Perché costa così “poco”? Venduto a 13 milioni il Van Gogh parigino. Van Gogh meno di Banksy

E' interessante notare che pochi giorni prima dell'asta di Van Gogh, un Banksy, a noi contemporaneo - per quanto venduto per finanziare gli operatori sanitari inglesi - è andato a circa 20 milioni di euro. Per non parlare di un'opera di arte digitale, che nei giorni scorsi, ha fatto registrare un record (70milioni di euro circa). Perchè più di un Van Gogh? Le leggi del mercato dell'arte

Un Van Gogh del periodo parigino – forse l’unica opera rimasta in mano di collezionisti privati – è andata all’asta, da Sotheby’s, durante una super-tornata, in video, con collegamenti contemporanei da Parigi, New York, Hong Kong e Londra. La gara è stata annullata, una prima volta, in mattinata, per motivi tecnici legati alla caduta dei collegamenti internet di alcuni duellanti e rinviata al pomeriggio. In un primo momento, il quadro era stato aggiudicata a 14 milioni di euro. Ma evidentemente a causa di alcune contestazioni da parte dei collezionisti collegati via internet è stata annullata 30 minuti dopo l’aggiudicazione a 14 milioni di euro. Seconda tornata. Si riparte nel pomeriggio, ma evidentemente qualcuno si ritira, nel frattempo, dalla gara. Il valore di stima dell’opera era compreso tra 5 e gli 8 milioni di euro ed è stato venduta, alla fine, a 13 milioni di euro.
“L’opera “Scène de rue à Montmartre (Impasse des Deux Frères et le Moulin à Poivre)” è un olio su tela di dimensioni medie – 46,1 x 61,3 cm – ed è stato dipinto tra la fine di febbraio e metà aprile del 1887. – dice Federico Bernardelli Curuz, condirettore di Stile arte – Il dipinto, secondo quanto sappiamo dalla Francia, appariva fotografato, in bianco e nero su un vecchio catalogo. E recentemente era stato riconosciuto come opera autentica da parte del Van Gogh museum. Quindi non c’erano problemi di contestazioni dell’autografia. Consideriamo il fatto che, sempre più, esiste una chiusura verso nuove attribuzioni e che il pezzo messo all’asta avrebbe dovuto divenire un evento eccezionale. La stima iniziale (5-8milioni di euro) probabilmente era stata tenuta bassa per richiamare il maggior numero di collezionisti a disputarsi l’occasione. Normalmente quando si parte da stime basse, rispetto all’opera di un grande autore, si intercetta un numero maggior di persone interessate all’oggetto. Le case d’aste contano poi sull’effetto-gara che, in questo caso, c’è stato parzialmente. Se i contendenti sono numerosi, i rilanci aumentano e si verifica quell’effetto-trascinamento provocato dalla competizione. Come abbiamo visto, alcuni partecipanti, come avviene spesso durante questo periodo di smart working, hanno avuto propri problemi di connessione internet. Infine il periodo in cui è stato dipinto questo lavoro si manifesta con uno stile di transizione, in Van Gogh. Fondamentale per la storia dell’arte, ma forse meno apprezzato dai collezionisti che puntano sull’iconicità dell’opera, cioè sulla sua immediata, esplosiva riconoscibilità. Non siamo ancora al cospetto del Van Gogh espressionista, materico, con colori dati a corpo che rende l’autore immediatamente evidente. E ciò è reso molto evidente dall’accostamento che proponiamo: il paesaggio lieve dipinto a Parigi e un autoritratto espressionista”.

E’ interessante notare che pochi giorni prima dell’asta di Van Gogh, un Banksy, a noi contemporaneo – per quanto venduto per finanziare gli operatori sanitari inglesi – è andato a circa 20 milioni di euro. Per non parlare di un’opera di arte digitale, che nei giorni scorsi ha fatto registrare un record (70milioni di euro circa). Perchè più di un Van Gogh? Un autore contemporaneo di fama è sostenuto dai propri collezionisti e galleristi. Diventa un fenomeno mediatico e di mercato. Al contrario di quanto si riteneva un tempo le quotazioni degli autori viventi tendono a mantenersi alte durante la vita dell’autore e possono poi diminuire, dopo la morte dell’autore stesso. Questa erosione non avviene invece per opere vendute dalle grandi case d’aste che ne fissano il valore.

Ma torniamo al Van Gogh. Il quadro, come dicevamo, appartiene al periodo parigino. Datato 1887, realizzato durante i due anni scarsi in cui Vincent Van Gogh abitò a Parigi, in casa del fratello Theo al 54 di Rue Lepic, “Scene di strada a Montmartre” era repertoriato nei cataloghi (con foto in bianco e nero) ma non era stato mai mostrato pubblicamente da quando lo aveva acquistato una famiglia francese, attorno al 1920.
Il soggetto – composto -e diremmo: tradizionale – è quello pittoresco della collina. Sotto il profilo della stesura sono ben visibili reticoli disegnativi molto fitti. E’ come se l’artista cercasse il punto di fusione tra disegno e colore. Siamo certamente in un periodo importante – l’artista supera il tenebrismo olandese e rischiara la tavolozza -, ma di transizione verso la pittura potente corposa ed espressionista che egli svilupperà in Provenza.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz