Piccoli Dei romani e resti antichissimi emergono dallo scavo nel cuore di Parigi. Come nacque la metropoli

Durante lo scavo sono stati trovati resti domestici, come stoviglie in ceramica, elementi di ornamento in bronzo, oggetti di vita quotidiana, come spatole in bronzo e statuine di divinità in terracotta, oltre a elementi di decorazione architettonica come rivestimenti dipinti e tessere di mosaico lapideo o ceramico.

Nel cuore di Parigi, presso l’École des Mines de Paris – di fatto, la Facoltà di ingegneria -, gli archeologi stanno rivelando i segreti del passato gallo-romano mentre si prepara il terreno per un nuovo edificio. L’Inrap e il Dipartimento di Storia dell’Architettura e dell’Archeologia della Città di Parigi (DHAAP) – stanno conducendo scavi su un terreno di 300 metri quadrati con l’obiettivo di svelare quando e come questo spazio fu occupato durante l’epoca gallo-romana.

Quando i lavori edilizi lo consentono, in queste aree fondative, non va persa l’occasione di scavare, studiare e capire. Siamo davvero nel cuore della città romana. A quell’epoca, però, la parcella topografica dell’Ecole des mines – dove avvengono ora gli scavi – era defilata. Una zona artigianale e residenziale, mista, di Lutetia come capita alle periferie dei nostri paesi. Case e botteghe. Officine e residenze.
Le affascinanti scoperte compiute nello scavo in corso verranno eccezionalmente mostrate al pubblico in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, sabato 16 e domenica 17 settembre. Numerosi i materiali recuperati e, soprattutto, le vestigia di antichi edifici che risalgono ai primi secoli di vita di quella che sarebbe divenuta una metropoli. Siamo sulla riva sinistra della Senna, nel quartier latin. Cioè nel nucleo antico della città che non aveva ancora “attraversato” il fiume e che era stata costruita, appunto, sulla rive gauche, all’altezza dell’isolotto – Ile de la cité -.

Un viaggio nel tempo

Il nome antico della città, Lutetia e dei suoi quartieri principali, come Marais, può far supporre che le aree circostanti fossero caratterizzate da zone paludose. Luteus è un aggettivo latino che significa “fangoso, melmoso”.
Inondazioni causate dalla Senna si verificavano probabilmente nella valle situata all’estremità orientale del quartiere Marais, dall’altra parte del fiume, che si estendeva dal canal Saint-Martin ai grandi boulevard e fino al ponte dell’Alma. Questa valle rappresenta un antico meandro abbandonato della Senna, presumibilmente circa 10.000 anni fa, mentre paludi effettive esistevano tra Montmartre e il colle di Sainte-Geneviève. Romani e Parisi costruirono dalla parte opposta, al riparo dalle piene.

Per molti secoli, tribù celtiche – i Parisi – si erano stabiliti lungo un’ansa della Senna. Nel 53 a.C., Tito Labieno, luogotenente di Cesare, assediò e sconfisse l’oppidum dei Parisi, dopo di che i Romani stabilirono il proprio insediamento chiamandolo Lutetia Parisiorum.

Lutetia cominciò a svilupparsi sulla riva sinistra della Senna a partire dal I secolo d.C. I quartieri della città erano strutturati da una rete di strade ortogonali, collegate dal cardo maximus, la principale arteria nord-sud delle città gallo-romane, situata nell’attuale rue Saint-Jacques. Il cuore di Lutetia era il suo foro, circondato dalle sue terme, e la città vantava anche un teatro e altre terme, tra cui quelle del Collège de France e di Cluny. L’area degli scavi attuali si trova ai margini della città dell’Alto Impero (I-III secolo).

Stratificazioni storiche

Veduta dello scavo che si sviluppa su un’area di 300 metri quadrati @ Pablo Ciezar, Inrap

“Lo scavo – dicono gli archeologi dell’Inrp – ha messo in luce diverse fasi di occupazione. Sono rappresentati da stratificazioni, trincee per il recupero delle più antiche fondazioni in pietra di antiche costruzioni, un grande pozzo (cisterna o ricettacolo d’acqua per attività artigianali?), trasformato in discarica e un’area che può essere interpretato come una fucina”.

Alla scoperta di una fucina

Tracce scure indicano le parti occupate da un’antichissima fucina  @ Pablo Ciezar, Inrap

Il settore interpretato come una fucina presenta un forno e strutture contenenti numerosi detriti metallici, tra cui scorie specifiche della metallurgia all’aperto. L’area sembra essere stata utilizzata per lavorazioni metallurgiche, e l’analisi delle scorie e dei sedimenti presenti aiuterà a comprendere meglio le fasi del processo metallurgico attestato nel sito.

Tracce di un antico habitat

Frammento di una statuetta, qui trovata e realizzata in terracotta di Allier, che rappresenta Venere e che risale al I-II secolo d. C. La Dea è identificabile grazie al tipo di capigliatura, ad onde, con netta scriminatura al centro. © Pablo Ciezar, Inrap

Durante lo scavo sono stati trovati resti domestici, come stoviglie in ceramica, elementi di ornamento in bronzo, oggetti di vita quotidiana, come spatole in bronzo e statuine di divinità in terracotta, oltre a elementi di decorazione architettonica come rivestimenti dipinti e tessere di mosaico lapideo o ceramico. Questi ritrovamenti confermano la prossimità di un antico habitat, precedentemente rilevato durante gli scavi condotti nel 1989.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz