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Una ragazza di Brighton (Inghilterra), Zoe Sugg, meglio conosciuta sul web come Zoella, ha reso pubblici, nel corso di un’intervista al The Sunday Times, i guadagni stratosferici che consegue con i suoi video, postati su Youtube. E’ certamente un’eccezione, che deve però essere segnalata e spiegata. Poichè nei suoi video sono inserite le pubblicità del sistema youtube e siccome riceve centinaia di migliaia di visite al giorno, il totalizzatore dei guadagni, sommando piccole cifre, arriva a 65mila euro al mese. Negli ultimi 8 mesi ha avuto un utile circa 500.000 euro. Sono ragazze adolescenti, teen-ager o ragazze bisognose di consigli di ogni tipo, le sue utenti: Zoella fornisce loro consigli su come farsi tagliare i capelli, come etruccarsi, cosa regalare per Natale al fidanzatio, quali acquisti evitare, le novità riguardanti lo shopping.
Perchè questi enormi guadagni? Al di là delle indubbie capacità della ragazza, dell’avvenenza, dell’eleganza naturale di Zoella – che la pongono come modello vincente, da imitare – esistono due fattori che la agevolano notevolmente. Esprimersi in inglese significa avere un bacino d’utenza spropositato. Rivolgersi alle teenagers e alle giovani significa parlare a una generazione che usa il computer come un mezzo di conoscenza connaturato alla loro cultura e dare risposte concrete agli assilli d’età nelle quali le incertezze sono numerose. Una formula vincente. I suoi video sono piuttosto lunghi, tra i 10 e i venti minuti – noi qui presentiamo il più breve -. Normalmente su youtube vanno comunicazioni più concentrate, ma Zoe tiene perfettamente la scena e, con rubriche più lunghe screa un legame a distanza maggiore e moltiplica i tempi per l’inserimento di più pubblicità. Altra regola è il numero elevato di video inseriti su youtube, che moltiplicano la possibilità, su svariati argomenti, di intercettare l’attenzione delle giovani spettatrici. Il sistema Youtube non richiede – affinchè sia riconosciuto un piccolissimo guadagno – che si clicchi sulla pubblicità, come invece avviene, purtroppo, per le testate giornalistiche on line, compresa la nostra, che conseguono decimi o centesimi di euro, soltanto se il lettore clicca sulla pubblicità, entrando in essa. Nei video di Youtube le pubblicità scorrono, come alla tv e ogni visualizzazione viene economicamente riconosciuta. Internet non è generalmente remunerativo e consente a pochissimi organismi di informazione professionale on line di sopravvivere, mentre la carta stampata sta crollando, facendo concorrenza a se stessa sull’online. Una situazione molto complessa che pone sull’orlo del baratro centinaia di testate, piccole o grandi che siano.