Una scatoletta di metallo ossidato.E l’ossido, a causa dell’umidità e del tempo, era così abbondante da non permetterne più l’apertura. Il contenitore, quattro centimetri di diametro, trovato in una tomba della fine del Seicento, nella chiesa di Saint Lurent, a Grenoble, in Francia, è stato sottoposto ad un restauro che bloccasse l’ossidazione e poi passato, nella stessa cittadina, all’Esfr, l’European Synchrotron Radiation Facility o, in lingua francese, l’Installation européenne de rayonnement synchrotron, uno dei tre più importanti sincrotroni attualmente in funzione nel mondo. E’ un acceleratore di particelle di circa 320 metri di diametro, nel quale gli elettroni sono fatti girare ad alta velocità, in un anello, per produrre la radiazione elettromagnetica, detta Radiazione di sincrotrone, che permette di osservare la materia.
La luce del sincrotrone ha così permesso di sondare la misteriosa scatoletta – che era parzialmente sfondata da un lato – e gli scienziati sono stati in grado di ricostruire virtualmente, in 3 D e con una risoluzione stupefacente, il contenuto.
Renée Colardelle. archeologa, responsabile degli scavi e degli studi delle sepolture presenti nell’antica chiesa di Grenoble e Paul Tafforeau, scienziato e paleoantropologo all’Esfr, al quale si devono il filmato e queste immagini, hanno aperto virtualmente la scatoletta, ne hanno letto il contenuto, grazie a tecniche molto avanzate, paragonabili a quelle sviluppate da uno scanner medico potentissimo, in grado di produrre immagini ad alta risoluzione 3D della parte interna di un campione, in modo non distruttivo.
La scatola contiene tre medaglie votive di terracotta e due grani, di diverse dimensioni, di una collanina o di un rosario. Era pertanto il corredo funebre di una delle 195 tombe individuate nella’area della chiesa. Una tomba del XVII secolo.
“Le due perle e il blocco di tre medaglie sono state virtualmente estratti dalla scatola per segmentazione 3D – spiegano gli studiosi – Le tre medaglie erano in pessime condizioni e unite in un blocco. Tuttavia, dopo la segmentazione manuale delle zone di contatto e fessure delle medaglie, era possibile la loro separazione”. Gli scienziati hanno poi applicato di rendering 3D e tecniche di illuminazione virtuale per produrre immagini che hanno rivelato un gran numero di dettagli.
La medaglia al centro della pila è stata la più leggibile. Da un lato, Cristo, probabilmente con la Madonna e San Giovanni, ai piedi della Croce – come risulta da un raffronto con l’iconografia tradizionale – dall’altra la Resurrezione di Cristo, rappresentata da una figura che porta una corona di spine, con una gamba fuori dal sepolcro.
Le altre due medaglie erano molto danneggiate, ma identiche. Così, combinando le immagini è stato possibile ricostruire le raffigurazioni e le iscrizioni. Da una parte, Cristo battezzato da San Giovanni Battista e l’iscrizione del versetto evangelico di Giovanni (1.14). : Verbum caro, factum est (“E il Verbo si fece carne”). Il rovescio della medaglia mostra i tre Re Magi che portano oro, incenso e mirra a Gesù bambino, seduto sulle ginocchia di Maria. L’iscrizione è l’inizio di un salmo: Adoramus te, CHRISTE ET benedicimus TIBI (“Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo”). Quattro immagini che sintetizzano il percorso di Cristo. Nascita-riconoscimento da parte dei Magi, Battesimo, Croce e Resurrezione.
Sai cosa c'è in questa scatola non apribile del Seicento? Lo rivela la luce del sincrotone
Renée Colardelle. archeologa, responsabile degli scavi e degli studi delle sepolture presenti nell'antica chiesa di Grenoble e Paul Tafforeau, scienziato e paleoantropologo all'Esfr, al quale si devono il filmato e queste immagini, hanno aperto virtualmente la scatoletta, ne hanno letto il contenuto, grazie a tecniche molto avanzate, paragonabili a quelle sviluppate da scanner medico potentissimo, grado di produrre immagini ad alta risoluzione 3D della parte interna di un campione, in modo non distruttivo