Uno splendido, brevissimo filmato d’epoca ci restituisce l’immagine di Renoir mentre dipinge, dopo la malattia, con il pennello legato al polso. La violenta artrite deformante che colpì Pierre-Auguste Renoir (1841-1919), non impedì, anche in tarda età, l’esercizio artistico né la realizzazione grandi e importanti dipinti come Le bagnanti (nell’immagine qui sotto), canto monumentale alla donna, al nudo femminile, al corpo dell’altra metà del cielo dal quale egli coglieva l’inesausta forza della vita.
Attorto dalla malattia, dimagrito spaventosamente, negli ultimi anni di vita il pittore chiedeva di essere sollevato dal letto e portato in braccio fino alla sedia che stava davanti al cavalletto, nella sua casa provenzale. Era davvero circondato da affetti autentici che supplivano le funzioni limitate del suo corpo o totalmente cancellate dalla malattia.
La sua forza di volontà era incrollabile. Il suo amore per i colori – che gli erano “entrati nella pelle”, sin dall’infanzia, nella cittadina natale, Limoges, noto centro di produzione e di decorazione della ceramica – non poteva essere limitato. E anzi. Diveniva un incontro vivificante.
A causa del progredire del male, con il passare del tempo Renoir fu costretto a chiedere ai familiari che gli legassero i pennelli ai polsi, per poter dipingere poichè le mani erano piegate in se stesse e contorte al punto che non erano in grado di afferrare o reggere nessuna cosa. Ecco, allora, l’amore per la vita, lo slancio vitale.
Il filmato che presentiamo è un documento straordinario. Per la pittura e per il mondo. Dimostra l’amore per la vita da parte del saggio, che non bestemmia nei confronti dell’oscurità ma riassapora, come pura grazia, i colori che gli sono stati concessi durante il transito terreno. Questo filmato unico fu prodotto nel 1915 nella casa provenzale del pittore. Attorno a sé, con amore e preoccupata dedizione, l’artista, come vedremo nel filmato, ha il conforto del figlio minore, Claude di 14 anni, che organizza la tavolozza e pone il pennello nelle mani del padre; nei fotogrammi appare anche Sacha Guitry, autore delle riprese.