione dell’artista tedesco
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Politica e pittura. Il Papa schiacciato da Napoleone e dal pittore David. Il punto di vista delle scene

L’assunzione di un punto di vista rialzato rispetto al pontefice consentì al maestro francese, proseguendo sulla via di un’arte al servizio della politica, di ridurre l’importanza del successore di Cristo, trattato pittoricamente come un uomo qualunque. E ciò contro una tradizione che nei ritratti di papi, re e imperatori, tendeva a cogliere l’immagine dal basso in alto per sottolinearne forza e potestà
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Osserviamo i capolavori di Palazzo Zevallos Stigliano, tra i quali Il Martirio di Sant'Orsola del Caravaggio. Video

La scelta di Intesa Sanpaolo (che dal 1972 ha acquistato il palazzo) di adibire a funzioni museali un’area del piano nobile ha comportato infine un’impegnativa stagione di lavori che hanno permesso alle sale di tornare ad essere una vivace sintesi di sapore neoclassico, asportando mortificanti pitture a tempera e liberando l’esplosiva cromia originaria. Nel loro ritrovato splendore, oggi esse ospitano, accanto all’eccelso e ultimo capolavoro di Caravaggio, il Martirio di Sant’Orsola, un notevole corpus di vedute sette-ottocentesche con opere dei maestri Van Wittel e Pitloo: la protagonista implicita del percorso espositivo risulta così la città di Napoli, con le sue mille, affascinanti sfaccettature
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Bogdan Zwir – Surreale foto-pittore di San Pietroburgo

Bogdan Zwir è un foto-pittore che opera a San Pietroburgo. Nato nel 1975 a Yakutsk, dotato di un solido bagaglio pittorico, Zwir lavora su spiazzamenti logici, suggestioni antiche, ossessioni oniriche in cui la materia della pittura si unisce al nitore della fotografia. L'obiettivo principale del suo lavoro creativo è di realizzare storie irreali che svelino i significati meno apparenti dell'esistenza reale, attraverso un lavoro che si basa su componenti emotive, psicologiche ed esoteriche
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Marie-Ange Daudé, pittura a piuma. Sperimentazione tra Impressionismo e Scapigliatura

L'artista Marie-Ange Daudé riporta i volti del passato in una versione poetica contemporanea, scolpita con pennellate a forma di piuma. La sperimentazione si inserisce in un punto di mediazione tra la pennellata separata, ma sciolta, degli impressionisti, e la pittura a "piuma" degli Scapigliati. Ma se questi ultimi utilizzavano un segno a forma di piuma, pur con inclinazioni diverse, per dare al dipinto un senso di indefinitezza e di morbidezza, Daudé usa questo segno in modo ordinato, come se dovesse accostare pixel. Il video
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Osanna Francesca Davi: luce, materia, piani. Indagine creativa sulla transizione di stato

L'autrice, Premio finalisti Nocivelli 2017, analizza la propria opera: "La riflessione, in questo caso, parte dalla messa in discussione della fotografia e dall’idea che essa non sia rappresentazione della realtà, bensì un’azione che modifica la realtà. Fare fotografia significa fare una scelta, escludere e includere, astrarre e riconfigurare. La realtà viene trasfigurata perché la fotografia ne altera inevitabilmente alcune proprietà, quella del tempo prima di tutte. In fisica e in chimica si parla di "transizione di stato” per indicare la trasformazione di un sistema termodinamico da uno stato di aggregazione ad un altro, attraverso il brusco cambiamento di una o più proprietà fisiche; la fotografia è un brusco cambiamento di una o più proprietà della realtà".
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Pietro Campagnoli, così la scultura rivela l'anima delle cose. Il pieno ricostruisce il vuoto

L'autore, Premio finalisti Nocivelli 2017, analizza la propria opera: "La scultura non diventa più un oggetto a se stante, ma rimanda e “assorbe” l’ anima creativa e corporale dei suoi partecipanti, e di chi si presta come modello. Il mio obbiettivo primario, attraverso la mia ricerca, è tentare di far scomparire lo “spettro” del diverso, e mutarlo in una forma più umana ed empatica, in modo da eliminare qualsiasi barriera culturale e sociale di pregiudizio. La “corazza di gesso” non serve più a proteggere la vista dell’ interno, ma esalta l’essenza interiore per esprimere la ricchezza di chi vi abita. L’ opera si è sviluppata rielaborando l’ installazione di Joseph Kosuth “One and three chairs” e il concetto di forma di Aristotele".
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Pompeo Batoni, la rosa centifolia lascia presagire la sontuosità del sesso della modella. Il più bel fiore

Sontuosa, aulentissima centifolia. La regina delle rose, inventata dai giardinieri di Fiandra, per due secoli beniamina dei maestri della natura morta. Ne tiene un esemplare tra le dita grassottelle della mano destra, la protagonista della tela di Pompeo Batoni che qui mostriamo. Con la sinistra, la fanciulla sorregge un canestro traboccante di corolle, tutte splendide, tutte mirabili, seppur umilmente recline al cospetto di Sua Maestà. Il più bel fiore però è un altro. Il più bel fiore è un piccolo seno vezzoso, che vellica ignudo il profluvio di petali, e tallisce come un virgulto marzolino. Poc’anzi, le stoffe grevi della veste sono scivolate dalle spalle della giovinetta, giù, sempre più giù, fino a derapare in larghe, morbide crespe immote. Batoni realizza quest’opera a Roma nel 1744
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Disegnare come gli antichi con la punta d'argento. Come costruire in casa lo stilo di Leonardo

La punta d’argento è una tecnica riconducibile a quella antica della punta metallica. Lo strumento, detto anche stilo, consta di una bacchetta che può essere di vari materiali, quali il piombo – che lascia sul foglio tratti di grigio scuro facilmente rimuovibili utilizzando una gomma pane, ma che a causa della sua tenerezza si consuma con rapidità -, lo stagno – che, in aggiunta al piombo, rende la punta molto più resistente a discapito di un segno meno marcato che lascia sul foglio preparato un disegno sottile, utilizzabile esclusivamente per i primi bozzetti – e appunto, l’argento. L’argento è, soprattutto nel XV secolo e per i primi anni del XVI, la tecnica preposta ai disegni definitivi, grazie al tratto grigio chiaro ben visibile ed elegante, anche se impossibile da cancellare. Altri metalli, come l’oro, sono stati sperimentati a questo scopo: la traccia che lasciavano sulla superficie era però oggetto con il passare del tempo di ossidazione e conseguente alterazione del colore
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