Figure reversibili e ambigue, strutture compositive reversibili, criptofigure. Le immagini sono frutto del primo rilievo, ma sono in continuità con migliaia di prelievi che ho realizzato in questi due anni su lastre, macro, foto di altri dipinti. La mostra di Vittorio al Diocesano – e la lettura attenta dei lavoro di Vittorio stesso – ha aperto la strada d’esplorazione, accanto all’osservazione accurata e reiterata dei disegni del Fondo – molti dei quali sono compositi e reversibili come le opere di Arcimboldo, ma in modo barocco e complesso -. L’opera in questione conferma anche il fatto che Caravaggio compone tenendo conto dell’attivazione di fenomeno ottici di messa a fuoco o di programmata sfocatura, a determinate distanze. Egli cioè prevede che, in un punto distante, l’opera appaia con un soggetto, che poi, si trasforma, avvicinandosi. Probabilmente il pittore, attraverso la fioritura di figure sottese, in damascatura, prevede anche l’effetto cangiante provocato dal mutamento di posizione dello spettatore nello spazio e dall’azione della luce in movimento delle candele. L’individuazione delle figure è avvenuta dopo il riconoscimento dei punti di giuntura e della modalità di comporre per giustapposizione. I rilievi sono avvenuti senza strumentazioni grafiche particolari e senza integrazioni. Ho scaricato il materiale disordinatamente, su questa pagina, per renderlo immediatamente fruibile.Decine di altre immagini risulta ancora da prelevare. Abbozzo. CLICCANDO SULLE IMMAGINI, E’ POSSIBILE OTTENERNE L’INGRANDIMENTO
Sintesi dei primi rilievi. Caravaggio, anche in quest’opera, applica strutture di derivazione arcimboldesca, portate alla massime massime complessità ed efficacia. Le stesse strutture sono presenti nelle altre opere del pittore. Egli pare dimostrare la necessità di creare un percorso emotivo e narrativo, che non si basi sull’istante – del quale l’immagine chiara è solo l’ultimo atto di cristallizzazione – ma che si sviluppi a partire dai presupposti della storia. Il prima e il dopo, il Bene e il Male, il divenire dell’azione, la reversibilità dell’atto sembrano costituire il nucleo della sua poetica a livello di motore dell’espressione. L’immagine reversibile e germinata sottende il divenire e l’ambiguità gnostica di ogni atto.Ho l’impressione che il pittore abbia voluto cogliere, quim l’innocenza della bambina, Lucia. E che abbia visto trasformare l’innocenza in ferocia subita. Sembrano presenti alcuni elementi di proiezione e sovrapposizione tra il proprio percorso di violenza subita e quello della santa. Molti materiali in criptofigure si riferiscono – come precedendo Moreau o Redon – in ossessivi ricordi di vita vissuta o di incubi infantili, secondo una “scrittura automatica” -che ho riscontrato in tutte le opere dell’artista, a livello di criptofigure o di annotazioni sulle imprimiture – o un flusso di coscienza che risulterebbero un elemento piuttosto raro – ma bene presente in modo di esigenza germinale – nelle poetiche del XVI e XVII, escludendo Shakespeare. I materiali paiono avvicinare sempre più Caravaggio al drammaturgo inglese, nell’esplorazione della psiche e nell’autoanalisi.