Ottimo pittore divisionista, anarchico nell’anima e nella vita – tanto da subire nel 1894 un processo-montatura e una carcerazione preventiva per reati fondamentalmente ideologici – Plinio Nomellini (Livorno, 1866 – Firenze, 1943), àncora la propria esistenza all’Italia e, per questa sua impossibilità di partire, viene premiato solo parzialmente dalla storia dell’arte internazionale e dal mercato, rispetto alle oggettive capacità dell’artista. Essendo iscritto, negli anni della formazione, all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove insegnava Giovanni Fattori, frequentò i macchiaioli Silvestro Lega e Telemaco Signorini.
erì a Genova, città nella quale risiedette fino al 1902. Qui fu l’animatore principale della pittura genovese. Rifiutando la solidità della macchia italiana, guardò alle esperienze maturate in seguito al post-impressionismo, e in particolar modo alla tecnica divisionista. Il mutamento di registro provocò le critiche durissime di Giovanni Fattori, che vide nel nuovo Nomellini un artista piegato ai dettami francesi, tanto da considerarlo – non senza un certo, addolorato disprezzo – un impressionista. Attorno alla sua figura carismatica si formò, in Liguria, il gruppo di Albaro (Giuseppe Sacheri, Eugenio Olivari, Angelo Balbi, Edoardo De Albertis, Angelo Vernazza) che condivise un’impostazione artistica innovatrice.
In questo periodo alternò un divisionismo di matrice sociale ad un altro di stampo paesaggistico. Nel 1902 lasciò Genova per trasferirsi a Torre del Lago dove frequentò Giacomo Puccini, Galileo Chini, Eleonora Duse, Grazia Deledda, Gabriele D’Annunzio. Nel 1907 allestì la sala alla Biennale di Venezia “L’arte del sogno” con Chini, Gaetano Previati e De Albertis. Nel 1919 si trasferì definitivamente a Firenze. Dal 1939 al 1943 fino alla morte nel 1943 fu presidente del Gruppo Labronico. Nomellini realizzò anche numerosi cartelloni pubblicitari. Tra quelli che incisero maggiormente a livello popolare, quelli per l’Olio Sasso (1908), e quelli per l’inaugurazione dei monumenti a Giuseppe Garibaldi a Sanremo (1908) e alla Spedizione dei Mille a Genova (1915). Nomellini, con Angelo Morbelli e Pellizza da Volpedo, è considerato uno dei maggiori esponenti del divisionismo di ispirazione sociale
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