Stile Arte intervista Roberto Bergonzo
Nell’ambito dell’espressione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Premetto che non ho avuto maestri di pittura e i miei primi tentativi risalgono a quando portavo ancora i calzoni corti….Ho maturato la mia formazione artistica attraverso attente analisi di ciò che vedevo e leggevo. Ho iniziato con quadri di tipo figurativo o pseudo tale sino ad approdare, dopo anni di studio e lavoro, a quelli che costituiscono i miei punti cardinali delle mie collezioni: figurativo classico, espressionismo, surrealismo post-tecnologico e infine la u-art di mia creazione
Ci può raccontare imprinting visivi, immagini artisticamente ossessive, che hanno preceduto e assecondato la scelta di intraprendere la strada formativa per diventare artista?
Come ho già accennato, sin dall’infanzia ho manifestato chiaramente la mia predisposizione per l’arte in tutte le sue forme. Ho studiato anche pianoforte classico e non l’ho mai abbandonato come di solito succede a molti….Ho semplicemente “rubato” ore allo svago e allo studio per diventare architetto, poiché per me occuparmi di ciò che mi attirava nel mondo artistico era già più che sufficiente a rendermi felice. Purtroppo in casa mia non ho avuto molti appoggi che potessero favorire o orientarmi decisamente su ciò che oggi rappresenta il mio lavoro primario. Mia madre mi ricordava sempre che “ CARMINA NON DANT PANEM” e forse un po’ di ragione ce l’aveva….
La formazione vera e propria. Dove e su cosa ha particolarmente lavorato? Sono esistite, in quel periodo, infatuazioni espressive poi abbandonate? Come si sviluppa e si conclude – nel senso stretto dell’acquisizione dei mezzi espressivi – il periodo formativo?
Ritengo che il periodo formativo per un vero artista non finisca mai. Per quanto mi riguarda inizio una collezione e poi la abbandono per crearne un’altra completamente diversa, come farebbe uno stilista di moda. La differenza sta nel fatto che i miei periodi durano diversi anni, sino ad esaurimento o ripetitività espressiva conclamata. Non mi sono mai potuto permettere di fare solo il pittore di professione se non in questi ultimi 20 anni. Infatti nel lontano 1995 decisi di chiudere lo studio di progettazione, molto ben avviato, e dedicarmi solo più alla pittura e alla musica. Durante il mio iter professionale mi sono occupato di scenografia, allestimenti fieristici,pubblicità, arredamento, disegno industriale ecc…e a latere non ho mai smesso di dipingere e suonare seriamente i miei pianoforti. Ah, dimenticavo una piccola parentesi di pochi anni in cui ho svolto la professione di insegnante liceale in un istituto.
Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
Forse vi deluderò, ma non ho avuto modelli a cui ispirarmi o comunque che potessero condizionare la mia evoluzione artistica. Amo tutte le forme d’arte senza esclusioni. Probabilmente qualche influenza l’ho avuta senza rendermene effettivamente conto. Questo lo si può leggere su alcuni scritti, che mi riguardano direttamente, di alcuni illustri critici che mi vedono “strizzare l’occhio” a Fortunato Depero, ma io non sono assolutamente d’accordo….Forse nei quadri che risalgono agli anni ’70-’80 potevo accusare uno stile o una mano che ricordava quella di Munch, ma non era una scopiazzatura, bensì un modo di esprimermi che poteva ricordare le pennellate del grande pittore. Per quanto riguarda il cinema posso dire che seleziono molto le scelte, mi attrae solo il cinema d’autore e non di cassetta…..Non amo molto la “Narrativa”in genere, preferisco la saggistica e la critica letteraria oltre alla poesia e filosofia antica.
La politica? Ahahahahah!!!! Lasciamo perdere per favore, non stendo nemmeno un velo pietoso ma impietosamente affermo che come tutti gli italiani sono arcistufo di assistere ad una squallida rappresentazione di pupi in un teatrino periferico di terz’ordine….
Gli esordi come e dove sono avvenuti? Ci può descrivere le opere di quei giorni e far capire quanto e come le stesse – anche per opposizione -abbiano inciso sull’attuale produzione?
I miei esordi sono avvenuti frequentando l’ambiente artistico e partecipando a mostre collettive senza pretese. Poi via via migliorando la mia condizione e qualche incoraggiante successo mi si è chiarita la legittimità del mio percorso. Mi ricordo che nei lontani primi anni ’60, ero ragazzo e partecipai ad una mostra di una certa rilevanza e con mia lieta sorpresa fui onorato di essere segnalato dalla critica e poter leggere poche righe molto incoraggianti sul quotidiano La Stampa e sulla Gazzetta del Popolo scritte da Angelo Dragone e Luigi Carluccio; all’epoca erano critici d’arte molto apprezzati. Non diedi troppo retta all’incoraggiamento e continuai imperterrito a conseguire un diploma prima di illudermi con quello che a distanza di 40 anni sarebbe diventata poi la mia professione più ambita.
Quali sono stato gli elementi di svolta più importanti dall’esordio ad oggi. Possiamo suddividere e analizzare tecnicamente, espressivamente e stilisticamente ogni suo periodo?
Credo di aver già risposto dicendo che a parte i primi tentativi i miei periodi importanti possono essere quattro: figurativo classico, espressionismo, surrealismo post-tecnologico e infine la u-art di mia creazione
Ci sono persone, colleghi, collezionisti, galleristi o critici ai quali riconosce un ruolo fondamentale nella sua vita artistica? Perché?
Con i galleristi in genere non ho avuto un buon rapporto, almeno con quelli che hanno cercato di fagocitarmi… Con i colleghi e i critici invece il rapporto è stato ed è tuttora molto amichevole.
Materiali e tecniche. Ci può descrivere, analiticamente, come nasce una sua opera del periodo attuale, analizzandone ogni fase realizzativa, dall’idea alla conclusione?
Per mia fortuna le idee non mi mancano mai, almeno per ora….Ampliando la domanda prenderò in esame gli ultimi due miei periodi: Surrealismo post-tecnologico e u-art. Nel primo nonostante le apparenze, il disegno era relativo solo all’inquadratura e alla volumetria della composizione. Andavo dritto di pennello, con tecnica ad olio, e qualche accenno iniziale direttamente sulla tela ma senza entrare nei particolari. Erano quadri elaboratissimi e richiedevano mesi di duro lavoro, quindi economicamente impossibili da proporre se non su commissione (clientela d’élite). Inoltre il gruppo Fiat mi ha dato l’opportunità di produrre una linea dedicata all’industria in cui in relazione al brief traducevo su tela le filosofie aziendali. Per la U-art invece i tempi di realizzazione sono più brevi ed uso prevalentemente colori acrilici, foglie d’oro, argento e altre diavolerie… Tengo a precisare che tutti i miei quadri sono frutto di puro lavoro manuale e senza aiuto di computer, foto o altro genere di supporto.
Ha gallerie di riferimento? Dove possono essere acquistate le sue opere?
Le mie opere le vendo io direttamente, ho un atelier preposto allo scopo (ne indico successivamente i riferimenti). Tuttavia qualche galleria o museo ne possiede qualcuna….
Orientativamente, quali sono le quotazioni o comunque i prezzi delle sue opere, indicando le commisurazioni?
Le mie quotazioni ufficiali si trovano sul catalogo Dell’Arte Moderna Mondadori e su altri di minore importanza
Contatti
ROBERTO BERGONZO Frazione Mellea 56 12060 Murazzano, (Cuneo)
Telefoni: fisso 0173.797275 cell 348.2617.421
Mail: info@robertobergonzo.com
info@u-art.it
Sito web:
www.u-art.it
In questo sito appare prevalentemente l’ultima produzione u-art, per il surrealismo e qualche cenno alle precedenti produzioni occorre sul menu digitare la voce”le origini” e scegliere successivamente gli argomenti.
BIOGRAFIA DI ROBERTO BERGONZO
Roberto Bergonzo, le cui origini sono in parte mitteleuropee, nasce a Torino.
Definito dai critici artista eclettico per aver operato con successo, oltre che nella pittura, anche nei settori della scenografia, dell’industrial design e dell’architettura d’interni, da qualche anno ha lasciato la città per trasferire il proprio atélier in campagna nelle suggestive atmosfere dell’Alta Langa dove trova adeguati spazi per coltivare anche la passione per il pianoforte e la musica classica, elementi irrinunciabili per estendere il respiro della sua anima d’artista.
Inizia a dipingere nell’adolescenza e presto riceve riconoscimenti in mostre e premi d’arte.
Dopo gli studi universitari insegna, per alcuni anni, materie artistiche. Successivamente ricopre l’incarico di art-director in un’agenzia di pubblicità e marketing.
Senza mai abbandonare la pittura, costituisce un’attività in proprio e definisce il suo target professionale realizzando progetti per l’aeronautica italiana (Agusta, Breda-Nardi, Siai Marchetti, Caproni, ecc) Guzzini, Gherardini, Dolomite, Hitachi, Hyunday, Yamaha, Kawasaky, Suzuky, Zanussi, Jacuzzi, Lotto, Mars, Perfetti, Maserati, Saab, Mazda, Opel-General Motors,Minolta, Moncler, Cnen-Enea, Fiat Gesco, Global Value, R.C.A. Columbia, Skoda, Lavazza.
Parallelamente evolve il suo percorso pittorico e – come la maggior parte degli artisti – attraversa una serie di fasi passando dal classico figurativo a uno pseudo espressionismo. Negli anni ’90 matura una tecnica più complessa che i critici definiscono surrealismo post-tecnologico. Le sue opere diventano sempre più cariche di colore, dense di simboli e citazioni. Attraverso questo modo di esprimersi si libera da una sorta di autismo artistico rispondendo all’esigenza di manifestare un impegno etico riguardo il periodo storico in cui viviamo. Inizia quindi ad affrontare le problematiche legate all’ambiente, al declino del gusto, alla perdita dei valori. I suoi dipinti comunque non esprimono mai sentimenti negativi poiché crede nel genere umano e nelle sue immense possibilità di riscatto.
Si apre a questo punto un capitolo significativo della sua attività professionale quando decide di dedicarsi esclusivamente alla pittura. L’esperienza acquisita nell’operare con grandi Società lo orienta spontaneamente alla pittura per l’industria. I suoi quadri interpretano quindi filosofie aziendali e rappresentano quanto il cliente intende comunicare di sé attraverso allegorie e valenze fantascientifiche. Si affidano a lui Società di primaria importanza quali Fiat Corporate, Fiat Engineering, Espin, GSA, Press, Rotary International ecc.
In questi ultimi anni elabora l’esigenza di diffondere l’arte rendendola fruibile ad un target più ampio. Capitalizzando il background, acquisito nel campo dell’interior design, ha quindi inaugurato una nuova linea artistica definita U-ART: la tua arte, ovvero l’arte che ti appartiene in quanto ti rappresenta. U-ART propone infatti opere d’arte che arricchiscono gli ambienti, armonizzandosi perfettamente con le linee, i colori, le volumetrie e le atmosfere che ognuno ha scelto per sé e nei quali vive quotidianamente.
I quadri – tutti pezzi unici personalmente ideati e dipinti dall’artista – sono quindi anche commissionabili secondo le diverse esigenze, nel caso non se ne trovi di idonei in quelli già realizzati e ancora disponibili. Per meglio dire U-ART risponde a una filosofia precisa: portare l’arte nel nostro quotidiano rendendola più accessibile sia in termini economici che di gusto personale, senza però mai prescindere dallo stile che la identifica.
Per U-ART è stata infatti elaborata una nuova tecnica immediatamente riconoscibile.
Ad esempio le opere che prevedono ritratti o figure rivestono una loro particolare peculiarità: quella di essere fantomatici e in movimento. Questa percezione (non fruibile purtroppo nella staticità della riproduzione fotografica) rende il quadro permanentemente dinamico. Lo si può infatti veder mutare, nell’arco della giornata, secondo il percorso della luce sulla sua superficie. Questa sua ultima tecnica del negativo/positivo, lucido/opaco, è il frutto di una ricerca d’effetti, la necessità di esprimere una poetica che propone immagini trasfigurate, dalle quali possa emergere più l’essenza che i lineamenti, permeando la composizione di atmosfere e suggestioni.
Altre opere invece esclusivamente geometriche presentano linee e composizioni metalliche quasi fluorescenti. Alcuni quadri possono essere monocromatici, in questi casi l’artista utilizza quasi sempre lamine in foglia d’oro, argento e rame che non soltanto li impreziosiscono, ma creano vibrazioni di luce altrimenti impossibili. La massima attenzione viene comunque sempre accordata al colore che deve rifrangere la luce e trovare accordi con l’ambiente che l’ospiterà.
Intervista a Roberto Bergonzo sul CANALE TV SKY 418 “LEONARDO”
Roberto Bergonzo – Dal surrealismo post-tecnologico alla U-ART
Le opere che prevedono ritratti o figure rivestono una loro particolare peculiarità: quella di essere fantomatici e in movimento. Questa percezione (non fruibile purtroppo nella staticità della riproduzione fotografica) rende il quadro permanentemente dinamico. Lo si può infatti veder mutare, nell’arco della giornata, secondo il percorso della luce sulla sua superficie. L'intervista all'artista, i suoi lavori per la Fiat, i periodi, il nuovo registro stilistico