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[S]emplice, dominato da intense inclinazioni sentimentali, dotato dell’ingenuità di un bambino, il Doganiere Rousseau trasformò la propria tavolozza in un cuore sul quale scrivere i nomi delle donne amate. Quando morì la prima moglie Clémence, alla quale la superficie d’amore era integralmente dedicata, aggiunse un secondo nome alla tavolozza, quello della seconda consorte, Josephine, sicché le due convissero nell’anima del pittor poetico, come possiamo osservare con chiarezza in questo quadro.
Nel 1888 la sfortuna si era accanita su Rousseau: durante un’epidemia di tisi erano morti Clémence e cinque dei suoi figli. A due anni dal nuovo matrimonio aveva perso anche Joséphine, stroncata da un tumore. Ma una terza donna si profila nella vita di Henri, ambiziosa, più giovane di lui di dieci anni.
E’ lei la causa delle infinite sofferenze degli ultimi tempi, quando l’artista si era messo nei guai prestando fede a un ex studente al quale aveva dato lezioni di musica.
Il giovanotto aveva ideato una truffa ai danni della Banque de France, carpendo numerosi nomi di titolari di conti correnti e indirizzi di fermo posta. Rousseau – che attraversava un periodo economico difficile, nonostante la notorietà raggiunta (scriveva ad Apollinaire: “Devo pagare l’affitto e un grosso conto al colorificio, e ho pochissimo denaro, questa sera ho solo quindici centesimi per pagarmi la cena”) – partecipò all’affare losco, addirittura utilizzando, nell’ambito della truffa bancaria, il proprio nome e cognome. Fu forse così ingenuo da ritenere che l’operazione fosse legale? Venne comunque arrestato, ma l’età, le buone note di servizio e la manifesta ingenuità giocarono a suo favore. La sentenza fu sospesa e il pittore, al settimo cielo, promise al giudice che avrebbe fatto un ritratto alla moglie di lui. Ma proprio quegli eventi incisero negativamente sulla stabilità del terzo, importante rapporto sentimentale della sua vita.
Madame Leonie aveva dato fondo alle ultime, misere sostanze del Doganiere. La vicenda giudiziaria aveva provocato la recisione del legame. La sua nuova compagna, che lavorava come commessa in un grande magazzino, troncò ogni rapporto con lui. Henri entrò in una profonda fase depressiva. Qualcuno sostiene che in un clima di punizione masochistica si ferì ad una gamba. Comunque è certo il fatto che l’artista non si curò e la ferita andò in cancrena. Rousseau morì all’ospedale di Parigi all’età di sessantasei anni.